Continuando l'argomento, pubblicato in "Piscinolablog" nell'anno 2016 (prima parte), dedicato alle notizie di episodi accaduti nel Casale o Comune di Piscinola, tratte dalle cronache dei quotidiani dell'epoca, ecco due episodi capitati nel 1827 e 1865: il primo è un furto, mentre il secondo, è un incendio con un ferito grave. La terza notizia è tratta dall'autobiografia di un medico e scienziato, il dott. Nicola Pilla, che da studente in medicina e scienze all'Università di Napoli, fu mandato nell'anno 1791, a Piscinola, per studiare i casi di infezione di Colera, durante la stagione autunnale, scaturiti dal contatto di malcapitati lavoratori, con le acque infette del lago di Agnano, luogo allora utilizzato per macerare la canapa. La località di studio a Piscinola gli fu indicata da un suo docente, il grande Domenico Cirillo, che oltre a essere grande scienziato del Secolo dei Lumi, fu uno dei promotori della Repubblica Napoletana del 1799, poi giustiziato durante la Restaurazione borbonica. Nicola Pilla, degno seguace del Cirillo, fu anch'egli autorevole scienziato, ricercatore di medicina, geologia e vulcanologia, scrittore di numerosi saggi di ricerca, soprattutto nel campo epidemiologico, per i quali trasse fonti dalle sue ricerca a Piscinola, e anche autore di diverse teorie medico-scientifiche. Fu medico all'ospedale di Venafro e uno dei fondatori del manicomio di Aversa.
Ecco le cronache:
Notizia tratta dal "Giornale del
Regno delle Due Sicilie"
(Ed. di Lunedì, 26 novembre 1827)
"La sera de' 3
del corrente mese la Casa di campagna di un tal Angelo Russo nel
Circondario di Mugnano, e propriamente nel prossimo tenimento di Piscinola, era stata assalita da una
mano di dieci persone armate, le quali rubarono aI Russo molte biancherie e
altri oggetti di valore.
Niun de'
ladri era stato riconosciuto, niuna traccia del commesso misfatto era rimasta.
La Polizia intanto, ponendo in disamine la diffamazione e l'oziosità di taluni
individui del villaggio succennato di
Piscinola, fissò le sue particolari vedute su uno di essi; e di fatti
arrestatolo, venne a conoscere in lui uno degli autori del furto; e dietro un
tal passo scoprì pure tutti gli altri di lui correi, presso un de' quali si
rinvennero degli anelli d'oro pertinenti al derubato Angelo Russo.
La massima
prestezza dell'operato in questo affare fu quella che ne assicurò la riuscita.
Taluni de' ladri non abitano ne' comuni ove i primi stati erano arrestati, e
perciò prima di poterne avere essi la notizia si ebbe cura nella notte stessa
d'investigare il ricettacolo e di sorprenderli. In una parola tutti gli autori
d'un misfatto consumato nella notte de' 3 di questo mese, tranne un solo, per tutto
il dì 9 dello stesso erano già in potere della pubblica Forza.
Per siffatta
guisa tre perniciose masnade di ladri nello spazio di pochi giorni essendo
state scoperte e catturate, è venuta la Prefettura di Polizia ed ottenere il
più completo risultamento di quella instancabilità e speditezza che formano i
suoi elementi principali."
............................ O .......................
(Anno VI, Edizione di giovedì, 31 agosto 1865)
"A Piscinola è succieso no gruosso ncendio che ha fatto circa 30 mila lire de danno - Se so abbrusciate otto case coloneche chiene de lino e cannavo (canapa), comme pure cierte animale - Lo Delegato de Prubbreca Sicurezza de Capodemonte, ordinaje subeto a pparicchie guardie de Sicurezza e carrubbeniere (Carabinieri), pigliate purzì a Miano, de correre là pe llà a dà l'ajute opportune.
Correttero purzì li pompiere da Napule, e accussì lo danno non fuje tanto gruosso - No cierto Giovannantonio Ippolito, patrone de le massarie addò succedette lo ncendio, sta mpericolo de vita, pecchè per sarvà cierto denaro, se lanzaje mmiezo a le ffiamme, da dò fuje tirato miezo muorto."
............................ O .......................
Vita del Dott. Nicola Pilla, Scritta da lui medesimo. Nell’anno 1837.
Sessangesimosesto della sua età.
(Empoli. Tipografia
di Giuseppe Capaccio. 1850).
"Nacqui in Venafro
nella Campania, il 1 maggio 1772. I primi anni della mia vita non meritano
considerazione. Mi dedicai agli
studi in età inoltrata. Le mie facoltà intellettuali furono tenaci nel loro
sviluppo, forse perché dominato in quell’epoca da sonno profondissimo che non
permetteva alzarmi di buon mattino. Superai finalmente
tale difficoltà nel seguente modo. Nell’andare a letto
la sera legava alternativamente il dito massimo de’ miei piedi con una cordella
alla colonna del letto; ciò produsse il suo effetto, cioè di essere costretto
destarmi dopo poche ore di sonno.
Un tal metodo
praticato costantemente per due anni consecutivi fece si che dai miei 20 anni
in poi acquistai l’abitudine di alzarmi alle 7 ore d’Italia di tutti i tempi.
Domenico Cirillo |
Non troppo tardi pensai a darmi a nuovo matrimonio e menai a seconde nozze con una giovinetta che poi disgraziatamente perdei dalla quale ebbi undici figli.
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