Già in passato abbiamo dedicato, in "Piscinolablog", due post alla cara insegnante della scuola di Piscinola, Giovanna Altamura, con la trascrizione di alcuni suoi racconti e aneddoti riguardanti le vicende di Giuseppina Bianco, che fu sua alunna, oltre alle belle descrizioni delle feste svolte un tempo a Piscinola.
Abbiamo ricevuto in queste settimane una bella lettera di una nipote della maestra Altamura, dalla signora Bruna che, assieme ad altri suoi familiari, hanno raccolto altri aneddoti e particolari della vita della loro Zia, soprattutto quelli di poetessa e di docente alla scuola "T. Tasso" di Piscinola, che ci piace oggi qui pubblicare per i nostri lettori.
Ecco il testo della lettera:
La poetessa durante una premiazione, foto inizi anni '70 |
I numerosi suoi alunni l'amarono tanto, non solo per il suo coraggio nell'affrontare qualsiasi sopruso, ma anche per la sua immensa bontà e per il rispetto massimo che insegnò loro. Pare che avesse la borsa sempre piena di merende per chi aveva fame e una volta portò a sue spese tutta la sua classe, della "Torquato Tasso", al mare...
Fu una delle prime insegnanti che seguirono con attenzione la mancanza di applicazione dei ragazzi colpiti da difetti di attenzione e con difficoltà nella lettura, trovando il modo di aiutare chi aveva difetti di dislessia; cercò come poterli aiutare a superare quello che a quel tempo era visto come una deficienza cognitiva.
Una commedia per bimbi, scritta nel 1957 |
Foto della poetessa e inseg. Altamura, anni '40 |
Sperando di esserle stata utile e augurandomi di leggere presto un altro suo scritto in ricordo di mia zia, le invio cordiali saluti.
La nipote, Bruna
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Tesserino rilasc. da Comando Combattenti Ital.: Riconoscimento di "Patriota" a Giovanna Altamura, per la sua partecipazione alle "Quattro Giornate di Napoli" |
LA VITA!
Strana, strana cosa
la vita!
E’ un correre,
cieco, inseguendo
Qualcosa che passa,
che sfugge,
Un sogno, una vaga
chiméra,
un’ombra, che è
fatta… di nulla!
Un muto, dolente
implorare
Chi intendere non
vuole o non sa!
L’insano volere,
tentare,
di vincere, di
forza, l’ignoto.
Svelare un mistero,
che è ascoso,
il domani, il
destino, le cose
che ancora non sono,
che forse
giammai, per noi,
non saranno.
Qualcosa che solo il
tormento
Il duro, penoso
lavoro
Del nostro pensiero
fa vero,
ci fa sembrare
realtà.
Conoscere la verità!
Invano!
Il volo del tempo la
cela!
E’ insano volo,
pensare
Di poter vincere il
Cielo!
Oh lotta inumana,
cruenta,
perduta già pria di
tentare!
Terribile lotta,
tremenda,
che solo l’orgoglio
fa osare!
Poi… dopo… che resta?
– Oh, il nulla!
ITALIA MIA
Te,
Patria mia,
sovra d’ogni altra
cosa, io amo!
T’amo nel dolor tuo,
come non seppi
amarti,
nelle ore di gioia
piena, e di grandezza
somma.
T’amo,
per tua beltà sì pura,
immutabil nel tempo,
per le vicende alterne
di dolore e di gloria
della tua lunga storia.
T’amo,
per l’animo sereno
della tua gente antica,
cui sacra è la fatica.
T’amo,
per il tuo mar
fondo e turchino,
per il tuo cielo,
d’agate e di turchesi,
per i tuoi monti
bianchi
d’eterna neve,
e le tue selve
fonde, d’ombra
cupa, ed aulenti
di frassini e di pini.
per la passione
del Popolo tuo,
fecondo,
di braccia e d’opre,
per il martir dei tanti,
che caddero per te,
che a te donaron,
col sangue e la fatica,
un amor così forte,
che ogni amor cancella.
Io t’amo, Italia,
Italia mia,
per questo tuo dolor
sì profondo,
ch’è dolor mio,
e dolore di quelli
che sognano,
per te,
dello splendore antico,
certezza di ritorno,
e gloria nuova.
LA LUNA
Il rosso, tondo,
paffuto e strano viso,
della luna,
è apparso,
rompendo le nuvole
scure,
laggiù,
dietro il monte.
Par che sogghigni,
beffardo.
Che vuole?
Pare che ammicchi,
ridendo.
Che dice?
Ascolta!
Dice:
-“Sorgo e tramonto
Ogni sera uguale,
da tanto, da tanto,
che più
non ricordo.
Eppure, ciascuno,
ogni sera,
in me vede
qualsiasi di nuovo,
di strano,
di suo:
un sorriso,
un richiamo,
due amanti,
sognanti,
perduto in un intimo
incanto;…
un volto di donna,
soffuso di pianto,
risposta a una muta domanda;…
un volto di bimbi,
ridente…
E ognuno a me chiede
qualcosa di nuovo
qualcosa che plachi
un’attesa, un tormento,
che accenda un ricordo,
che desti un rimpianto…
Intanto,
ogni sera,
da tanto, da tanto,
che più non ricordo,
sorgo e tramonto.
