Abbiamo già trattato in
questo blog la storia di alcuni eminenti personaggi della magistratura napoletana,
che sono nati, vissuti o morti nell’antico borgo di Piscinola, dimostrando che questo
territorio vanta un passato glorioso anche in questo particolare ambito di
ricerca storica.
Frontespizio del periodico Almanacco Italiano |
Anche per lui, purtroppo, abbiamo fatto fatica a ricostruire le tappe della sua vita e il legame con il
nostro territorio, mentre alcuni particolari della sua biografia risultano ancora poco noti e oggetto di ricerca, perché, come spesso lamentiamo, l’assenza di dediche stradali
e di targhe civiche nel nostro quartiere hanno determinato nel tempo la grave perdita della nostra
“memoria" storica e civica...!
Vecchio prospetto di Castel Capuano antica sede dei Tribunali di Napoli |
Lestingi conseguì la laurea in
Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli. Ebbe tra gli
insegnanti i “capisaldi” napoletani della scuola classica del diritto penale
della nascente giurisprudenza italiana: E. Pessina, L. Capuano, F. De Blasio,
F. Pepere, R. Fioretti, L. Zumpani. Mentre i suoi colleghi accademici negli
anni di studio furono: G. Capitelli, P. Marsilio, E. Perfumo, V. Sansonetti, F.
Criscuolo, V. Colmayer, N. Cianci, F. Lanzetta, A. Cammarota, F.
Girardi..., i quali, come il Lestingi, occuparono posti di prestigio
nell’ambito dell’insegnamento, della magistratura o dell’amministrazione dello
Stato.
Castel Capuano in una foto di inizio secolo XX |
Lestingi Ferdinando fu assunto presso
l’amministrazione della giustizia. Svolse una brillante carriera in diverse
sedi di tribunali del Regno, in particolare a Napoli e nell'Italia meridionale;
infatti:
L'ingresso del Tribunali, anni '60, foto archivio l'Unità |
- Nello stesso anno 1872 fu nominato reggente
della Regia Procura del tribunale di Ariano Irpino (AV). In quell’anno era
stato insignito del titolo di “Cavaliere”.
- Nell’anno 1873 fu nominato reggente della
Regia Procura del tribunale di Cassino, ruolo che coprirà fino al 1876.
- Nell’anno 1877 fu nominato Procuratore del
Re presso il tribunale di Bari.
- Nell’anno 1878 fu trasferito al tribunale
di Santa Maria Capua Vetere per coprire il ruolo di Procuratore del Re, carica
che esercitò almeno fino al 1880.
- Nell’anno 1881 fu nominato Procuratore generale presso la corte di Appello di Palermo.
- Nell’anno 1881 fu nominato Procuratore generale presso la corte di Appello di Palermo.
- Successivamente, nell’anno 1884, venne
trasferito nel tribunale di Girgenti (Agrigento), come Procuratore Generale, ruolo che
coprirà almeno fino all’anno 1885.
Mappa della provincia di Agrigento, di A. Rizzi Zannoni, fine XVIII sec. |
- Nel 1900, il commendatore Ferdinando
Lestingi venne dispensato dal servizio, a causa della sua infermità e nominato
“Primo Presidente della Corte di Appello a riposo”.
- Nello stesso anno 1900, il Ministero di
Grazia e Giustizia gli conferì il prestigioso titolo di “Grand’Ufficiale
nell’Ordine della Corona d’Italia”.
Morì a Piscinola, nel novembre del 1900. La notizia del decesso venne riportata nella rubrica dei necrologici, della rivista italiana "Almanacco Italiano - Enciclopedia popolare di vita pratica", dell'anno 1901 ed. Firenze.
Non sappiamo ancora con precisione in quale strada di Piscinola risiedesse e per quanto tempo sia stato cittadino del nostro quartiere, tuttavia nell'Annuario Detken dell'anno 1913, nel villaggio di Piscinola, in via del Salvatore 45, si trova indicata la villa Cocle, la quale dovrebbe essere stata la residenza della famiglia Lestingi e che poi, dopo la morte di Ferdinando, avrebbe mutato il titolo con il cognome della moglie, Amalia Cocle.
Morì a Piscinola, nel novembre del 1900. La notizia del decesso venne riportata nella rubrica dei necrologici, della rivista italiana "Almanacco Italiano - Enciclopedia popolare di vita pratica", dell'anno 1901 ed. Firenze.
Non sappiamo ancora con precisione in quale strada di Piscinola risiedesse e per quanto tempo sia stato cittadino del nostro quartiere, tuttavia nell'Annuario Detken dell'anno 1913, nel villaggio di Piscinola, in via del Salvatore 45, si trova indicata la villa Cocle, la quale dovrebbe essere stata la residenza della famiglia Lestingi e che poi, dopo la morte di Ferdinando, avrebbe mutato il titolo con il cognome della moglie, Amalia Cocle.
Trafiletto dei necrologici, tratto da "Almanacco Italiano", anno 1901 |
"Sala dei Busti" presso Castel Capuano |
In un articolo Lestingi
sosteneva che il fenomeno della “Fratellanza” nella provincia di
Agrigento fosse stato originato da alcuni abitanti di Favara, che avevano
scontato diversi anni di soggiorno obbligato nell’isola di Ustica. Le
“fratellanze” segrete erano quindi una sorta di "associazione di mutuo soccorso" o di
aiuto reciproco, non visto essenzialmente come mezzo per aumentare il profitto,
ma più per aiutare a gestire i rapporti nella gerarchia e far rispettare le
regole adottate.
A questa “famiglia artificiale” si accedeva mediante una
caratteristica cerimonia di affiliazione che il Lestingi per primo
descrisse: “Un solenne giuramento obbligava un socio agli altri, prestato
alla presenza di tre di costoro, de’ quali uno, legato l’indice con un filo, lo
pungeva spruzzando di qualche goccia di sangue una immagine sacra, che di poi
veniva bruciata, spargendo al vento la cenere; la divinità.
La cenere dispersa significava che come non si poteva ridar forma alla carta, così non era possibile al socio sciogliersi o mancare agli obblighi contratti (Lestingi 1884, p. 455).”
"Sala dei Busti" presso Castel Capuano |
La cenere dispersa significava che come non si poteva ridar forma alla carta, così non era possibile al socio sciogliersi o mancare agli obblighi contratti (Lestingi 1884, p. 455).”
Un’altra cosa interessate,
che trapela nei suoi scritti, è l’origine della parola mafia, che
deriverebbe dalla consuetudine dei malviventi di Trapani di rifugiarsi nelle
cave di tufo dei dintorni, cave che erano chiamate “Mafie”.
"Aquila bicipite" sulla facciata di Castel Capuano |
Di Lestingi si conservano diverse epistole indirizzate al celebre scienziato, medico e antropologo, Cesare Lombroso, in risposta ad alcuni quesiti da questi rivolti, in ambito delle sue ricerche, relative alle pene detentive per i criminali e sul possibile trattamento alternativo al carcere per i detenuti.
Salvatore Fioretto
Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati agli autori, ai sensi della legislazione vigente.
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N.B.: Le foto riportate in questo post sono state liberamente tratte dai siti web dove erano state inserite, con il solo scopo di favorire la libera diffusione della cultura.
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