mercoledì 24 settembre 2025

1939... Centenario della canonizzazione di Sant'Alfonso, un "villino" inaugurato a Marianella...

In occasione della ricorrenza della nascita di Sant'Alfonso Maria dei Liguori, che capita il 27 settembre prossimo, pubblichiamo questa bella testimonianza che decrive la cerimonia di inaugurazione dello spazio attrezzato adiacente alla casa natale di Sant'Alfonso a Marianella, denominata "Villa S. Alfonso", avvenuto il 2 luglio 1939, con l'erezione di una statua in marmo a mezzo busto del Santo sul portale d'ingresso del piazzale. 
Il racconto è stato tratto dal periodico mensile: “S. Alfonso”, del 2 luglio 1939, anno X, n.7 - pagg. 128-129):

 

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"Per le feste centenarie di S. Alfonso M. dei Liguori

Marianella.

Cento anni or sono, il 26 maggio 1839 la S. Chiesa coronava la fulgida fronte di S. Alfonso M. dei Liguori, il Santo della Preghiera, il Dottore incomparabile, l’Illustre Fondatore di una Congregazione di Missionari, della più splendida gloria che si possa dare ad un uomo, della corona della Canonizzazione. E Marianella, ridente borgata della bellissima Napoli, non doveva essere l’ultima a festeggiare il glorioso centenario del grande avvenimento, anzi la prima, mentre essa il 27 settembre del 1696 aveva la gloria di fargli i natali, come canta bellamente una canzonetta popolare:

Venturosa Marianella
Che la culla gli donò.

Per iniziativa del solerte Superiore P. Egidio M. Centrella si è voluto iniziare la ricorrenza del sì bel Centenario con la inaugurazione di un villino dedicato proprio a S. Alfonso, villino che non solo abbellisce questo raro cimelio alfonsiano, ma serve ancora a bonificare alquanto la zona circostante la Culla del glorioso nostro Santo Fondatore.
Si è detto che Marianella doveva essere la prima, ed essa infatti ha anticipato di un mese l’inizio delle feste centenarie.
Il 26 aprile, giorno sacro alla Madonna del Buon Consiglio, si inaugurava la Villa S. Alfonso. A rendere più solenne la inaugurazione vi prendeva parte il M. R. Provinciale P. Biagio Parlato, nonché la massima parte della Comunità di Napoli; il Superiore, P. Jacovino, P. Javarone, P. Carioti, P. Romano e diversi Fratelli laici. Alla festa gentile veniva ancora invitata un’eletta schiera di nostri amici e devoti di S. Alfonso specie quelli con loro contributo avevano cooperato all’erezione del Villino.
Notavasi fra essi il carissimo Ingegnere Di Maro che più di tutti si era cooperato con i suoi consigli e con la sua direzione, e tutto l’aveva fatto per divozione a S. Alfonso. Ci onorò della sua presenza il Console Cuoco che più munifico era stato nella sua offerta, e con lui il Dott. Landi, Cuozzo, Lambo, Cristiano, Ciccarelli, Errichiello, Saetta. Anche la Direttrice Magliano, circondata da un’eletta schiera di Insegnanti, come la Di Maro, Cristiano, Lambo
 (la prof.ssa Marzia Magliano era la direttrice scolastica della scuola "Torquato Tasso" di Piscinola e quindi anche il corpo docenti menzionati sono della scuola di Piscinola, che a quei tempi ospitava anche gli studenti residenti a Marianella - n.d.r.), non volle mancare a rendere con la sua presenza un tributo di ossequio e di venerazione a S. Alfonso. Intervenne anche la rappresentanza della Stampa e vi parteciparono i corrispondenti locali del “Mattino” e del “Popolo di Roma”.
La cerimonia ebbe inizio con la benedizione delle due statue, una della Madonna istallata nell’edicoletta interna del giardinetto e rappresentate la Immacolata Concezione, la seconda un mezzo busto marmoreo di S. Alfonso, posto sull’arco d’ingresso. La benedizione liturgica fu data dal M. Rev. P. Superiore Centrella e il sacro rito fu accompagnato da cantici spirituali eseguiti dalla Schola Cantorum diretta dal Prof. Saetta. A seguito della Benedizione vi furono poche parole di circostanza dette dal Rev. P. Di Chio. Con grande soddisfazione ed approvazione degli uditori il Padre, con parola disinvolta e molto appropriata, esordendo con dire che la presente cerimonia era come una dolce parentesi alla vita movimentata del mondo e alla psicosi di guerra che tutti pervade, aggiunse che era dovere dei Redentoristi ringraziare quanti avevano loro procurato questo sollievo spirituale e in primo luogo S. Alfonso, che con la sua vita santa, aveva meritato tanta gloria essenziale ed accidentale; in secondo luogo gl’invitati che con la loro offerta avevano cooperato all’erezione della Statua e del villino; in terzo luogo il P. Centrella che con sacrifici e stenti aveva ideato ed attuato il progetto.

