domenica 8 maggio 2022

"55... La musica di Piscinola...!!" Storia di una bella esperienza musicale di periferia... (1^ parte)

 Foto della banda sul sagrato della chiesa del SS. Salvatore a Piscinola, 1953

Più volte nei racconti di questo Blog abbiamo fatto cenno al corpo musicale di Piscinola, vale a dire a quell'organismo musicale che per tanti decenni del secolo scorso e per diverse generazioni, fu vanto e onore del quartiere di Piscinola, che fu chiamata semplicemente "Banda Musicale di Piscinola", adesso è giunto il momento di descrivere in maniera più completa e, per quanto possibile dettagliata, tutte le notizie storiche riguardo l'attività, i direttori musicali, i musicisti componenti e gli aneddoti raccolti in questi anni di ricerca, il tutto per ricordare questa bellissima esperienza artistica dei giovani dell'epoca, che a distanza di più lustri, ancora oggi ci inorgoglisce, per grande merito, per audacia e dedizione!
Iniziamo con dire che della vocazione musicale radicata nel nostro territorio si trovano diverse tracce antiche, come ad esempio nel poemetto in vernacolo, scritto nel 1787 da Nunziante Pagano, dal titolo: “Mortella D’Orzolone, Poemma Arrojeco”. Nel canto II, troviamo la seguente strofa, nella quale è citata Piscinola e la sua vocazione musicale:

[…] A Ppasca, e ffuorze fuorze a Carnevale,
Chella respose, e nce vo fa no nvito
De quanta nce nne stanno a sto Casale,
Pe fa fa annore a mmene, ed a lo Zito:
E ppe nce fa na festa prencepale,
Nce vo chiammà li suone de Melito,
De Pescinola, Polleca, e Cchiajano,
e dde Marianella e dde Mugnano.
Mmperzò, Petrillo mio, conto le juorne
Pe nzi che non se fa sta parentezza;
Uh se navimmo d’allommare forne!
Uh se nce perzo moro d’alleggrezza! […]

