San Gennaro esce illeso dalla fornace, olio su rame di Ribera (part.) |
Uscendo una volta tanto dai canoni tradizionali di impostazione del blog, con cui abbiamo condotto le nostre ricerche storico-antropologiche, in questo post abbiamo cercato di raccogliere assieme, riassumendo molto il contenuto, una brevissima trattazione scientifica che cerca di fare chiarezza su quello che viene indicato da secoli come il "Miracolo di San Gennaro".
L'espressione di "Miracolo di San Gennaro" è stata da sempre utilizzata, soprattutto dai media, dalla stampa e quindi dalla
tradizione popolare (ma non dalla Chiesa, che però usa il termine prudenziale di "Prodigio"),
per indicare il segno straordinario che manifesta e "trasmette" la reliquia
attribuita al sangue del martire Gennaro (vescovo ucciso nel 305 d.C. durante la
persecuzione dell'imperatore Diocleziano), quando avviene lo scioglimento (chiamato impropriamente "liquefazione") dello stesso sangue.
La prima testimonianza storica della "liquefazione" risale al 17 agosto del 1389 riportata da un anonimo, nel Chronicum Siculum.
Imbusto argenteo reliquiario del 1305 |
Questo sangue, oltre a cambiare di fase fisica (passa da solido
a liquido e viceversa), in date fisse e variabili (le date fisse sono 19 settembre, 16 dicembre e il sabato antecedente la prima domenica di maggio, mentre le date variabili rappresentano le visite occasionali di personaggi famosi o le calamità pubbliche nella città), presenta tuttavia una moltitudine di
altri fenomeni e di anomalie, che descriveremo appresso, a cui la scienza fino ad oggi non ha saputo ancora dare una spiegazione
scientifica attendibile, a parte l'ipotesi della "Tissotropia" (cambiamento di stato fisico, da solido/gel, a liquido) che avverrebbe per sollecitazione meccanica (durante lo scuotimento della teca), ma tale ipotesi di spiegazione, come vedremo, non sarebbe applicabile alla fenomenologia sangennariana...
Oltre alla "liquefazione" e alla solidificazione del sangue del martire, che avvengono secondo processi e sequenze non costanti, la straordinarietà del fenomeno risiede soprattutto nella
modalità della "liquefazione", che non è sempre la stessa e mai costante, e avviene soprattutto in assenza di ogni apparente causa esterna scatenante.
Visita papale a Napoli, anno 2016 |
1) la variazione di volume: certe volte la sostanza aumenta di volume, eccezionalmente fino a riempire totalmente l'ampolla, senza avere più lo spazio vuoto soprastante (contro il principio di conservazione della massa), tanto che in passato si scriveva nelle cronache: "ampolla piena", altre volte il livello del sangue si abbassa in maniera tale da essere apprezzabile all'occhio dell'osservatore. Normalmente il sangue riempie circa 2/3 del volume dell'ampolla più grande;
2) la variazione di peso: a volte si è registrato la variazione del peso in contrasto con la variazione di volume (contro il principio di conservazione del peso, a parità della forza di gravità). Nell'anno 1902, dopo una serie di rilievi condotti dagli scienziati G. Sperindeo e G. Silva, tra le festività di maggio e settembre, fu apprezzata una variazione di peso fino a ben 28 grammi, in rapporto al peso complessivo della teca di circa un chilogrammo;
4) la variazione di colore: il colore del sangue varia da scuro (nero come pece) fino al rosso vivo, con riflessi vividi, come mostra un sangue appena estratto dalle vene. Spesso a settembre, quando la "liquefazione" è completa, dopo che è stata agitata la teca, il sangue lascia un alone rosso sul vetro dell'ampolla. Quando il grumo del sangue resta completamente solido nell'ampolla, la luce che attraversa il vetro della doppia teca (angioina e barocca) e dell'ampolla esegue un caratteristico riflesso sulla superficie del sangue, che risulterebbe essere come speculare.