Lapide marmorea posta sulla facciata del palazzo 
di Marianella che appartenne alla famiglia Liguori

La festicciola fu conchiusa con un rito sacro; fu cantato il Te Deum  e data la Benedizione col SS. Sacramento.
Le feste centenarie iniziatesi con tanta solennità si sono continuate e continueranno ancora per tutto l’anno: e l’ultima domenica di Maggio come la più prossima al 26, data precisa della Santificazione di S. Alfonso si è cantata una Messa solenne con Comunione generale, a cui hanno preso parte le Associazioni della Madonna del Perpetuo Soccorso e di S. Alfonso.
Fidenti dell’aiuto del Buon Dio ci auguriamo che dette feste così bene  iniziatesi possono seguire e completare con ogni solennità a profitto delle anime nostre e ad onore del gran Servo di Dio e Dottore della Chiesa universale: S. Alfonso M. dei Liguori."

Salvatore Fioretto 


Cappella del Tesoro di San Gennaro, statua reliquario d'argento raffigurante Sant'Alfonso M. dei Liguori

giovedì 18 settembre 2025

E in onore di San Gennaro, fu istituito un importante Ordine di cavalieri!


E' ormai tradizione di questa pagina omaggiare la ricorrenza di San Gennaro con un post riguardante la storia del Patrono in rapporto alle vicende della sua vita e alla storia di Napoli. Quest'anno abbiamo scelto di descrivere un aspetto particolare delle "vicende san gennariane", che vedono accostato il Patrono di Napoli all'istituzione di un Ordine cavalleresco, quello di "San Gennaro" appunto... Buona lettura!

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Osservando lo stemma della casa reale dei Borboni, che compare anche sulla bandiera del Regno delle due Sicilie, notiamo una serie di collari che ricordano altrettanti ordini cavallereschi, i quali, oltre a insignire i componenti maschili della casa reale, erano concessi ai personaggi notabili che si erano distinti per l'obbedienza e servizio al re, ma anche a sovrani, principi, cardinali e personaggi di alta rappresentatività politica. Tra questi Ordini i più celebri e importanti furono l'Ordine Cavalleresco spagnolo del "Toson d'Oro", istituito da Filippo V re di Spagna e l'Ordine Cavalleresco di "San Gennaro", istituito dal figlio di Filippo, Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia.

 

L'Ordine di San Gennaro fu istituito da Carlo di Borbone per celebrare il suo matrimonio con Maria Amalia Welburga, principessa di Sassonia e di Baviera, il 3 luglio 1738. L'istituzione fu approvata da papa Benedetto XIV, con bolla del 1741, confermando la sua ispirazione cattolica. Il numero dei cavalieri ammessi era limitato a sessanta, anche se nel corso della storia tale limite è stato diverse volte superato. I principi della casa reale dei Borbone erano da considerarsi cavalieri ammessi al di fuori di tale limite.

I cavalieri appartenente all'Ordine di San Gennaro erano contraddistinti dall'indossare una fascia rossa di fattura ondeggiante, e un collare a maglie d'oro, con a centro un medaglione composto da una croce a quattro braccia, bordata d'oro, con smalti di colore rosso, blu, verde e bianco, e al suo centro l'immagine di san Gennaro raffigurato con la mitra, con il pastorale e con le ampolline del sangue, mentre nel retro della medaglia sono raffigurate le due ampolline del sangue, poste sul libro del Vangelo e tra due palme; la decorazione è completata da una serie di immagini allegoriche composte da fiamme di smalto rosso e da gigli borbonici in oro. 
Il motto dell'Ordine recita: "IN SANGUINE FOEDUS".