La frase “Nce vo chiammà li suone…” sembra riferirsi all’esistenza in loco di complessi musicali importanti che, come traspare nel testo, già allora avevano l’arte di stupire la gente con la loro musica; tuttavia, non abbiamo la certezza che si trattassero di complessi bandistici veri e propri, così come li intendiamo oggi, oppure di piccoli gruppi di suonatori o di solisti, ma è molto probabile che esse debbano essere state organizzazioni più semplici e con ridotti numero di musicisti, che allietavano con le loro esibizioni i matrimoni e i festini, e sicuramente anche le feste comunitarie, come processioni e feste patronali. 
Sappiamo che a fine Ottocento la banda musicale di Piscinola era attiva e ben formata di tanti componenti. Con il trascorrere degli anni, il gruppo bandistico si arricchì di numerosi altri componenti, fino a quando si formarono addirittura due corpi musicali diversi, che furono denominati: “‘A Surgità vecchia” e “‘A Surgità nova” (ovvero Società Vecchia e Società Nuova); in quest'ultima aggregazione c'erano molti giovani provenienti dalla vicina Marianella, ma c'erano anche dei musicisti provenienti dalle diverse parti del Circondario.
Sappiano che poi, con il passare degli anni, uno dei due “corpi” si distaccò dal complesso di Piscinola (la "Surgità Nova"), composta prevalentemente da giovani e s’insediò a Marianella, fondando una banda autonoma, che divenne la Banda musicale di Marianella. A Piscinola rimasero i componenti più anziani (della "Surgità Vecchia"), ma anche con più esperienza. Il capobanda era Francesco Della Corte (senior) e suonava il basso. Della Corte è stato il capostipite di una generazione di musicisti della banda. Dai suoi ricordi abbiamo raccolto questa testimonianza.
Per avere una testimonianza storica successiva, dobbiamo arrivare all'anno 1902, quando in una recensione giornalistica, sulla testata napoletana: "La Propaganda", dell'anno 1902, si fa riferimento a un certo Natale Bonaurio (o Bonagurio), che aveva rivestito il ruolo di capobanda nel disciolto complesso musicale di Piscinola, e che costui si fosse adoperato anche alla sua rifondazione.  Questa notizia, molto significativa, è la dimostrazione storica che la banda di Piscinola era già presente nel decennio precedente, ovvero alla fine dell''800, e che dopo avere avuto un suo ciclo di attività più o meno florido, sarebbe giunta al declino e al suo scioglimento. In un'altra notizia, ricavata sempre dal giornale "La Propaganda", vengono menzionati anche alcuni dei componenti della banda di Piscinola, tra questi, oltre al citato capobanda musicale Bonaurio, anche Montesano B., Esposito e Filippo Palladino. Di questi componenti, Montesano, è sicuramente il maestro don Beniamino, personaggio eclettico piscinolese, a cui abbiamo già dedicato un post negli anni trascorsi, descrivendo le sue composizioni e le attività musicali, oltre che dell'insegnamento musicale ai giovani di Piscinola. Deduciamo che potrebbe essere stata la sua partecipazione, fin da giovanissimo al complesso bandistico ad aver stimolato e aiutato a scoprire il suo estro musicale.
Di sicuro sappiamo che il complesso musicale di Piscinola era di nuovo completo e attivo agli inizi degli anni ‘20 (1921 ca.), e operava sotto la direzione musicale del maestro Onofrio Piccolo.
Onofrio Piccolo, nato a Piscinola, era stato maresciallo e musicista in carriera nella banda della Regia Marina Italiana (suonava la tromba). Una volta congedato e ritornato a Piscinola, aveva dedicato il suo tempo libero alla formazione di giovani aspiranti musicisti e alla direzione del complesso bandistico locale. All’epoca era motivo d’orgoglio per una comunità o un paese avere una propria banda musicale e Piscinola, che conservava ancora i caratteri originari di borgo agricolo, era uno di questi.
La banda posa sulla banchina della stazione di Piscinola della Piedimonte d'Alife, anno 1929
Continuando la ricerca delle notizie più antiche della banda, dobbiamo passare all'anno 1925 ca., mostrando l'antica e bella foto della banda di Piscinola, che posa al completo sulla banchina prospiciente ai binari della stazione di Piscinola, della ferrovia Napoli-Piedimonte d'Alife. Al centro della foto si può osservare il maestro Onofrio Piccolo, che è seduto assieme ad un altro componente, crediamo socio dell'Associazione,  con giacca, panciotto e cappello. Da notare il numero consistente di musicisti componenti, tutti giovanissimi: si contano ben trentotto musicisti! Discorso a parte merita la figura del cosiddetto "Bidello", personaggio che si vede in piedi, a destra della foto. Era questo un impiegato non musicista, assoldato dall'associazione, che aveva il compito di portare la "gran cassa" durante la processione e di assistere la banda durante le esibizioni sul palco. Provvedeva, tra l'altro, anche a cambiare gli spartiti sui leggii dei musicisti e del maestro e di aggiornare il cartello mostrato al pubblico, con il nome del brano e dell'opera esibita.