5) la presenza o l'assenza di un "globo": ossia una parte di grumo non si scioglie e appare duro, di forma varia, che rimane per giorni interi all'interno dell'ampolla senza sciogliersi, ma distaccato dalla parte che invece è liquida;
Paliotto d'argento: la traslazione delle ossa di S. Gennaro da Montevergine a Napoli |
9) la variazione della sequenza di scioglimento: lo scioglimento può avvenire dalla periferia marginale, quella a contatto con il vetro, verso l'interno dell'ampolla, oppure di lato al vetro, oppure dall'alto verso il centro; raramente anche dal centro della massa verso l'esterno, con formazione di un diaframma di separazione ancora solido, con formazione di uno zampillo di sangue che fuoriesce da esso;
San Gennaro benedicente, dipinto di F. Solimena (part.) |
Capita pure che esso si solidifica dopo la pausa meridiana, per poi ridisciogliersi nel pomeriggio, oppure non si scioglie fino a sera, oppure ancora non si scioglie per alcuni giorni, anche alterni, oppure per l'intero periodo dell'"Ottava", come avvenne nel maggio del 1976. Alla festa del 16 dicembre si ha invece un solo giorno di venerazione della reliquia, e spesso la liquefazione è mancata del tutto nel corso dei decenni passati oppure si sono notate solo alcune gocce di sangue o gocce di siero che migravano sulla massa solida. Tuttavia negli ultimi sette-otto anni la "liquefazione" in questa data è avvenuta quasi sempre, mancando solo qualche anno, anche se si è verificata in orari imprevedibili del giorno di festa;
Altra data, nella quale si celebrava nei secoli scorsi la cerimonia di impetrazione della "liquefazione" del sangue, era il 13 gennaio, quando si ricordava la traslazione delle reliquie delle ossa di San Gennaro da Montevergine a Napoli, avvenuta nell'anno 1497; questa ricorrenza fu celebrata per oltre un secolo, sempre accompagnata con il segno della "liquefazione" del sangue, poi cadde in oblio e sostituita, a partire dal 1631 (dopo la cessazione ritenuta prodigiosa dell'eruzione del Vesuvio), con la festa del Patrocinio di San Gennaro, che capita appunto il 16 dicembre. E infine...
15) la presenza di una goccia di siero galleggiante sulla massa compatta non sciolta del sangue: come spesso avviene il 16 dicembre quando non avviene la liquefazione. Quest'ultimo fenomeno sarebbe giudicato "un assurdo scientifico", perché il siero non dovrebbe essere presente nell'ampolla, in quanto già separato dal plasma al momento dell'effusione dal corpo del martire, quindi sarebbe (col beneficio del condizionale) una formazione ex nihilo (dal nulla)...
L'esame spettroscopico condotto sulla reliquia, nello scorso secolo, in due occasioni (nell'anno 1902, da parte di due eminenti scienziati universitari napoletani, il prof. Raffaele Ianuario e il prof. Gennaro Sperindeo, entrambi docenti della Regia Università di Napoli e, nell'anno 1989, da parte del prof. Pier Luigi Baima Bollone, docente dell'Università di Torino e componente della commissione scientifica per lo studio della Sacra Sindone), hanno evidenzato, con esiti esposti in pubblicazioni scientifiche e anche con report fotografici, la indiscussa presenza dello spettro di assorbimento dell'Ossiemoglobina (l'ossiemogolbina è una componente fondamentale del sangue), non solo, ma il prof. Bollone ha anche osservato, durante l'esame condotto nel 1989, la presenza degli spettri di assorbimento dei fattori intermedi del processo della "liquefazione" e della coagulazione del sangue, gli stessi rilevabili in un sangue normale circolante in un individuo vivente (ovvero esso si comporterebbe come se fosse in "bilancia emostatica", proprio come in una vena vivente).