Ed ecco la cronologia dei Gran Maestri dell'Ordine Cavalleresco di San Gennaro:

1 S. M. Carlo Re di Napoli e di Sicilia (I Gran Maestro dal 1738 al 1759)

2 S. M. Ferdinando I Re delle due Sicilie (II Gran Maestro dal 1759 al 1825)

3 S. M. Francesco I Re delle due Sicilie (III Gran Maestro dal 1825 al 1830) 

4 S. M. Ferdinando II Re delle due Sicilie (IV Gran Maestro dal 1830 al 1859) 

5 S. M. Francesco II Re delle due Sicilie (V Gran Maestro dal 1859 al 1894)

6 S.A.R. Principe Alfonso di Borbone delle due Sicilie (VI Gran Maestro dal 1894 al 1938) 

7 S.A.R. Principe Ferdinando Pio di Borbone delle due Sicilie (VII Gran Maestro dal 1938 al 1960) 

8 S.A.R. Principe Ranieri di Borbone delle due Sicilie, duca di Castro (VIII Gran Maestro dal 1960 al 1973) 

9 S.A.R. Principe Ferdinando Pio di Borbone delle due Sicilie, duca di Castro (IX Gran Maestro dal 1973 al 2008) 

10 S.A.R. Principe Carlo di Borbone delle due Sicilie, duca di Castro (X Gran Maestro dal 2008 ...).

L'Ordine di San Gennaro è disciplinato, fin dalla sua costituzione,  da uno statuto che detta i doveri che devono rispettare i cavalieri, tra i quali: di adoperarsi per "...l'accrescimento a qualunque costo della Santissima Religione", "...il virtuosamente operare", ed essere "eroico esempio della pietà verso Dio, e della fedeltà verso il loro Principe". In particolare, i cavalieri si devono impegnare a non duellare e a deferire le contese agli Organi superiori, oltre a partecipare alla Messa e alla Comunione a Pasqua e durante le feste di San Gennaro. Altra limitazione è quella che devono essere tutti di fede cristiana cattolica.

All’Ordine di San Gennaro furono nominati molti personaggi politici e governanti, italiani e anche non italiani (tra cui: 7 imperatori, 22 re, 9 principi sovrani e 33 tra altezze reali e imperiali), mentre, in riferimento alle rinomate famiglie aristocratiche del Regno di Napoli (e anche di fuori Regno), ricordiamo quelle più importanti che hanno avuto alcuni componenti insigniti con tale Ordine, che furono:

n. 6 della famiglia  Acquaviva d'Aragona

n. 3 della famiglia D'Avalos 

n. 3 della famiglia Brancaccio

n. 2 della famiglia Capece Minutolo

n. 2 della famiglia Capece Galeota

n. 11 della famiglia Caracciolo

n. 7 della famiglia Carafa

n. 5 della famiglia Colonna

n. 6 della famiglia Doria

n. 2 della famiglia Filangieri

n. 2 della famiglia Filomarino

n. 5 della famiglia Gaetani

n. 2 della famiglia Giudice Caracciolo

n. 3 della famiglia Gravina

n. 3 della famiglia Grifeo

n. 6 della famiglia Guevara

n. 2 della famiglia Imperiali

n. 4 della famiglia Loffredo

n. 2 della famiglia Mastrilli

n. 3 della famiglia Medici

n. 3 della famiglia Milano Franco d'Aragona

n.5 della famiglia Orsini

n.6 della famiglia Pignatelli


n.7 della famiglia Ruffo

n.7 della famiglia Di Sangro

n.4 della famiglia Sanseverino

n.10 della famiglia Spinelli

n.3 della famiglia Tocco Cantelmo Stuart

Tra i cardinali, compare il compianto cardinale di Napoli, Sisto Riario Sforza. 

Al momento dell'istituzione dell'Ordine cavalleresco, re Carlo di Borbone nominò i seguenti ministri: per il Cancelliere, Don Mondillo Orsini, arcivescovo di Capua e Patriarca di Costantinopoli, per il Gran Maestro di Cerimonie, il marchese don B. Tanucci, per il Tesoriere, don G. Brancaccio, e per il Segretario, don Gaetano Maria Brancone.

Visitando la collezione museale esposta nella Galleria di Capodimonte, risalta particolarmente il dipinto, opera di Vincenzo Camuccini, che raffigura il re Ferdinando I che indossa il bellissimo mantello di color rosso, con il collare e i paramenti dell'Ordine Cavalleresco di San Gennaro. La collezione comprende anche alcuni dipinti raffiguranti altri personaggi della casa reale con in mostra il medaglione dell'Ordine.

