martedì 2 dicembre 2025

Seconda parte - La “Ecclesie Domini et Salvatoris nostri Ihesus Christi de memorato loco Piscinule...

(segue dalla prima parte)

Funzione civica della chiesa del Salvatore

Affresco della Trasfigurazione (XVII sec.), rinvenuto 
dietro all'organo  (foto di M. Vitagliano, 2008)

Sappiamo che nei secoli passati gli ambienti della chiesa del Salvatore sono stati utilizzati per lo svolgimento delle assemblee dei rappresentanti delle famiglie che gestivano gli affari dell’antico Casale di Piscinola, così fu anche nel seguito, quando si ebbe la nascita dell'"Università", ossia i primordi del "Comune". Successivamente, prima il Decurionato Francese e, poi, il Comune di Piscinola ebbero una sede propria, costruita davanti al largo che si affaccia alla Chiesa; sede che accolse nei vari periodi storici, il Sindaco e il Consiglio comunale, fino alla soppressione dello stesso Comune, avvenuta nell'anno 1865
Come avveniva anche per gli altri Casali, lo spazio antistante alla chiesa fu utilizzato per lo svolgimento delle assemblee pubbliche, a cui i cittadini erano chiamati a partecipare, attraverso le campane della chiesa suonate "a distesa". Le assemblee venivano indette per dirimere le faccende rilevanti della comunità e per prendere delle decisioni di estrema importanza.
 

Le Confraternite ospitate nella chiesa antica

Con la nascita delle Confraternite, avvenuto nel XVI secolo, anche Piscinola divenne la sede di questi sodalizi composti da laici impegnati. Nella chiesa del SS. Salvatore di Piscinola furono ospitate almeno tre di esse. la Confraternita che aveva il titolo del “SS. Sacramento”, la Confraternita del SS. Rosario e la Confraternita chiamata del “SS. Salvatore”. La Confraternita del SS. Sacramento fu istituita nell’anno 1598 ed era governata da maestri laici e da alcuni padri gesuiti. Non si conosce invece la data di fondazione di quella del SS. Salvatore, ma si conosce che essa fu abolita a seguito di contrasti avvenuti con la Curia, e che i confratelli di questo sodalizio furono invitati ad iscriversi alla Confraternita del SS. Sacramento. Quest’ultima Confraternita realizzò, dapprima un oratorio, nel 1609 e, successivamente, una propria chiesa, rendendosi indipendente dalla Parrocchia del SS. Salvatore ed è quella che è arrivata fino ai nostri giorni. La Confraternita del SS. Sacramento fu poi sciolta nel 1751, con reale dispaccio del re Ferdinando IV, a causa di incomprensioni sorte tra il Re e i padri Gesuiti. Nel libro del dott. F. B. Sica, si descrive che il motivo della chiusura sia da attribuire ai contrasti ("ripicche") sorti tra i Maestri della Arciconfraternita e il parroco di Piscinola, senza conoscere le cause con precisione.
Il giorno 
18 maggio 1777, la Confraternita del SS. Sacramento fu rifondata con nuove regole, che ebbero il Real assenso da parte del Re dell’epoca e fu dichiarata dalla Curia di Napoli, “Real Arciconfraternita”, ovvero con i privilegi della corona reale. 
La terza Confraternita che conosciamo aveva il titolo del SS. Rosario; di essa sappiamo solo che si riuniva nella cappella 
della chiesa, antica, dove era conservato il dipinto della Madonna del Rosario.

