Pubblichiamo integralmente la biografia che la famosa enciclopedia universale
italiana, "Treccani", ha inserito in uno dei suoi volumi, descrivendo
la vita e le opere del nostro eminentissimo concittadino di Piscinola, il
professore Raffaele Chiarolanza, medico, scienziato e deputato della Repubblica
Italiana. L’articolo è stato scritto da Arnaldo Cantani.
CHIAROLANZA, Raffaele
di Arnaldo Cantani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 24 (1980)
CHIAROLANZA, Raffaele.
- Nato a Piscinola (Napoli) il 17 sett. 1881 da Vincenzo, insegnante, e
da Maria Angelina di Febbraro, compì gli studi secondari a Napoli
conseguendo la licenza liceale d'onore. Iscrittosi alla facoltà di
medicina e chirurgia dell'università di Napoli, frequentò i laboratori
di vari istituti: di istologia, diretto da G. Paladino; di embriologia,
diretto da A. Della Valle; di batteriologia, diretto da N. Pane; di
clinica pediatrica, diretto da F. Fede; di semeiotica chirurgica,
diretto da G. Pascale. Vinse una borsa di studio per gli studenti del
sesto anno di corso e si laureò in medicina e chirurgia a pieni voti e
con la lode il 31 luglio 1905.
Dopo essere stato assistente
volontario nell'ospedale di Loreto a Napoli nel 1905-1906, nel 1907
divenne assistente ordinario presso la clinica chirurgica
dell'università di Napoli diretta da A. D'Antona. L'anno seguente vinse
una borsa di studio di perfezionamento all'estero in ematologia; si recò
dapprima a Berlino, ove frequentò il Königliches Institut für
Infektionskrankheiten diretto da G.T.A. Gaffky e lavorò con A. von
Wassermann e J. Koch, e il laboratorio del Charlottenburg -
Westendkrankenhaus diretto da E. Grawitz; fu quindi a Londra, ove si
dedicò allo studio delle opsonine con sir A.E. Wright. Tornato in Italia
e ripreso il suo posto presso la clinica chirurgica napoletana, nel
1911 ottenne il titolo di aiuto, che conservò fino al 1915. Nel 1910
conseguì per titoli la libera docenza in patologia speciale chirurgica,
disciplina della quale ottenne da allora corsi di insegnamento
universitario pareggiato, e nel 1914 quella in clinica chirurgica: tali
docenze vennero confermate con d.m. del 15 febbr. 1930. Negli anni
accademici 1913-14 e 1914-15 fu incaricato dal prof. G. Pascale -
divenuto nel frattempo direttore dello istituto - della supplenza degli
insegnamenti ufficiali di semeiotica e clinica chirurgica.
Durante
la prima guerra mondiale prestò servizio inizialmente come capitano,
poi come maggiore medico e diresse sezioni ospedaliere di guerra e
l'ospedale militare De Amicis di Alessandria. Di nuovo a Napoli,
lasciata la clinica universitaria divenne chirurgo ordinario prima
dell'ospedale di Loreto e poi di quello dei Pellegrini; nel 1933, vinto
il relativo concorso, assunse la direzione di quest'ultimo ospedale, che
doveva poi mantenere per dieci anni.
Il
Chiarolanza fu un ottimo chirurgo, esperto e sicuro nella capacità diagnostica e
abile operatore. Subito dopo la laurea, grazie agli studi compiuti
all'estero, pubblicò lavori di ematologia, batteriologia e istologia.
Indirizzatosi verso la chirurgia, durante la sua attività universitaria
fu autore di numerosi studi su argomenti di diagnostica e di tecnica
chirurgica, che costituirono oggetto di comunicazioni a varie societá
scientifiche e di pubblicazioni. Si occupò delle forme chirurgiche della
tubercolosi, del pneumotorace artificiale, della chirurgia plastica e
delle ricostruzioni facciali; della chirurgia dell'elefantiasi, dei
tumori dell'apparato respiratorio e intestinale, delle cisti, delle
fistole ossee, delle artriti purulente; della chirurgia del simpatico,
delle fratture della colonna vertebrale, delle cisti del pancreas, delle
embolie postoperatorie; dei vantaggi e delle controindicazioni
dell'anestesia locale.Nel primo dopoguerra il Chiarolanza si era impegnato anche
nella vita politica a livello locale. Il 28 luglio 1920 fu tra i
fondatori della sezione napoletana della Democrazia sociale, di cui fu
segretario politico. In tale carica dette un contributo notevole alla
formazione della coalizione costituita per fronteggiare socialisti e
popolari nelle elezioni del 27 novembre del 1920, che conquistò la
maggioranza al comune di Napoli. Nell'amministrazione retta dal sindaco
A. V. Russo, egli fu assessore fino all'aprile 1921.
Dopo la
seconda guerra mondiale il Chiarolanza rivolse sempre più i propri interessi ai
problemi della classe medica e iniziò quella infaticabile e appassionata
attività politica e sindacale che doveva proseguire per tutta la vita.