Sempre osservando questa foto, si può notare la presenza di alcuni strumenti musicali particolari che erano in dotazione della banda, come i due timpani in rame, le campane e il triangolo, sono questi degli strumenti specialistici, la cui presenza dimostrano il particolare livello artistico musicale raggiunto dal complesso musicale, e che consentivano a questo di poter eseguire sinfonie e brani scelti di opere liriche anche complesse. 
Colpisce, infine, anche l'ordine con cui i componenti posano nella foto, indossando i berretti e le divise, tutte ben fornite e arricchite con mostrine e fregi (supponiamo dorati), che imitano le divise militari indossate dai Fanti della prima guerra mondiale.
Sappiamo che questa formazione della banda di Piscinola, diretta dal maestro Piccolo, prese il nome di “Concerto Musicale Giuseppe Martucci”, in onore del famoso compositore di musica e direttore d'orchestra, nato a Capua.
Durante la gestione del maestro Onofrio Piccolo iniziò a formarsi, e fu allievo prediletto,  il maestro Natale Ciccarelli che era originario di Marianella, fino a diventare, nei decenni seguenti, il capobanda del complesso musicale. Del maestro Ciccarelli descriveremo nel seguito del racconto altri aspetti della sua vita legati al complesso bandistico musicale.
Scuola "Torquato Tasso" nell'anno 1929, foto cartolina
La banda musicale, che raccoglieva i ragazzi piscinolesi dell’epoca con la vocazione per la musica, era amministrata e gestita da una vera e propria Associazione. L'Associazione era retta da uno statuto, con un numero di soci che eleggevano un proprio direttivo, ovvero: un presidente, un segretario e un tesoriere, oltre ovviamente ad alcuni consiglieri. Sovente, alcuni dei componenti del sodalizio erano i musicisti che suonavano nel complesso. L'Associazione regolava la vita della banda, come l'incarico o la revoca del Direttore musicale, l'accoglimento dei nuovi musicisti, la distribuzione di proventi ai componenti, gli stipendi dei dipendenti (bidello, direttore, solisti, ecc.), le spese di gestione della sala di musica, e poi il procacciamento di contratti per le feste patronali a cui la banda era chiamata a suonare e altro ancora.
Trascorsero altri anni di esercizio musicale della nostra banda e sopraggiunse il triste periodo della seconda Guerra Mondiale e dell'occupazione Aglo-americana; durante questi anni l'attività della banda musicale fu sospesa, così come avvenne per ogni attività cittadina, in attesa di tempi favorevoli.
La Banda musicale fu ripresa e ampliata nel Dopoguerra dal maestro Pasquale Santoro e fu intitolata “Concerto Musicale Onofrio Piccolo”, in onore del maestro Piccolo, ormai scomparso.
La banda di Piscinola a Secondigliano, anno 1946. Al centro della foto il maestro Pasquale Santoro
Il maestro Santoro, giovane, colto e brillante, si era diplomato giovanissimo al Foro Italico, a Roma. Nato nel comune di Calvanico, in provincia di Salerno, si era specializzato in strumenti a fiato, già prima dello scoppio della guerra. Negli anni '40 fu militare a Piscinola, dove dirigeva la fanfara militare del "Gruppo Autocentro", che era di stanza nella scuola "Torquato Tasso", a quei tempi trasformata in caserma militare dell'esercito italiano.
Il maestro Santono, oltre alla banda di Piscinola, diresse altri complessi da lui formati, tra i quali ricordiamo: la
Banda di Pianura (Napoli), "Città del Vesuvio", "Città di Vietri sul Mare", "Città del Mediterraneo" e tante altre. E' stato un abile organizzatore anche di tanti concerti lirici e di concorsi di "voci nuove".
Il Maestro, frequentando da militare il quartiere di Piscinola, finì per stabilizzarsi anche dopo la guerra, mettendo su famiglia e sposando una ragazza di Piscinola. Egli prese a cuore le sorti della banda musicale e si adoperò con molto impegno al suo rilancio, dopo il declino subito durante la guerra.
Il maestro Santoro creò per essa una ricca e nuova divisa, unica per tutti i componenti del “corpo”, costituita da un abito completo nero, con giacca a doppio petto, bottoni dorati e berretto nero, con effigie dorata rappresentante una "medusa" sopra a una lira musicale (che appare come fiamma mossa dal vento), simile a quella degli ufficiali dei Bersaglieri. Altre mostrine dorate a forma di ramo d’ulivo erano poste ai due lati del bavero, mentre sul braccio sinistro era applicata una lira dorata. Sotto la giacca doveva era indossata una camicia bianca con cravatta nera. L’ordine nel vestire e nello sfilare era d’obbligo. Pare che Santoro usasse infliggere addirittura delle multe per gli inadempienti!
Il Maestro si adoperò soprattutto nella formazione dei giovani musicisti, fornendo a questi lezioni serali gratuite, utili per far apprendere la teoria musicale e lo studio strumentale. Le sue capacità didattiche furono sbalorditive, considerando che riusciva proficuamente a formare giovani che lavoravano tutto il giorno, che esercitavano in gran parte mestieri faticosi, come contadini o muratori.