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Oggi, 19 settembre, ricorrenza del Martirio di San Gennaro, vescovo e martire, Patrono di Napoli e della Campania, la redazione di "Piscinolablog" porge gli auguri di "Santa festa" a tutti i lettori che si chiamano "Gennaro", a tutti gli abitanti di Napoli e della Regione Campania e, in particolare, a coloro che sono all'estero per motivi di studio e di lavoro. 

Buona festa a tutti!

Salvatore Fioretto 

  


domenica 31 agosto 2025

Gli antichi commercianti di Piscinola: memoria di un fulgido passato...

L'antico borgo di Piscinola pur nella esiguità della sua estensione superficiale (parliamo di circa tre chilometri quadrati), vanta un passato glorioso anche per il commercio, che qui ha lasciato un'impronta significativa e degna di menzione. I vari sobborghi del Capo 'e Coppa, del Capo 'a Chianca, di Ncopp''o Principino, di Sott'a chiesa e Abbascio Miano erano un pullulare di negozietti e piccoli locali commerciali, spesso condotti da anziani o da genitori e figli (a carattere familiare): una ricchezza di artigiani e piccoli imprenditori che fornivano prodotti di buona qualità e di vario genere, i quali hanno lasciato un'impronta significativa nella storia recente di Piscinola, soprattutto per la loro grande umanità e intraprendenza. Ovviamente la parte da leone la facevano i venditori di generi alimentari, molti erano quelli che commerciavano i prodotti raccolti negli orti e nelle campagne di propria conduzione. Purtroppo gli eventi che si susseguirono nel territorio negli anni '70 e '80, legati agli espropri delle campagne piscinolesi dello Scampia e alla "Ricostruzione del dopoterremoto", hanno inflitto un danno notevole a questa realtà sociale del quartiere di Piscinola, riducendo al lumicino il commercio, che, come si vedrà nella lettura del post, un tempo era significativo e fiorente. La diffusione negli ultimi decenni dei mega centri commerciali ha inflitto, poi, un colpo non indifferente a questa realtà, acuendo di più la crisi pluridecennale... 

Ecco l'elenco dei commercianti e degli ambulanti che abbiamo raccolto in questi anni, soprattutto dalle testimonianze degli anziani, si precisa che esso è un rilievo antecedente alla metà degli anni '80. L'elenco ovviamente non è esaustivo, come pure è possibile che contenga degli errori, pertanto esso sarà aggiornato di volta in volta, quando perverranno le segnalazioni e le correzioni da parte dei lettori di "Piscinolablog", ci speriamo! 
Buona lettura!

Interni del Bar "Caffè Ciancio", al momento dell'inaugurazione


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Pasqualino d''a Lavanderia (Capo 'a chianca, via del Plebiscito)

Don Gennarino 'o rammaro

Totonno 'o gassusaro (allestì una produzione di gassose in via Cupa Acquarola)

'o Rammariello (rilasciava prestiti in denaro) 

Peppe 'a Polis

Raziella e 'Ngiulina 'a muntona (“avviatrici” per la riproduzione degli animali d’allevamento) 

Franceschella (Caramelle, gassose e carbonelle, Capo 'e coppa - Vico I Risorgimento)

Tatonno 'o putecaro

Totore 'o Sorice (zuppa di cozze, in Piazza)

'e Scarparelle, sorelle Fiorina e Giannina  (venditrici di caramelle e dolciumi - Sotto 'a Chiesa - via del Salvatore) 

'a Spaccalegna (eseguiva impacchi di stoppa e albume per curare distorsioni degli arti) 

Meccanico per lambrette e motorini, di Avolio, figlio di "Tatunniello Pinocchio" (Sott''a Chiesa - Via del Salvatore)

"'a Zarelleria" di Rusina 'e 'Ndriana (Sott''a Chiesa - Via del Salvatore, venditrice di bottoni, filati e merletti per sarti) 

Fotografo... (via Vittorio Veneto) aveva esposto fuori al negozio un termometro con colonnina di mercurio, che indicava la temperatura ambiente. 

don Orazio 'o Salumiere (Capo 'e coppa)

'o Cinese (Sarto)

Totore Mezzone (venditore di oli ed olive)   (Capo 'e coppa)

Bar di Donna Emilia, con sala bigliardo (fuori al "Trentotto" Via V. Veneto, dove terminavano i binari del tram)

Carulina (?) 

