Continuando
la trattazione degli artisti che sono nati o hanno vissuto nell'Area Nord di Napoli, è la
volta del pittore Giuseppe Chiarolanza.
Diverse
sue opere furono acquistate dalla "Casa reale" dei Savoia ed alcune
oggi si trovano esposte nella Pinacoteca del Museo di Capodimonte, nonchè
presso diversi collezionisti privati napoletani e non.
Giuseppe Chiarolanza morì a Napoli, nell'anno 1920.
Salvatore Fioretto
Giuseppe
Chiarolanza nacque a Miano, il 17 marzo del 1868. Frequentò, con profitto,
l'Istituto di Belle Arti di Napoli, nel quale seguì l'indirizzo e gli
insegnamenti ricevuti, dipingendo quadri di genere e paesaggi ariosi.
In
suo onore dipinse "Il pantano di Licola".
Una
volta diplomato, seguì il suo percorso artistico, divenendo un apprezzato
paesaggista; i suoi quadri divennero celebri per la vivacità e la delicatezza
dei colori, ma fu molto abile anche nel ritrarre scorci di boschi, colline con
tanti alberi e i vecchi borghi abitati.
Esordì
nel 1880, all'evento pittorico "Promotrice napoletana" con l'opera
"Bosco di Capodimonte - Studio dal vero" (opera oggi esposta nelle sale
della ex Provincia di Napoli). Già in questo primo "dipinto studio",
Chiarolanza mostrò, una tecnica e una libertà di rappresentazione scenica, che
verrà da lui confermata nella produzione pittorica successiva, tuttavia sempre
più mirata a una crescente attenzione verso la resa del vero.
I suoi paesaggi, talvolta scorci cittadini, marine, boschi e campagne, apparvero con frequenza fin dalle prime mostre cittadine a cui partecipò, tra le quali si ricordano:
I suoi paesaggi, talvolta scorci cittadini, marine, boschi e campagne, apparvero con frequenza fin dalle prime mostre cittadine a cui partecipò, tra le quali si ricordano:
- 1880, "Promotrice di Napoli";
- 1884, opera esposta: "Nelle reali delizie di Capodimonte";
- 1887, opera esposta "Pantano di Licola";
- 1896, opere esposte: "Bosco di Licata", "Autunno", "Inverno";
- 1890, partecipa con diverse sue opere alla Mostra del Lavoro, nella quale venne premiato con medaglia d'argento;
- 1890, partecipa con diverse sue opere alla "Mostra del Lavoro" della Galleria Umberto I a Napoli, dove conseguì una medaglia di bronzo.
Chiarolanza
partecipò anche a diverse esposizioni italiane, tra le quali:
- nel 1883, alla "Mostra Nazionale di Roma", dove presentò "Il pascolo" e "Nel bosco reale di Capodimonte";
- nel 1898, alla Mostra di Torino, con i quadri "Dintorni di Napoli", "Via di Miano presso Napoli" e "Ponti Rossi".
Nel
1890 fu chiamato a collaborare alla decorazione delle sale del celebre Caffè
Gambrinus, insieme a tanti altri artisti celeberrimi, appartenenti alla famosa
"Scuola di Posillipo" e altri pittori impressionisti napoletani, tra
i quali Pietro Scoppetta (autore delle miniature degli spartiti musicali delle
case editrici napoletane, tra cui della Trevers), Luca Postiglione, Attilio Petrella,
Vicenzo Volpe, Gaetano Esposito, Vincenzo Magliaro, Vincenzo Irolli,
Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Edoardo Matania, Giuseppe
Alberto Cocco.
Altri
artisti che collaborarono, insieme a Chiarolanza, all'opera del Gambribus, furono: Alceste Comprioni,
G. Battista De Curtis (autore delle celebri canzoni classiche napoletane),
Raffaele Ragione, Aldo Ciarnelli, Salvatore Cozzolino, Giuseppe de Santis,
Umberto Albino, Nicola Bondi, Carlo Brancaccio, Vincenzo Capone,Vincenzo
Caprile.
Ponti Rossi (Napoli) |
I
suoi dipinti ritraggono paesaggi marini ma anche paesaggi agresti e gruppi di popolani ripresi nei
borghi più popolari di Napoli. Sicuramente alcuni suoi dipinti sono stati
ispirati dalle vedute ammirate a Miano e in altri posti delle colline di
Napoli, tra cui quella di Capodimonte.
Le
sue numerose opere pittoriche sono esposte nei migliori musei italiani ed europei e sono
scambiate oggi nelle più importanti case d'asta di dipinti.
Giuseppe Chiarolanza morì a Napoli, nell'anno 1920.
Salvatore Fioretto
salvato', sei grande, nella tua ricerca dimostri ogni volta che pubblichi qualcosa, che hai il fiuto di un cercatore di tartufi.
RispondiEliminaGrazie Salvatore che porti alla luce personaggi del Nostro quartiere, come un messaggio di speranza e di conforto.
RispondiElimina