La chiesa del SS. Salvatore prima del 1688


La sistemazione della chiesa del SS. Salvatore, come si presentava alcuni mesi prima al catastrofico terremoto del 1688, è dettagliatamente descritta dal Cardinale Antonio Pignatelli, nel resoconto della “Santa Visita”, svolta nel Casale di Piscinola (Archivio Storico Diocesano di Napoli, “Fondo Sante Visite”, Santa Visita del Cardinale Antonio Pignatelli, anno 1688 - Rep. 60. Vol. II pagine da 177 a 194). In questo diario si legge: “La chiesa parrocchiale del Casale di Piscinola sotto il titolo del SS. Salvatore, siccome mi viene riferito, sta situata nel mezzo del Casale… con otto finestre e vitriate… stanno detta chiesa tre porte… La porta della mano di mezzo vi è la figura del SS. Salvatore pittata a muro et dirimpetto di detta porta vi è la figura di S. Cristofano pittata sopra à tela, e dentre di essa chiesa vi sono l’…altari. Sopra l’altare maggiore nel quale vi sta la custodia co’ il SS. Sacramento riposso in due pisside, una grande tutta d’argento ed un’altra co’ la coppa d’argento e il piede di ottone indorato co’cappitelle di broccato. Sopra di esso vi è una zona co’ diverse figure et immagine dei santi, nel mezzo di essa vi è l’immagine della B. V. della Misericordia pittata a muro, e dall’uno  e dall’altro lato di detto altare vi sono due quadri delli gloriosi apostoli Pietro e Paolo e sopra di esso vi è il baldacchino, e avanti a detto altare vi è la balaustra sopra della quale vi è un panno verde e una tovagliola bianca a uso e decenza quando vi si comunicano le genti, ed al lato destro di detto altare vi è una finestrella di noce co’ chiave e mascatura e dentro di essa vi sta riposto l’oglio della Santa Estrema Unzione, et a lato destro e sinistro di detto altare vi sono due crate di confessioni. Dal lato destro di detto altare maggiore vi è la cappella del SS. Sacramento, sopra della quale vi è una zona co’ immagini del SS.mo e delli Santi… della chiesa e sotto di essa una statua indorata del SS. Salvatore titolo di detta chiesa, e sopra di esso altare vi è una custodietta piccola e dal lato destro vi è una statua del Crocifisso co’ altre pitture intorno, et sopra di essa cappella vi è la cupola et a latere di ess cappella vi è una finestra con ferriate e vitrate.”. Da questa descrizione si apprendono almeno quattro cose interessanti; la prima, è quella che sull'altare maggiore vi era ancora elementi della chiesa medioevale, come l'affresco della Madonna della Misericordia, la seconda, che nel lato destro della chiesa vi era una cappella con una cupola, dove era esposto un Crocefisso; la quarta, che si possedevano due statue del SS. Salvatore "dorate", poste una sopra e una sotto la chiesa; la prima di esse era riposta in una cappella interna alla chiesa. Da una fonte storica attendibile risulta che nel 1582 l'altare con il dipinto di Maria SS. Annunziata era sotto il patronato della famiglia Sarnetano (forse antenati dei "Sarnataro")

La chiesa Tardo Barocca, dopo il 1688

Vista della chiesa prima dell'avanzamento della facciata, 1956
Considerando i reperti rinvenuti nel recente passato, possiamo ritenere che le attuali mura perimetrali della Chiesa del SS. Salvatore sono in gran parte quelle sopravvissute al tragico terremoto del 1688, che avrebbe quindi causato solo il crollo del tetto a capriata e del soffitto ligneo sottostante. Ovviamente ci saranno state lesioni e crepe alla struttura e forse anche qualche crollo parziale. Ad avvalorare questa tesi è innanzitutto la presenza dell'affresco della "Trasfigurazione", che fu rinvenuto, come si dirà nel seguito, nella parete retrostante all'organo e, poi, il ciclo degli affreschi che sono ancora visibili nella zona sottostante la capriata, lungo le pareti laterali della chiesa. In questa zona sono anche presenti dei reperti lignei appartenuti all’antico soffitto barocco, che crollò a causa del terremoto del 1688. Dalla conformazione di questi elementi si deduce che il vecchio soffitto  era piano e non a volta, come quello attuale. Questa conservazione è stata resa possibile perché il soffitto attuale è stato realizzato almeno un metro al di sotto del vecchio soffitto caduto nel 1688. 