Maria d''o pesce (pescivendola, con il figlio Michele)

Gianni e Enzo 'e putecari (salumeria via Napoli) 

'o Russo  (venditore di oli ed olive)

Don Mario 'o magliaro

Don Niculino 'o scarparo  (Sotto 'a chiesa - via del Salvatore) 

Don Mario 'o serengaro (via G. Amendola)

Elvira 'a serengara (Abbascio Miano)

Gesummina d''o ppane

'a Sceriffa

'o Strillone

'e Magliaseggia

'o Mmericano (biancheria)

Totonno 'o parrucchiere (antifascista e militante PCI) parrucchiere al Capo 'a Chianca

Tanelluccio

"'A Mezacapa", forno con vendita di pane cafone, Abbascio Miano, via Vecchia Miano

Macelleria... Abbascio Miano, via Vecchia Miano

Vendita di liquori e varie, fratelli Marano, Abbascio Miano 

Ciccio 'e ll'uoglio (ambulante vendeva olio e olive con un carrettino trainato da un asinello - da via dietro la Vigna)

'O Cazunaro (vendita di abbigliamento, via Napoli, angolo vico Operai) 

Giuacchino 'o gassusaro (vendita di bibite, via vecchia Miano)

'Nduono d''e seggie (vendiore ambulante di sedie e piccoli oggetti in legno, via vecchia Miano)

Don Giuvanne 'e Piscitiello (venditore di vino e bibite in via Vecchia Miano)

Tatunniello Pinocchio (aggiustatore di biciclette - in via vecchia Miano e Via del Salvatore)

Enricuccio 'o farmacista

Nicola e Ferdinando 'o canteniere

Rafele 'o caviciajuolo (ferramenta)

Vicienzo 'o chianchiero

Giggino 'o sciuraro

Mario Sica 'o sciuraro (Capo 'a chianca)

Matalena, pizze 'e scarole

Michele 'o gravunaro

Totonno 'o fotografo (fore 'o Trentotto)

Tonino 'o fotografo (Via Napoli)

Autoscuola (via Napoli) 

Gaetano 'o bumbularo

Don Peppino 'o Sacrestano (Parrocchia del Salvatore - non commerciante)

Don Rafele Chiarolanza, 'o farmacista (Piazza)

Rusina d''e pazzielle

"Cinche palme"

Carmeniello 'o ggigante

"Ciurella" e figli (venditrice occasionale di frutta e ortaggi della sua campagna) via del Salvatore e Capo 'e coppa

Don Gaetano 'o masterascio

Anenna d''o ppane (Abbascio Miano)

"'o Chalet" (meccanico per motorini)

Anna ‘a lattara (allevamento mucche con produzione e vendita di latte, Abbascio Miano

‘o Lattaro (venditori ambulanti la cui famiglia abitava presso “la Carrara”, che era una traversa di via Vecchia Miano)

Papele (dava la voce: "Papele Papè te piace 'o zucchero cu 'o cafè...?")

'e Maglia 'a maglia

Tatunniello (venditore di granita al limone), venditore ambulante con carrettino e asinello

Don Lurenzo 'o canteniero (Piazza)

Papiluccio fora ‘a via Nova (via Vittorio Veneto)

Ambra Sapone (furgoncino vendita di varecchina e piccolo locale in Abbascio Miano)

Don Angelo, carboni (Capo 'e coppa)

'o Pichiuchio, venditore di concime, semi e attrezzi agricoli  (via Napoli) 

Mastu Carluccio, pittore (Capo 'e coppa)

Giggione l'elettricista (Capo 'e coppa) 

Rusinella d''e gassose 

Calle 'e trippa (Cape 'e coppa)

D'Onofrio 'o masterascio (Sotto a chiesa)

Donna Caterina (Sott'a chiesa)

Mastu Carlucciello Cascella, imprenditore (Principino)

Mastu Gennaro Andreozzi (detto Moja moja, imprenditore)

'o Caballero

Sarchiapone (imbianchino e stuccatore di Miano)

Vicienzo 'o zuoppo (venditore di gelati e fumetti in via Abbascio Miano)

'A Meza capa (pane cafone in via Abbascio Miano, Via Vecchia Miano a Piscinola) 

Luisella 'a pisciavinnola (carrettino ambulante e minilocale in via Abbascio Miano, Via Vecchia Miano a Piscinola)

Geppina d''o ppane, forno con vendita del pane (Sotto 'a Chiesa, Via del Salvatore)