Dopo il 1948, la direzione della banda musicale fu assunta dal maestro Gaetano Azan, originario del comune di Frignano Maggiore, in provincia di Caserta. Azan rese un salto di qualità al complesso, aggiungendo ai progressi compiuti da Santoro, il contributo di "solisti scelti", per le rappresentazioni operistiche di maggior rilievo. A quei tempi la banda superò i 50 elementi e per tal motivo prese il nome di “Gran Concerto Musicale Onofrio Piccolo”. Nei concerti di piazza la banda eseguiva musiche di Verdi, Bellini, Donizetti, Rossini ed altri compositori.
La gestione del maestro Azan durò fino al 1950, quando passò a dirigere la Banda musicale del suo paese, a Frignano Maggiore.
Dopo Azan, ci fu una brevissima parentesi di due anni con la conduzione del maestro Romanelli e, poi, la direzione della banda fu di nuovo affidata all’ormai veterano maestro Santoro, che la diresse fino al 1957.
Con il ritorno del maestro Santoro la banda fu intitolata semplicemente: “Corpo Musicale di Piscinola” e divenne a tutti gli effetti una "banda di giro", infatti partecipava, oltre ai festeggiamenti annuali del SS. Salvatore di Piscinola ed alle feste patronali delle varie Associazioni (“SS. Sacramento”, "Crocifisso", “Madonna delle Grazie”, ecc.), anche ad altre feste patronali del circondario, tra le quali Miano, Secondigliano, Monte di Procida, Casaluce, Frignano, S. Marcellino, Trentola, Ducenta e in alte località, anche fuori Regione, come nel comune di Pico (provincia di Frosinone) oppure in Puglia e in Abruzzo.
A metà degli anni '50 la Banda fu scelta dal comitato di festeggiamenti di Procida per sfilare durante l'annuale e celebre processione dei “Misteri”, che si svolge ancora oggi del periodo pasquale. La banda di Piscinola partecipò, poi, al raduno bandistico interegionale tenutosi a Salerno, sempre in quel periodo (intorno al 1952), concorrendo con le più prestigiose bande campane e di fuori Regione.
Il maestro Santoro non usava mai camminare in “testa” alla banda, ma si limitava a seguirla a distanza. Solo a Salerno, egli sfilò subito dopo il cartello “Corpo Musicale di Piscinola”. Al termine del raduno, la città di Salerno consegnò al maestro e alla Banda una targa ricordo.
Di questo periodo segnaliamo il bravissimo e compianto capobanda, che fu il maestro Luigi De Rosa, il quale spesso sostituiva il maestro Santoro nella direzione temporanea del complesso, quando questi era impegnato nell'organizzazione dei concerti e nell'insegnamento.
Dopo la seconda gestione “Santoro”, la “bacchetta” di direttore fu consegnata al maestro Salvatore Longo, che fu attivo nel quinquennio 1957-61; tuttavia, già si delineava l’inesorabile declino della storica banda musicale, che avvenne alla fine degli anni ‘60. Nell'ultimo periodo ci risulta la partecipazione, seppur molto limitata nel tempo, di altri direttori musicali (maestri Colella e Lamberti), a dimostrazione che l'Associazione che gestiva la banda musicale, tentò ad ogni modo di riprendere i fasti del passato musicale, ma furono tentativi che non portarono a risultati concreti.
C’è da sottolineare che la dedizione e la passione dei ragazzi di allora per la musica fu davvero grande, considerate anche le magre mance che questi percepivano durante le esibizioni, come compenso alla dispendiosa fatica impiegata per marciare e suonare giornate intere, contro le super parcelle percepite dai “solisti” di turno, che erano chiamati a suonare solo durante le esibizioni sinfoniche.
La sala di prova, sede anche della banda, subì nel tempo diversi spostamenti; dapprima, fu utilizzato un locale in Via V. Emanuele, successivamente, un locale in Via Vecchia Miano (oggi scuola automobilistica), poi un bilocale posto alle spalle della chiesa del SS. Salvatore, condiviso assieme al “Circolo dei Cacciatori”, con accesso dal palazzo “Chiarolanza” e, infine, un locale al piano terra del Palazzo “Grammatico”. Il locale nel palazzo “Chiarolanza” oggi è diventato il teatrino dell’oratorio della chiesa del SS. Salvatore. Ci sono pervenute altre testimonianze di locali adibiti alle prove della Banda, come in via del Plebiscito.
Spesso si organizzavano le prove all’aperto, sul sagrato della chiesa o nei cortili dei palazzi “Grammatico” e “Chiarolanza”. Le prove generali si tenevano, oltre che sul sagrato della chiesa, anche nel cortile della scuola "T. Tasso"; la banda in queste circostanze era sempre attorniata da molti Piscinolesi, che accorrevano ad ascoltare della “buona musica”.
Tra gli strumenti musicali, che la banda disponeva c'era una nuova coppia di timpani in rame, riacquistati durante il periodo più fulgido dell’attività artistica degli anni '50, con i risparmi di tutti i componenti. Possedere questi particolari strumenti era allora indice di alta qualità dell’attività eseguita dal corpo musicale.
Foto della banda che sfila durante una processione per le strade di Piscinola, anno 1956
Il repertorio classico esibito dalla banda, con i celebri cavalli di battaglia, sono alcuni qui ricordati:

