"Masseria Lenza 'e Vascio", bacchiatura fagioli - Foto Ferdinando Kaiser |
Si può dire che l’arie (o l’aria), ossia il cortile posto al centro della masseria, era il
“cuore” di tutto l’ambiente domestico di una masseria: il luogo comune dedito
alle lavorazioni dei prodotti della campagna, ma anche il luogo dove si
svolgevano i giochi, le feste e tutte le altre forme di vita comunitaria dei
suoi abitanti.
Tratteremo in
questo paragrafo le principali lavorazioni agricole condotte nelle “arie”.
Nell’”arie” venivano bacchiati (in gergo: battuti o scugnati), con l’aiuto di attrezzi particolari (detti: vavrille o ”vaville”), tutti i prodotti dell’orto con baccello (legumi), quali
fagioli, fave, piselli, ma anche i cereali, quali grano e orzo.
"Masseria Lenza 'e Vascio", bacchiatura fagioli - Foto Ferdinando Kaiser |
Era anche il
luogo deputato ad essiccare tutti i prodotti da fibra, prima delle successive
fasi di lavorazioni previste, quali il lino, la canapa, ma anche le erbe per
l’alimentazione ed il “governo” degli animali da stalla (chiamate: ùgliara, ùgliarella, cientenodi, evéra medica, rapestoni, gravurine, ecc.).
Erano messi ad
essiccare in questo luogo anche i semi degli ortaggi e dei cereali che dovevano
essere conservati fino alla successiva semina invernale o primaverile (rape,
broccoli, pomodori, “friarielli”,
scarole, ecc.).
Cortile di Piscinola, detto "Capo 'e Coppa", "scorzatura" delle noci |
Nell’aire si eseguiva anche la pulitura dei semi dei legumi e dei cereali dai residui di lavorazione della bacchiatura (chiamati: pula o pampuglie). Per eliminare queste sostanze impure, si lasciava cadere il contenuto dei sacchi da una certa altezza, sfruttando scale o tetti (lasteco), oppure si usava lanciare (vuttare) queste derrate “contro vento”, verso un angolo dell’arie, utilizzando delle apposite pale di legno (detto in gergo: menà ‘o grano).
Piscinola: "Masseria Abbascio Miano", portale ingresso |
A causa della produzione
consistente di polveri, l’operazione di pulizia dei semi si doveva svolgere, in
ogni modo, solo quando tutti dormivano; cioè di buon mattino, intorno alle ore
cinque, quando le porte e le finestre dei vicini erano ancora tutte chiuse...
I
cereali e i legumi puliti venivano accumulati con scope di erica (chiamata: di brusco) e raccolti in sacchi di canapa.
Per la pulitura accurata
dei fagioli e di altri legumi si utilizzavano dei setacci (detti: crivi), di forma circolare, muniti di una rete metallica calibrata.
I “crivi” potevano essere piccoli,
sorretti a mano, oppure molto grandi e, in quanto tali, dovevano essere appesi
a dei “treppiedi” o sotto gli
androni.
Piscinola: "Masseria Abbascio Miano", l'arie e il cortile |
Piscinola: lo "Staviano", cortile |
Piscinola, cortile interno via del Salvatore |
A volte questo luogo era utilizzato anche per organizzare qualche festicciola o ricorrenza familiare, specialmente nei tempi più recenti, nel secolo scorso.
In questo post abbiamo descritto un antico luogo di aggregazione sociale e soprattutto di svolgimento delle lavorazioni agricole, un tempo presente in ogni masseria, di ogni centro agricolo del nostro territorio e del meridione d'Italia.
Piscinola, "Masseria Grande" (?) Foto di Massimo Di Stefano |
In esso abbiamo cercato di
descrivere anche gli antichi termini in dialetto locale (di Piscinola e del suo
circondario), con i quali le intere generazioni hanno tramandato i
termini per indicare i vari elementi costituenti il raccolto della terra, ma
anche gli attrezzi e le operazioni agricole di lavorazione.
E' una sorta di ricostruzione storica, a futura memoria, nella speranza di
rimanere una traccia scritta nel "Web", specialmente per le prossime
generazioni che, si spera, vorranno conoscere come si svolgesse la vita ai
tempi dei loro avi.
Salvatore Fioretto
Lo scritto è stato interamente tratto dal libro "Piscinola, la terra del Salvatore. Una terra, la sua gente, le sue tradizioni" di S. Fioretto, anno 2010, ed. The Boopen.
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