Primo commissario del disciolto sindacato dei medici di Napoli, egli,
antifascista e firmatario a suo tempo del manifesto Croce, si adoperò
affinché colleghi che avevano ricoperto cariche politiche sotto il
regime fascista non subissero discriminazioni. Presidente poi del
ricostituito Ordine dei medici di Napoli fino al 1966 (con una
interruzione di tre anni), fece parte del comitato centrale della
Federazione nazionale degli Ordini dei medici dal 1946 al 1967, ne fu
segretario dal 1950 e ne divenne presidente nel 1952: mantenne tale
carica fino al 1964, rimanendo poi presidente onorario a vita. Se si
pone mente al fatto che l'Istituto nazionale di assicurazioni contro le
malattie, derivante dalla fusione delle preesistenti casse mutue, venne
istituito nel 1947 e che durante i primi anni di vita dedicò la propria
attività prevalentemente alla riorganizzazione del settore, risulta
evidente che il Chiarolanza si trovò ai suoi vertici nel periodo più difficile
dell'attuazione della "assicurazione contro le malattie": allora,
infatti, la classe medica, sindacalmente impreparata, divisa nei suoi
interessi pratici in una miriade di componenti, turbata da inaspettate
trasformazioni del servizio professionale, dovette stabilire nuovi
rapporti tra medico e paziente e inserirsi anche nella burocrazia
amministrativa. Le difficoltà crescenti, le polemiche che sempre più
investirono la classe medica, trovarono il Chiarolanza fermo nella difesa a tutti
i livelli della dignità e della libertà professionale, potendosi egli
valere del suo prestigio per conciliare gli interessi dei medici con le
esigenze della mutualità e i nuovi rapporti sociali; analoga azione
mediatrice egli svolse fra le varie categorie mediche, perché
acquistassero una comune coscienza ordinistico-sindacale e morale, più
aderente alle trasformazioni della società. Può essere interessante
ricordare che fin dal 1954 il Chiarolanza propugnò l'unificazione di tutti i
servizi assistenziali e l'"abbandono di quel mosaico di assistenza oggi
fornito dai vari istituti".
Più volte consigliere comunale di
Napoli, nel giugno 1953 fu eletto deputato al Parlamento per la seconda
legislatura repubblicana nel collegio di Napoli-Caserta per il Partito
nazionale monarchico. Presentatosi candidato alle elezioni politiche del
maggio 1958 nelle liste del Partito monarchico popolare non venne
rieletto, ma nel luglio dell'anno successivo subentrò a R. Cafiero,
allora deceduto. Nella IV legislatura (1963-68) venne confermato
deputato per il Partito democratico italiano di unità monarchica. In
Parlamento dette un qualificato contributo nel campo della legislazione
ospedaliera e sanitaria e svolse un'intensa azione per la costituzione
di un fondo di previdenza e assistenza per i medici, l'E.N.P.A.M., di
cui fu il primo presidente e in seguito membro del comitato direttivo:
l'ente, istituito nel 1957, dal 1º genn. 1958 cominciò a erogare la
pensione agli anziani e ai superstiti. Il Chiarolanza contribuì inoltre a far
modificare la legislazione sull'ordinamento dell'Opera nazionale
assistenza per gli orfani dei sanitari italiani, di cui fu membro del
comitato direttivo, e fece approvare una legge per i radiolesi che reca
il suo nome.
Il Chiarolanza svolse anche intensa attività giornalistica:
nel 1951 costituì l'Associazione stampa medica italiana (A.S.M.I.)
aderente alla Federazione italiana della stampa, fondò e diresse per
circa venti anni il periodico Risveglio sanitario e ridette vita al Bollettino ufficiale dell'Ordine dei medici di Napoli, in cui apparvero molti suoi articoli; fondò nel 1964 il settimanale Il Medico d'Italia, organo ufficiale della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, e potenziò la rivista Federazione medica.
Appartenne
a numerose società scientifiche, fra cui l'International College of
Surgeons, la Société internationale de chirurgie, l'Association
française de chirurgie et d'orthopédie, la Società italiana di chirurgia
e la Società nazionale di scienze e arti: fu membro del Consiglio
superiore di sanità dal 1952 al 1964.
Morì nella sua casa di Napoli, la sera dell'11 marzo 1969.
Fonti e Bibl.: oltre a R. Chiarolanza, Curriculum vitae, Napoli 1941, cfr. D. Giordano, Chirurgia, Milano 1938, ad Indicem; Necrol., in Bollettino uff. d. Ord. d. med. di Napoli, 30 settembre 1969, pp. 1, s.; in Il Medico d'Italia, VI (1969), 10, p. 4; E. R. Papa, Storia di due manifesti. Il fascismo e la cultura ital., Milano 1958, p. 100; R. Colapietra, Napoli tra dopoguerra e fascismo, Milano 1962, ad Indicem; A. Scirocco, Dall'Unità alla prima guerra mondiale, in Storia di Napoli, X, Napoli 1971, p. 123; I deputati al Parlamento dal 1848, Roma 1978, p. 110.
Arnaldo Cantani
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Le foto sono state liberamente tratte nei siti web dove erano pubblicate, concorrono in questo post alla libera diffusione della cultura, senza fini di lucro o altri scopi.
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