-Cuore Abruzzese;
-Ernani;
-Gigliona;
-Mosè;
-Sant'Eliana (Sarappo);
-La campana di S. Giusto;

-La Leggenda del Piave;
-Cuore Siciliano;
-Vogliamo a Dio;
-Capricciosa;
-Sfilata.

Mentre i "pezzi scelti", eseguiti durante il concerto serale sul palco, erano le Ouverture e i brani (arie) celebri delle opere liriche:

-Nabucco,
-Trovatore,
-Rigoletto,
-Norma,
-Pagliacci,
-La forza del Destino,
-Boheme,
-Traviata,
-Madame Butterfly,
-Vespri Siciliani,
-Barbiere di Siviglia, 
-Carmen, di Bizet,
-Cavalleria Rusticana.

Cassa Armonica ed esibizione di una banda (foto repertorio)

Alla conclusione di ogni concerto, svolto sul palco, veniva sempre esibita la celeberrima "Rapsodia Partenopea", arrangiamento composto dal maestro Raffaele Caravaglios, chiamato comunemente "Canzoniere napoletano". Il "Canzoniere" è un riassunto in musica di brani e ritornelli celebri, scelti dalle canzoni classiche napoletane e adattate per essere suonati dalla banda.
La banda di Piscinola fu sempre amata e apprezzata dai Piscinolesi e dal suo circondario, tantissimi sono coloro che la ricordano ancora oggi con immutabile affetto, tanto che durante le tombolate natalizie, al numero “55”, che nella smorfia napoletana simboleggia “la musica”, si suole qui usare l’espressione di: “‘A musica ‘e Piscinola!”.

(segue nella seconda parte)

Si ringraziano per la preziosa collaborazione: Salvatore Santoro (figlio del maestro), Francesco e Mario della Corte (musicisti), Maria Rosaria Zazzaro (figlia del musicista), Cascella Antonio (musicista), Gerardo Ciccarelli (figlio del maestro), Giuseppe de Rosa (figlio del capobanda), Vincenzo Capuozzo, Gennaro Silvestri (musicista), Nicola Mormone (musicista).

Salvatore Fioretto

Questo post è dedicato alla memoria di mio padre, Luigi Fioretto, appassionato e bravo sassofonista della banda di Piscinola, dal 1946 al 1960, che ha conservato per tutta la vita, nel cuore e nella mente, la sua esperienza musicale nella banda di Piscinola. Questa dedica vuole essere un personale riconoscimento per avermi trasmesso quei preziosissimi valori che sono l'umanità e la passione per le nostre tradizioni, un complesso di emozioni che arricchiscono il mio animo e mi conducono a perpetuare la comune passione per la banda musicale!

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