Catacombe di San Gennaro, affresco con l'immagine più antica di San Gennaro, fine V sec. |
Noi sappiamo che l'ampolla maggiore del sangue di San Gennaro, dove si evidenzia maggiormente il fenomeno, è stata sigillata con mastice molto duro, durante il regno di Roberto d'Angiò e quindi isolata dal contesto ambientale esterno ed è racchiusa nella doppia teca che vediamo esposta in Duomo: questo dimostra che essa non può essere aperta.
Il popolo napoletano, soprattutto quello dei secoli scorsi, specie abitante nei quartieri più popolari, ha sempre considerato questo fenomeno dello scioglimento del sangue, un "miracolo", ossia un segno soprannaturale; di conseguenza la reliquia è stata oggetto di preghiere e di suppliche comunitarie, a volte anche in maniera colorita e appassionata, specie durante le varie calamità cittadine avvenute nei secoli. La Chiesa ne consente il culto, eseguendo nel contempo un costante richiamo etico-comportamentale e una azione di inquadramento del suo significato religioso nell'ambito della ascetica cristiana.
Complessivamente, i tanti devoti di San Gennaro animano l'atmosfera di preghiera, sia in Cattedrale che nella basilica di Santa Chiara, nelle quali ogni anno si verifica il "prodigio", in maniera spesso molto partecipata e raccolta, non priva di manifesti segni di gioia e di giubilo quando avviene la "liquefazione" del sangue.
Con questo post di Piscinolablog, abbiamo cercato di illustrare e trasmettere al lettore, con parole semplici e in maniera alquanto distaccata dalla fede, tutta la fenomenologia mostrata dal sangue di san Gennaro, con occhio rivolto alla trattazione scientifica, così come ricavata dalla vasta bibliografia disponibile, ma anche da testimonianze e da cronache degli anni passati. L'abbiamo fatto cercando di essere quanto più possibile "asettici", al di là del condizionamento religioso, con l'unico obiettivo di rendere chiarezza a coloro che cercano di conoscere la verità.
La foto mostra la presenza del "globo" non sciolto nella teca |
Cappella del Tesoro di S. Gennaro, altare maggiore con l'imbusto del Santo Patrono esposto |
Tuttavia, considerato che lo scrivente conserva anche una profonda e datata devozione verso il patrono San Gennaro, dedica questo post alla Sua memoria secolare, in occasione della ricorrenza del Suo martirio (giorno natale al cielo), che cade il 19 settembre prossimo. Porge poi gli auguri di buona festa patronale alla città di Napoli e a tutta la regione Campania, che come è noto sono affidati al Suo patrocinio. Auguri ancora a tutti i concittadini napoletani e campani, specie a coloro che si trovano all'estero e, non ultimi, a tutti coloro che portano il nome di Gennaro.
Auguri a tutti!
Salvatore Fioretto
- "Il miracolo di San Gennaro in Napoli", anno 1950, di Alfano Gennaro e Amitrano Antonio;
- "L'aspetto storico e scientifico del Miracolo di S. Gennaro" - Napoli - anno 1965, di Corrado Piancastelli;
- "Storia e scienza di fronte al miracolo di San Gennaro", anno 1978, ed. Lauretana - Napoli, di Aldo Caserta e Gastone Lambertini;
- "San Gennaro - Storia, folclore, culto", anno 1983, ed. LER - Napoli, di Luigi Petito;
- "San Gennaro e la scienza", anno 1989, ed. Società Ed. Internazionale - Torino, di Pier Luigi Baima Bollone;
- Le reliquie di S. Gennaro custodite nel Duomo di Napoli - Ricerche scientifiche" - "Atti del Congresso nel VI centenario della prima notizia della liquefazione del sangue (1389 - 1989)", anno 1989, ed. ACM - Torre del Greco.
Cattedrale di Napoli, il card. Corrado Ursi mostra al popolo il sangue sciolto, 19 settembre 1984. La freccia nella foto indica lo scrivente, all'epoca già osservatore appena ventenne. |
È una analisi sintetica ma perfetta. E in sé racchiude una preghiera rivolta al nostro amato "Faccia Gialla".
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