Anna, moglie di Anglò venditrice di spighe

Mele d''a merceria (piazza Tafuri- inizio Capo 'e coppa)

Luigi 'o bbuono, allevatore di pacchiane (cani di presa)

Vicienzo 'o macellaro

Alfonso 'o Barbiere (via vecchia Miano, dopo incrocio con via Napoli)

Ciruzzo 'o parulano

Vicienzo 'o chianchiero

Giuacchino 'o putecaro (Salumeria in via V. Veneto)

Bianchina 'a putecara (Salumeria in via Vecchia Miano incrocio via Napoli)

Signora Maria d''a merceria (via vecchia Miano incrocio con via Napoli) 

Sica 'o Tabbaccaro (piazza Tafuri)

Trattoria Sarnacchiaro (piazza Tafuri)

Pippotto 'o canteriero (piazza Tafuri)

Palummiello (venditore ambulante di oli, semi e frutta secca)

Don Michele 'o mullunaro (via V. Veneto)

Galione, salumeria Biancardi (Capo 'a chianca)

Pascale 'o baccalaiuolo (Capo 'a chianca)

Sartoria dei fratelli Ferone  (Capo 'a chianca) 

Don Cosimo 'o tarallaro (venditore ambulante, vico I Plebiscito - Capo 'a Chianca)

Don Paquale 'o trippaiuolo (Piazza)

Caiulella (pulmino estivo per il mare e trasporti cittadini)

Ciro 'o mmericano (venditore di sigarette)

Rabbiele 'o mullunaro (Piazza)

Chiappetiello 'o caveciajuolo - fratelli  Di Lorenzo (ferramenta, negozi al Capo 'a chianca e al Capo 'e coppa) 

Carmeniello 'o parulano (Piazza, adiacente sede PCI)

Picchiriniello (contadino, Capo 'e Coppa - non commerciante)

Zichibbacco 'o stagnaro (Abbascio Miano)

Poche 'e pane (venditore ambulante di spighe)

Don Michele d''e barchetelle (vendore ambulante di dolciumi e giochi per bimbi che gestiva il gioco con barchette di legno in Piazza) 

'a Cecatella (venditrice di dolcumi per bambini nel suo basso, Sotto 'a chiesa - Via del Salvatore)

Nanninella 'a Malamente (venditrice di stoffe)

Maria Papoff (lavanderia)

'o Marziano

Rosaria centogrammi

Agatella d'allesse (venditrice di castagne lesse)

Rafele Scintillon

Jack Palanca (venditore di sigarette - idraulico)

Don Pietro 'o tabbaccaro (via del Salvatore - Sotto 'a Chiesa)

Tonino 'o barbiere

"Ditta tre piedi" (vendita di fumetti e dolciumi in Abbascio Miano, via Vecchia Miano a Piscinola)

'Onna Carulina (via Vittorio Veneto)

Eugenio 'o putecaro (salumeria in Piazza)

Tagebao

Don Antonio 'o scarparo

Don Vicienzo 'o Popolo (ciabattino con banchetto stradale, Vico I Risorgimento, Capo 'a chianca) 

Cenzone ll'Emporio (Capo 'a chianca)

Don Nicola 'o barbiere

Vicienzo e Pierino 'o Guardiano (via Vecchia Miano, lato Piazza)

'e Zezi fore 'a Via Nova (via V. Veneto)

Mastro Guglielmo 'o vuttaro (riparatore di botti)

Maria 'a Chetella (castagne lesse (allessa) e gassose)

Gerardo 'e Sapunarella (ciabattino, Capo 'e coppa) 

Rusinella d''o llatte

'o mMericano (biancheria)

'o Ninno (fratelli Gennaro, Salvatore, Tonino e Nicola) 

Altri esercizi:

"Al mio bar" (Piazza)

Pasticceria di Donna Clotilde (Pasticceria e bar Marra presso la stazione della Ferrovia Napoli Piedimonte d'Alife di Piscinola) 

Bar Scopato (Piazza) 

Totonno 'o giurnalista (fore 'o Trentotto, via V. Veneto)

Pizzeria "da Ciro" (fore 'o Trentotto, via V. Veneto)

Fioretto d''e bombole (fore 'o Trentotto, via V. Veneto)

Bar "De Rosa" (originariamente Bar Ciancio, fore 'o Trentotto, via V. Veneto)

Bar "Abbatiello" (via Napoli)

Salumeria Calenda (via Napoli)

