Il ricordo di quei personaggi, nati e vissuti in una comunità, che con il loro operato ed esempio di vita hanno elevato il livello antropico e culturale del territorio, trascende dalla retorica e induce al giusto e obiettivo riconoscimento storico, collocandoli come parte integrante della storia della comunità di appartenenza. Compito della ricerca storica e degli storici, è quello di immortalare nei testi e nelle opere questi personaggi, affinché le future generazioni possano ricordarne il loro operato e approfondire la ricerca.
Tra questi personaggi, oggi ricordiamo quello che fu il padre spirituale e non solo, di più generazioni dell'antico quartiere di Chiaiano, parliamo di Don Gennarino De Luna, al secolo Gennaro De Luna Salzano.
Tra questi personaggi, oggi ricordiamo quello che fu il padre spirituale e non solo, di più generazioni dell'antico quartiere di Chiaiano, parliamo di Don Gennarino De Luna, al secolo Gennaro De Luna Salzano.
Gennaro De Luna nacque a Chiaiano, il 28 febbraio 1919, allora ancora Comune autonomo; venne battezzato nella parrocchia di San Giovanni Battista in Chiaiano, il successivo 2 marzo. Il parroco dell'epoca era tale don Sabatino De Rosa.
Cresciuto in una famiglia profondamente religiosa e cattolica, avvertì fin da fanciullo la "chiamata" alla vita consacrata. Per la sua formazione sacerdotale ebbero caratteri rilevanti gli insegnamenti del vescovo di Tricarico, mons. Raffaello delle Nocche, oggi Servo di Dio. Don Raffaello guidò sempre con amore di Padre, il futuro sacerdote don Gennaro.
Dopo la formazione al Seminario Maggiore di Napoli, Gennaro De Luna fu ordinato sacerdote il 30 maggio 1942, seguì, poi, il dottorato in Teologia Patristica, conseguito, dopo la guerra, il 30 maggio 1947.
Don Gennarino bruciò presto le tappe della suo percorso sacerdotale e solo dopo cinque anni dall'ordinazione sacerdotale, gli fu affidata la guida pastorale della antica parrocchia di San Giovanni Battista in Chiaiano. Uno dei pochi casi di Sacerdote figlio della stessa parrocchia, dove era nato e battezzato, divenuto il suo Parroco.
Profondo conoscitore di Teologia e delle Sacre Scritture, profondeva il suo amore e la sua abnegazione verso i suoi parrocchiani, e con l'affetto e l'amore di padre si prodigava ad aiutare soprattutto gli ultimi e i bisognosi, non risparmiando le sue forze per offrire loro aiuti spirituali e materiali di cui necessitavano. Trascorreva le sua giornate ad ascoltare le tante persone, che a lui ricorrevano per un consiglio, un aiuto, una speranza. Ed egli conoscitore dell'animo umano si faceva paladino di speranza, non trascurando mai nessuno, e spesso era solito percorrere le vie e le contrade di Chiaiano, anche con le condizioni meteoriche avverse, cercando di incontrare tutte quelle persone che da tempo non vedeva oppure avevano smesso di frequentare la parrocchia di San Giovanni Battista.
Profondo conoscitore di Teologia e delle Sacre Scritture, profondeva il suo amore e la sua abnegazione verso i suoi parrocchiani, e con l'affetto e l'amore di padre si prodigava ad aiutare soprattutto gli ultimi e i bisognosi, non risparmiando le sue forze per offrire loro aiuti spirituali e materiali di cui necessitavano. Trascorreva le sua giornate ad ascoltare le tante persone, che a lui ricorrevano per un consiglio, un aiuto, una speranza. Ed egli conoscitore dell'animo umano si faceva paladino di speranza, non trascurando mai nessuno, e spesso era solito percorrere le vie e le contrade di Chiaiano, anche con le condizioni meteoriche avverse, cercando di incontrare tutte quelle persone che da tempo non vedeva oppure avevano smesso di frequentare la parrocchia di San Giovanni Battista.
Non trascurò la gioventù di Chiaiano, le aspettative e i conseguenti problemi di inserimento nella società.
Di animo buono, sempre ottimista, la sua travolgente simpatia lo portava ad aprirsi facilmente all'amicizia, non facendo avvertire la sua profonda cultura, che poteva causare sentimenti di soggezione ed inferiorità nei confronti di chi l'ascoltava.
