(segue dalla prima parte)
Ecco il continuo del racconto, con altri aneddoti e ricordi riguardanti la banda musicale di Piscinola:
Alla
trasferta di Procida (Processione dei Misteri), alcuni musicisti furono
ospitati in una piccola chiesa sconsacrata. I ragazzi si arrangiarono a dormire
su dei letti improvvisati, diciamo su dei giacigli fatti di paglia. Anche in tale
occasione non mancarono scherzi e sberleffi tra loro.
Approfittando che uno dei musicista già dormiva placidamente nel suo giaciglio,
alcuni dei più vivaci del gruppo agirono in gran silenzio... Gli posero
accanto quattro candele accese, sopra alti candelieri e, poi, si posizionarono
attorno a lui, iniziando a far finta di piangere e di disperarsi con dei lamenti: iscenando così una veglia funebre... Il poveretto malcapitato si
svegliò spaventato di sobbalzo, trovandosi "apparecchiato" come un morto;
ovviamente tra lo schiamazzo e le risate generali...!
Altro scherzo che organizzarono in quella chiesetta abbandonata, fu quello di recitare a fare le confessioni... Approfittado di un vecchio confessionale che era abbandonato in quel luogo, il più vivace tra loro si sedette al suo interno recitando la parte di un prete, con una appropriata ritualità..., mentre tutti gli altri, a turno, si inginocchiavano al suo cospetto, recitando ad alta voce una propria confessione, con battute scherzose ed esilaranti, su quanto avevano combinato nell'ultimo periodo...! Ovviamente tra le risate a crepapelle di tutti...!
Altri aneddoti....
Un giorno, un ragazzo di Piscinola si recò presso la
sala di musica chiedendo al maestro dell'epoca se potesse insegnargli a suonare
uno strumento, perché era suo desiderio suonare nella banda. La sala di musica
allora si trovava nella sala teatrale dell'attuale oratorio della Parrocchia del SS.
Salvatore, che allora si accedeva dal palazzo Chiarolanza. Il maestro dell'epoca rispose
che lo strumento che si addiceva alla sua persona era il clarinetto e quindi
avrebbe dovuto imparare a suonare quello strumento. Il ragazzo allora gli
chiese quanto costasse lo strumento, per poterlo comprare. Il maestro rispose
subito che costava intorno alle 2500 lire. Il ragazzo, un po' rammaricato, gli
rispose di non possedere tale somma e se poteva fargli la cortesia di
convincere suo padre a comprarglielo. Il maestro allora decise di accompagnare
il ragazzo a casa, per cercare di convincere il genitore. Quindi pensò di
portare con sé un clarinetto che aveva in sede, per poterglielo mostrare.
Davanti al padre il maestro esternò il desiderio del figlio di voler suonare
nella banda e gli mostrò lo strumento che egli riteneva adatto al ragazzo.
Il
padre, mostrandosi fin da subito scettico, chiese quanto costasse lo strumento. Il maestro
replicò "costa intorno a 2500 lire"... Il genitore
alquanto seccato, rispose: "em....maestro e 'sta sbancula 'e legno cu 'e buchi,
sta’ tutti ‘sti soldi?!" (Maestro, questo tubetto di legno con i fori costa così tanto?!). Quindi non se ne fece niente e pare che il ragazzo non
fu ammesso nella banda.
Tuttavia, non sappiamo come andò a finire definitivamente questa
storia e se alla fine vinse la caparbietà e il desiderio del ragazzo di farsi
musicista. Forse non lo sapremo mai...
Ci piace però oggi immaginare che alla
fine il ragazzo sia diventato realmente musicista, così come egli desiderava, perché è
noto che i maestri della banda aiutavano veramente tutti...
Luigi, come tutti gli altri componenti della banda, aveva la grande passione per la musica e non disdegnava di compiere le interminabili marce, durante le processioni, anche se spesso compiute sotto il cocente sole estivo. Luigi, tuttavia, aveva un piccolo problema, quello di sudare in maniera eccessiva, anche col minimo sforzo... Per tale particolarità, quando dalla sua fronte grondavano copiose gocce di sudore, era bonariamente preso in giro dagli altri musicisti e per tale aspetto era stato coniato per lui il soprannome di: ...'a surgente!
Nicola, che fu allievo musicista del maestro, suonò nella banda di Piscinola per circa due anni, intorno all'anno 1956,
partecipando anche ad alcuni concerti. Fu avviato dal padre allo studio, quando
aveva circa tredici anni. Il maestro subito lo indirizzò allo studio della strumento
che gli occorreva in quel momento nella banda, che era il corno, e gli procurò
uno strumento che già aveva. Gli procurò anche un berretto e una divisa usata,
che poi la madre provvide a riadattare per la sua taglia. Dopo due anni
di prove e marce, alquanto mal sofferte, Nicola comunicò al padre che non intendeva
continuare l'esperienza nella banda, perché riteneva a lui poco incline il genere
di musica bandistica. Infatti proprio in quel tempo si presentò per lui l'occasione di far parte ad uno dei primi moderni complessi
musicali band, che iniziarono a nascere nella nostra zona in quel periodo. Dopo diversi anni poi, cambiò ancora, passando ad intraprendere la bella carriera di solista del genere classico della
canzone napoletana, come cantante solista e suonatore di chitarra. Quest'ultima attività
lo ha fatto conoscere ed apprezzare artisticamente ai tanti estimatori del
genere musicale.
