Come già pubblicato per la chiesa del SS. Salvatore in Piscinola, riportiamo anche per la chiesa di San Giovanni Battista di Marianella il rapporto redatto dai Signori Commissari, durante la Santa Visita arcivescovile condotta dall'Arciv. di Napoli, Francesco Carafa, nell'anno 1542.
Da notare che la chiesa all'epoca era una "Cappellania", ovvero retta da un governo di Maestri laici (Maestria), che nominava il cappellano, officiante le funzioni sacre e i sacramenti.
Particolarmente interessante è la descrizione riservata ad una cappella esistente all'interno della stessa chiesa di Marianella, dedicata a Maria SS. Annunziata, retta anch'essa con lo status di "cappellania", ma autonoma rispetto alla chiesa principale di Marianella e, anche per essa, con la presenza di un cappellano, nominato però dalla famiglia Iodice, sulla cui cappella esercitava il patronato.
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Marianella
Chiesa di San Giovanni Battista.
Nello stesso giorno.
I suddetti signori commissari giunsero nella parrocchia sotto
l'invocazione di San Giovanni Battista costruita nel Villaggio chiamato
Marianella. Trovandosi all'interno di detta chiesa, con l'intenzione di
visitarla, e fatta un'accurata indagine, si è scoperto che detta chiesa è retta
da quattro maestri laici nominati per ora dall'Università di detta città (Marianella) ed i
quali nominano e assegnano il mandato a un cappellano rimovibile, per la celebrazione, per la detta chiesa, delle messe e l'amministrazione dei
sacramenti ecclesiastici, e al quale cappellano pagano ducati dodici ogni
anno. Per ora il venerabile cappellano è don Giacomo Sarnataro di detta città (Marianella); e
che i sacerdoti Edbomandari della Chiesa maggiore di Napoli (riferito forse alla Cattedrale di Napoli oppure alla chiesa di San Giovanni
Maggiore n.d.r.) solevano (venire) nei tempi presenti, nel giorno
della festa di S. Giovanni Battista, per celebrare la messa cantata e i Vestri
nella detta chiesa, come membri della Congregazione. Ma sono passati
quattro anni da quando sono venuti a festeggiare l’ultima volta.
I suddetti
signori Commissari si sono recati nel luogo dove è custodito il Santissimo Sacramento
dell'Eucaristia e alla fonte battesimale; la quale essendo stata ben vista e
rivista, deliberarono che nella detta fontana si mettesse una tazza o un coperchio.
Il resto era stato improvvisato (...)
Nella detta chiesa furono accertati e censiti i detti beni: due calici, con le coppe e le patene d'argento e con i piedi di rame; una pianeta di seta nera; un'altra di seta rossa; un’altra di velluto leoninato; tre camici e ammitti, due stole e due manipoli; un messale di stampa; ventisei teli di lino per l'altare.
Il suddetto don Giacomo fu esaminato sulla sua idoneità e fu approvato per la celebrazione e l'amministrazione dei sacramenti ecclesiastici, oltre che per l'ascolto delle confessioni.
Cappella di Santa Maria Annunziata.
Ed ecco che apparve il suddetto venerabile don Domenico Guadagno, cappellano della cappella sotto l'invocazione di S. Maria Annunziata, costruita all'interno del suddetta chiesa, che esibisce le lettere di provvedimento per sé stesso da parte del b. m. (beato monsignor (?)) Donato, vescovo di Ischia e vicario Napoletano, dal quale si evince che la nomina era provvisoria perchè la detta cappella era allora vacante, per la morte di don Sabatino de Iodice, con presentazione di Paolo de Iodice, Sebastiano e Andrea de lodice, Valentino de Iodice, Morgana de Iodice e Medea de lodice, patroni di detta cappella, che trovandosi in potere di presentare il cappellano o i cappellani ogni volta che ne ricorresse l'occasione di chiamata. Lo confermano le stesse lettere firmate di mano del notaio Giovanni Antonio de Angrisani, sotto il sigillo di detta Corte, sotto l'atto di nomina datato ultimo giorno del mese di settembre, VI Indizione, anno 1532. Lo stesso sacerdote ha detto che è tenuto a celebrare due messe ogni settimana. E ha anche detto che aveva un pigione annuo di trentadue carlini, che Susanna de Sardis, moglie di Ferdinando Brancaccio, pagava per una certa casa sita nel medesimo paese, presso la strada di detto paese, prossima alle strade pubbliche e limitrofe e ad altri confini.