Ricoprì diversi incarichi ecclesiastici: fu cappellano del cimitero di Chiaiano e padre spirituale del convento delle suore Discepole di Gesù Eucaristico, a cui non fece mai mancare la sua benevole attenzione di pastore e sacerdote.
Con il trascorrere degli anni egli non si risparmiò mai nell'accudire il suo gregge e la sua parrocchia, fino al venir meno delle sue forze, e anche quando la salute non gli permise più di continuare il suo ministero sacerdotale, lasciandolo infermo su una sedia a rotelle, si informava continuamente delle azioni pastorali condotte nella sua parrocchia dal nuovo parroco, continuando a dare condigli e suggerimenti.
Il 25 novembre 2005 don Gennarino De Luna si spegneva nell'affetto e nel nostalgico ricordo dei suoi tantissimi parrocchiani di Chiaiano, che lo piangevano come la perdita di un padre.
Nel giornale "L'Altra Napoli" anno XII N.10/12, ottobre/dicembre 2012, cosi il poeta Vincenzo Morra così ricordava Don Gennarino appena scomparso:
[...] Quanno e vvote don Gennaro,\ parrucchiano e paisano,\ cerca a grazia, e ... nun è raro,\ pe sta giuventù 'e Chiaiano, \\ p'ogne goccia d'overdose,\ trova 'o chiagno ncoppa 'e rrose [...]
La figura di Don Gennarino de Luna appartiene anche ai dolci ricordi della storia della mia famiglia, avendo celebrato le nozze dei miei cari genitori, il 14 febbraio 1963. Allora la parrocchia di San Giovanni estendeva le sue competenze ecclesiastiche fino alla masseria del Torricelli (sita nel Comune di Mugnano), luogo che ha visto nascere e crescere la mia cara madre Rosa.
Salvatore Fioretto
Di animo buono, sempre ottimista, la sua travolgente simpatia lo portava ad aprirsi facilmente all'amicizia, non facendo avvertire la sua profonda cultura, che poteva causare sentimenti di soggezione ed inferiorità nei confronti di chi l'ascoltava.
Ricoprì diversi incarichi ecclesiastici: fu cappellano del cimitero di Chiaiano e padre spirituale del convento delle suore Discepole di Gesù Eucaristico, a cui non fece mai mancare la sua benevole attenzione di pastore e sacerdote.
Con il trascorrere degli anni egli non si risparmiò mai nell'accudire il suo gregge e la sua parrocchia, fino al venir meno delle sue forze, e anche quando la salute non gli permise più di continuare il suo ministero sacerdotale, lasciandolo infermo su una sedia a rotelle, si informava continuamente delle azioni pastorali condotte nella sua parrocchia dal nuovo parroco, continuando a dare condigli e suggerimenti.
Il 25 novembre 2005 don Gennarino De Luna si spegneva nell'affetto e nel nostalgico ricordo dei suoi tantissimi parrocchiani di Chiaiano, che lo piangevano come la perdita di un padre.
Nel giornale "L'Altra Napoli" anno XII N.10/12, ottobre/dicembre 2012, cosi il poeta Vincenzo Morra così ricordava Don Gennarino appena scomparso:
[...] Quanno e vvote don Gennaro,\ parrucchiano e paisano,\ cerca a grazia, e ... nun è raro,\ pe sta giuventù 'e Chiaiano, \\ p'ogne goccia d'overdose,\ trova 'o chiagno ncoppa 'e rrose [...]
La figura di Don Gennarino de Luna appartiene anche ai dolci ricordi della storia della mia famiglia, avendo celebrato le nozze dei miei cari genitori, il 14 febbraio 1963. Allora la parrocchia di San Giovanni estendeva le sue competenze ecclesiastiche fino alla masseria del Torricelli (sita nel Comune di Mugnano), luogo che ha visto nascere e crescere la mia cara madre Rosa.
Salvatore Fioretto
Le foto pubblicate in questo post dedicato alla memoria di Don Gennarino Salzano De Luna, sono state tratte dal sito Web della Parrocchia di San Giovanni Battista di Chiaiano.
E stato il mio padrino di battesimo
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