Sicuramente l'esperienza vissuta da Nicola in quel breve periodo nella banda di
Piscinola, ha favorito la sua formazione musicale e lui ne è stato sempre
riconoscente.
Vincenzo, un giovane musicista che negli anni '60 frequentò
per due anni (recuperando il terzo) un corso di musica alle scuole serali
tenuto dal maestro Santoro, presso l'edificio della scuola "Torquato Tasso", ancora oggi, a distanza di tanti decenni, conserva nitidi i ricordi di quella bella esperienza giovanile. Ricorda, in particolare, un episodio singolare che avvenne durante la festa a Miano...
"Ero sul palco insieme alla banda
del maestro Santoro, non mi si crederà, ma l'atmosfera era cosi accesa e
entusiasmante che durante la vendita all'asta, che si teneva con l'accompagnamento
della banda, due ruoti di "Stocco" furono contesi in un agguerrito
rilancio da due gruppi organizzati, che poi li avrebbero finiti in qualche
trattoria della zona. Alla fine le pietanze furono aggiudicate a uno dei due
contendenti ad una cifra che era un'enormità per quel tempo...!!". Episodi del genere erano frequenti osservare durante le feste patronali, perchè queste erano le uniche occasioni che si presentavano durante l'anno per divertirsi ed evadere dal solito tam tam quotidiano. C'era allora grande entusiasmo e voglia di divertirsi, quindi capitavano anche questi eccessi...
Il secchio nel pozzo... Un anno la banda fu chiamata a suonare ai festeggiamenti che si tenevano in una nota località della provincia di Napoli. In quella occasione alcuni componenti della banda, causa il perdurare delle esibizioni per più giorni, dovettero pernottare in zona, e quindi dovettero arrangiarsi a dormire in un pagliaio, anche se dignitosamente arredato. Per lavarsi la mattina, pensarono di raccogliere l'acqua da un pozzo che eri lì vicino.... Uno di loro ritenendosi già esperto della procedura si mise all'opera... Malauguratamente, mentre sollevava il secchio pieno d'acqua, questo si sganciò dalla fune e precipitò nel pozzo, affondando...! La proprietaria del fondo agricolo, che era una vecchia contadina del posto, sentì il tonfo del secchio nel pozzo, ma non disse niente in quel momento... Successivamente, mentre il musicista responsabile dell'accaduto sfilava assieme alla banda, in testa alla processione, la vecchia si avvicinò e lo afferrò per il bavero della giacca, chiedendogli a voce alta il rimborso del secchio perduto nel pozzo. Fortunatamente la situazione non degenerò, perché il maestro della banda intervenne in difesa del malcapitato musicista. Rivolgendosi in modo cortese all'anziana, le disse: "'...E che miseria...! Tutto questo per un secchio!?". E poi: "Adesso ve lo pago io!". E così l'episodio terminò in maniera pacifica...
Foto concessa dalla figlia del maestro Porcellana |
Come le altre storie raccontate, erano queste delle ingenue goliardate compiute da un gruppo di giovani a cui piaceva divertirsi e di stare insieme, uniti dalla comune passione per la musica bandistica.
Considerazioni finali: Abbiamo condotto il lettore per mano, raccontando, per quanto di nostra conoscenza, la bella storia della banda musicale di Piscinola. Il lettore avrà notato come questa esperienza musicale non sia stata frutto di pochi anni e di poche persone, ma ha un retaggio secolare, molto radicato nel territorio, tanto da dire che nei tempi antichi la banda è stata sempre presente nel nostro antico Borgo... Per tale motivo la banda di Piscinola, che purtroppo manca da questo Quartiere da oltre 50 anni, è da considerarsi a tutti gli effetti un valore antropologico e comunitario indiscutibilmente appartenente alla storia del quartiere di Piscinola; essa rappresenta un valore culturale importantissimo, anche per noi oggi, perchè nelle nostre personalità e nei nostri caratteri permangono le esperienze vissute dalle generazioni che ci hanno preceduto.
Noi speriamo vivamente che nei prossimi anni la Banda di Piscinola venga ripresa dalle giovani generazioni e riportata agli antichi splendori, come merita, soprattutto in ricordo e in onore di tutti i musicisti e dei direttori musicali che l'hanno resa grande!
Con questa seconda raccolta di aneddoti e di ricordi abbiamo concluso la storia della Banda musicale di Piscinola, del periodo d'oro. Ma l'esperienza musicale di quei musicisti non terminò con il tramonto della banda nel Quartiere, perché grazie alla brillante idea di un maestro, che fu Natale Ciccarelli, che raccolse e coordinò le risorse umane allora ancora disponibili, favorì la rinascita del complesso musicale in forma nuova e con una ben definita funzione sociale per il territorio di Piscinola-Marianella. Ma questo è il continuo della storia della Banda musicale che tratteremo nel prossimo post dedicato.
Si ringraziano tutte le persone che nel tempo hanno condiviso questi bei ricordi sulla Banda: Luigi, Nicola, Vincenzo, Antonio, Francesco, Mario, Maria Rosaria, Gerardo, e tanti altri, grazie di Cuore!
Salvatore Fioretto
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Gran galà di fuochi pirotecnici dei festeggiamenti dell'Assunta, a Monte di Procida (2019) |
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