Riportiamo il testo originale scritto in latino.
MARIANELLA
ECCLESIA SANCTI IO. BAPTISTE
Eodem die.
Prefati dd. commissarii accesserunt ad parrocchialem sub invocatione Sancti Io. Baptiste, constructam intus dictam villam Marianelle. Ex existentes intus dictam ecclesiam, animo illam visitandi, et facta diligent inquisitione, repertum fuit quod ditta ecclesia regitur per quatuor magistros laycos protempore deputatos per universitatem dicte ville et quo deputant capellanum amovibilem ad eorum nutum in dicta ecclesia pro celebratione missarum et administratione ecclesiasticorum sacramentorum, cui cappellano solvunt ducatos duodecim anno colibet. Et ad present est deputatus cappelanus venerabilis d. Iacobus Sarnitanus de ditta villa; et quod ebdomadarii mayoris ecclesie Neapolitane (venire) solebant temporibus presentibus, in die festivitatis sancti lo. Baptiste, ad celebrandum mjssam cantatam et vesperas in dicta ecclesia, tamquam membrum eorum congregationis. Et sunt quatuor anni elapsi quod non venerunt ad celebrandum, ut solebant.
Prefati dd. commissarii accesserunt ad locum in quo reconditur sacratissimum sacramentum Eucharistie et ad fontem baptismalem; quibus bene visis et revisis, decreverunt quod accomodetur cuppa seu coperimentum dicte fontis. Cetera repenta fuerunt. (…).
In dicta ecclesia repenta fuerunt subscripta bona: dui calici con le coppe et patene de argento et li pedi de rame; una pianeta de saya negra; un altra de saya rossa; un altra de velluto lionato; tre cammisi et ammicti; doe stole et dui manipoli; uno messale de stampa; vintisei tovaglie de tela de altare.
Supradictus d. Iacobus fuit examinatus super eius idoneitate et approbatus quoad celebrationem misse et administrationem e ecclesiasticorum sacramentorum, preterquam confessiones audire.
Capella Sancte Marie Annunciate.
Et similiter in dicta ecclesia est quoddam altare sub invocatione Sancte Marie Annunciate, quod est de iure patronatus de domo de Iudice de dicta villa, in quo est perpetua capellania, quam poxidet (per) presbyter Guadagno, qui aliter non comparuit in dicta visitation; propterea non potuit haberi notitia de qualitate et introytibus dicti altaris.
Et deinde comparuit prefatus venerabilis d. Dominicus Guadagno, capellallanus capelle sub invocatione Sancte Marie Annuntiate, construtte intus dicte ecclesiam, qui productis literas provisionis sibi fatte per b. m. Donatum, episcopum Hysclanum et vicarium Neapolitanum, per quem provisum fuit de dicta capella vacante tunc per obitum d. Sabatini de Iudice, ad presentationes Pauli de Iudice, Sebastiani et Andree de Iudice, Valentini de Iudice, Morgane de Iudice, Medee de Iudice, patronorum dicte capelle et existentium in poxessione presentandi capellanum et capellanos totiens quotiens casus vocationis occurrerit. Constat per easdem literas subscriptas manu notarii Jo. Antonii de Angrisanis, sigillo dicte curie impendente munitas, sub die ultimo mensis septembris VI indictionis, 1532.
Et dixit quod tenetur ad celebrandum missas duas (cum dimidio) qualibet ebdomada.
Et dixit habere annuum redditum carlenorum triginta duorum, quem solvit Susanna de Sardis, uxor condam Ferdinandi Brancatii, ratione cuiusdam casalene site in eadem villa, iuxta plateam dicte ville, iuxta viam puplicam et vicinalem et alios confines.
Il testo della relazione di Santa Visita è stato tratto dal libro "Il Liber Visitationis", di Francesco Carafa nella Diocesi di Napoli, 1542-1543", pubblicato
a cura di mons. Antonio Illibato, nell'anno 1983 (Roma, Ediz. Storia e
Letteratura), già direttore responsabile dell'Archivio Diocesano di
Napoli, recentemente scomparso.