E ogni sera,
con astri diversi
m’incontro,
seguendo il cammino
fissato,
da tanto, da tanto,
che più non rammento!
Ed altro non so,
non comprendo,
seguendo, incessante,
il mio andare,
pel cielo,
tra nuvole e stelle,
sognando,
invano, da tanto,
da tanto,
poter raggiungere
il sole!"
LA RONDINE
Vedi? E’ soltanto
una rondine.
Una piccola, povera
rondine stanca,
caduta sfinita
dal cielo.
Oh, no, non soltanto
pel volo,
si lungo, estenuante,
pesante,
ma solo
pel sole.
Il sole, sì ardente,
cocente,
accecante,
che tutta l’avvolse
di luce, di raggi,
e le tolse
la forza pel volo,
pel placido andare.
Vedi? E’ caduta,
così,
sul tuo cuore,
in cerca di tregua,
di pace.
Or tace…
Non trilla,
non frullano, l’ali.
Ma… ascolta!
-Lo senti il suo cuore
che è tutto un tremore,
che batte, che batte,
che vibra
d’ascoso spavento
dinnanzi all’ignoto
che c’è nel tuo sguardo?
Deh, lasciala stare
soltanto un istante
accanto al tuo cuore,
e falle sognare,
un momento soltanto,
raggiunta la meta.
Illudila!
A volte è pietà
l’illusione!
Falle pensare
che il sogno
si possa mutare
in dolce realtà.
Poi…
poi falla partire!
Poi falla partire
portando nel cuore
la grata dolcezza
di questo sognare
che è la vita,
di questo riposo
che è la pace,
e che tu,
solo tu, le hai donato.
Vedi? E’ soltanto
una rondine,
una piccola rondine,
stanca,
che chiede ristoro
all’arsura.
Domani…
oh, domani, lo sai,
la piccola rondine stanca
che un attimo solo
ha il volo interrotto,
domani
riprende a volare
Riparte! Riprende
il suo andare.
E, forse, soltanto
in quell’ora, saprai
quanto grata ti fu
del riposo.
Ora lasciala stare,
così senza volo,
vicino al tuo cuore,
Un attimo solo!
Così!
RICORDO…
Ricordo;
- La stanza era in ombra,
e tu;
sedevi, dinanzi
alla finestra aperta
che dava sui campi,
gialli di grano,
e inondati dal sole. (*)
Sul fulgente chiarore
di fuori, il tuo viso,
di profilo segnava
un netto disegno,
stagliava
un’ombra chinese,
nera, sul fondo d’oro,
del sole acceso.
Mi piacesti, così,
e, forse, in quell’istante,
senza saperlo ancora,
cominciai ad amarti.
Così, per un’ombra
chinese,
che il tuo viso, di profilo,
disegnava, sul fondo d’oro
d’una finestra
spalancata sul sole.
Giovanna Altamura
(*) La scuola Torquato Tasso di Piscinola si affacciava in quegli anni sulla distesa pianeggiante delle campagne dello Scampia, tutta seminata a grano, ed era esposta a nord, proprio come nella descrizione... La poesia potrebbe essere stata ambientata proprio in quel luogo...
Abbiamo trovato anche altre pubblicazioni di G. Altamura, oltre alle due novelle ("La rivolta dell'umanità" e "Fior di Giglio",) già citate nel post dedicato a Giuseppina Bianco, anche: "L'onorevole Don Pasquale", "Le Spine", "Nei secoli fedele", "Quelli del parco C.I.S.", "Tu, la mia mamma", "Raccolta di Leggende"... Di Lei anche una serie di collaborazioni a collane letterarie e delle presentazioni di pubblicazioni di altri scrittori.
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Nella didascalia della poesia "La Vita", tratta da una pubblicazione di raccolte di poesie, così viene ricorda la poetessa Altamura Giovanni: "Direttrice Didattica in pensione, Medaglia d’Oro della “P. I.”, Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio, ha pubblicato molti e importanti volumi; altri ne possiede inediti. Padrona assoluta del verso, profonde nel canto i tesori della sua bella cultura e del suo spirito fino a raggiungere toni di elevata bellezza."
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Ringraziamo con gratitudine e affetto la signora Bruna e tutti gli altri familiari, nipoti di Giovanna Altamura, per la loro bella testimonianza che ci hanno trasmesso.
Si ringraziano, per la generosa collaborazione, la direttrice della Biblioteca Nazionale di Cremona, Dott.ssa R. Barbierato e la dirigente Dott.ssa. M. Gentilini.
S. Fioretto
Piscinola, scuola "T. Tasso",1930, cartolina viaggiata. Per gent. conc. della famiglia Barberio (TO) |
Di storie che non avranno mai voce ce ne saranno a milioni, fortunatamente questo stralcio di vita, di una donna a dir poco temeraria, ci riempie l'animo. Salvatore, mette in risalto una donna che ha vissuto nella sua terra, ma soprattutto una donna che ama, che costruisce con amore e dedizione il domani di tanti. Io non l'ho conosciuta, ma le porgo i miei più sentiti grazie per aver contribuito a rendere l'umanità un tantino migliore. Carmine Cecere
RispondiEliminaGrazie Carmine per il tuo intervento.
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