Macelleria Bonaurio (via Napoli)

Macelleria Capuozzo (Prolungamento, via V. Veneto) 

Fioraio ... (via Napoli, angolo via  del Salvatore)

Sale e Tabacchi (Piazza)

‘o Bancolotto (ricevitoria del Lotto, via Napoli)

Laboratorio dott. C. Schiraldi  (Analisi cliniche via Napoli)

Giggino 'o Giurnalista, cartoleria e rivendita quotidiani, di fore 'o Trentotto (via V. Veneto )

Trattoria "Di Guida" (Capo 'a Chianca)

Sali e Tabacchi (via V. Veneto)

Nando 'o barbiere (Via Napoli) 

Ciccio Terramoto (Ciccio 'o pazzo, Capo 'e coppa, Trippa)

Austino 'o parulano (for''a Fiurella - Via Napoli)  

Giuvanne 'o parulano  (Piazza)

Tonino 'o Salumiere, con moglie (inizio Capo 'e coppa - Via V. Emanuele)

"Senz'ossa", venditore di vini, nel palazzo Pinto, Capo 'e coppa 

'Ndrianella 'a bidella (Capo 'e coppa - non commerciante) 

Marittuccia d''o ppanenel Palazzo del Prevete (Capo 'e coppa) 

Pietro "'o Russo", tappezziere, Arete vigna (via Dietro la Vigna) 

Rosaria 'a parrucchiera, dint'o palazzo d''o Principino (Capo 'e coppa - via V. Emanuele)

Rosaria 'a sarta (Capo 'e coppa)

Donna Sofia 'a lattara ("'Ncopp''o  Principino", Capo 'e coppa)

Salumeria di Venerando e Caterina ('Ncopp''o "Principino", Capo 'e Coppa) 

Fornaio con vendita di pane... (Capo 'e coppa, angolo con vico II Risorgimento).

Salumeria Quinterno, Via Vittorio Veneto

Riparazione e vendita di orologi e gioielleria, via Vittorio Veneto.
Totonno 'o baccalajuolo

Don Ciccio 'o sarto

Maddalena d''o ppane (venditrice di pane, al "vico  Appagliaro" - Vico Operai) 

Giggino 'o fabbro (fabbro alla via Cupa Acquarola) 

Andrea 'o pasticciere (pasticceria al Capo 'e coppa) 

Vendita di pane, vino e uova fresca, in "'Areto Vigna" (via Dietro la Vigna)

Fabbro in Abbascio Miano (via Vecchia Miano a Piscinola) 

'o Zuccularo, puliscistivali ambulante, angolo via V. Veneto 

Ciro pizze fritte, vico Appagliaro (vico Operai) 

Giulia 'e paglietella, forno con vendita del pane, vico Appagliaro (vico Operai)

Agostino, officina riparazione autoveicoli (via Napoli)

Merceria ... via Napoli, di fronte al vico Operai.
 
  

Altri Ambulanti: 

Venditrice del Panino "cu 'a ricotta 'e fruscelle" (venditrice del panino con la ricotta fresca) 

Venditrice 'e Rarogne (venditrice ambulante di rane) 

Venditore di gelsi ('e ceveze annevate) 

Palummiello (venditore ambulante di olio, olive e frutta secca)
Fioraio ambulante (che dava la voce: tengo e gladiuole e garofani belli, dummeneca matina e sette)

Venditore di spighe di granoturco (che dava la voce: "spogne, spo'...")

Pulezza stivali (lucidascarpe ambulante)

'O panzaruttaro

Acconciambrelli

Aggiustatore di piatti (riparatore di terraglie) 

"Chella d''e funge" (venditrice ambulante di funghi)

"'o Suriciaro" (catturatore di topi e talpe nei campi) 

Compratore di capelli

Venditore di calze (ambulante con il triciclo verde).

Bancarella vendita giocattoli (ambulante, via Vecchia Miano, lato Piazza).


Fabbriche 

Fabbrica scarpe "D'Alessandro" (via Napoli) 

Fabbrica saponi "Alba" (via V. Veneto).

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A conclusione di questo post desideriamo ringraziare a tutte le persone che ci hanno aiutato nella ricerca, specialmente agli anziani del quartiere. Speriamo che in futuro potremmo aggiungere altri nomi all'elenco, confidando nell'aiuto dei gentili lettori e semmai anche delle foto a tema che essi ci faranno pervenire.  

Salvatore Fioretto