La sistemazione dopo il 1881

Interno della chiesa prima dei lavori degli anni '60

Fino al 1881 il pavimento della chiesa era realizzato in battuto di lapillo e sulle pareti del tempio, dove oggi troviamo gli altari, non c’erano le nicchie dei santi, ma le tele dipinte risalenti al 1600/1700, raffiguranti: la B. V. del Rosario, la Madonna del Carmine, l’Annunziata, S. Michele, la Sacra Famiglia e forse qualche altra immagine, mentre sulla parete dell’altare maggiore c’era una grande tela raffigurante la Sacra Famiglia.
Evidentemente esse andarono distrutte nel crollo della chiesa e furono quindi sostituite, nella chiesa ricostruita alcuni anni dopo, e sono quelle ancora esistenti al tempo del parroco Russo, e da questo menzionate nel diario parrocchiale come si dirà nel seguito.
Nell’anno 1881, il parroco don Luigi Russo fece ripavimentare la chiesa con mattonelle di argilla rossa. La notizia è riportata nel libro dei matrimoni della chiesa di Piscinola (Libro II del 1865): infatti si trova scritto: “Addì 18 marzo 1881 fu terminato il nuovo pavimento della chiesa “.
Altra distruzione del soffitto della chiesa avvenne nel 1882. Infatti, dallo stesso libro dei matrimoni del 1865, si legge: “Addì 20 marzo 1882 se ne cadde l’intero soffitto di questa chiesa…”; tale notizia si riferirebbe probabilmente solo alla volta del soffitto sovrastante la navata, realizzata in “incannucciato”. Dell’evento si riporta anche l’ora: le 12,30…. E si trova poi aggiunto questo commento: “…e nel dolore e nella ruina della catastrofe fu opera della Divina Provvidenza, che non si ebbe a deplorare alcuna vittima; alcuni scarabattoli, il pergamo, a cattedra, i banchi tutti, e tutte le sedie furono ridotti in frantumi”.
Il nuovo soffitto fu terminato nell’anno 1883: l’organo rovinato per la caduta del soffitto fu rinnovato nel 1884 ed è quello attuale.

Le modifiche avvenute dopo il 1890/1900

Partic. della mappa del littorale di Napoli, di A. R. Zannoni, 1793

Negli anni intorno al 1890/1900 furono rimosse dalle due pareti laterali della chiesa (ed opportunamente conservate…), le tele pittoriche, peraltro alquanto deteriorate e al loro poste furono ricavate le attuali nicchie per accogliere le statue dei Santi.
Queste tele sono quelle che furono ricollocate nel periodo successivo alla caduta del tetto del 1688, ma non sappiamo se alcune di esse fossero antecedenti, appartenute alla vecchia chiesa. La statua del Salvatore era all’epoca collocata nella nicchia presente nella terza cappella di sinistra, quella che oggi contiene la statua dell’Addolorata, mentre nella parete frontale della chiesa, sopra l’altare maggiore, fu lasciata la grande tela raffigurante la "Sacra Famiglia", com’era collocata nei tempi antichi.

Il rifacimento degli anni ‘50

Negli anni 1949/1950, fu reso necessario, per motivi vari, una più vasta ristrutturazione della chiesa e proprio a causa di questi lavori ci furono delle importantissime scoperte, che confermarono le antiche origini della chiesa di Piscinola.
Questi lavori furono fatti eseguire dal parroco dell’epoca, don Angelo Ferrillo, il quale fu coadiuvato da un gruppo di laici piscinolesi, costituitosi in “Comitato per i restauri”. L’elenco dei nomi delle persone partecipanti a questo comitato e quelli di tutti i benefattori che fornirono le risorse economiche necessarie al restauro, furono trascritti sulle tre lastre marmoree, che si trovano ancora oggi collocate sulla parete destra, in corrispondenza dell’ingresso della chiesa.

Cartolina postale, con parziale veduta della chiesa antica, anni '50
In quella occasione furono rifatti il tetto e il pavimento della chiesa, furono definitivamente chiusi gli accessi agli ipogei cimiteriali. Fu poi ricavata nella parete frontale, sopra l’altare maggiore, l’attuale nicchia per ospitare la statua del Salvatore e fu completamente ridipinto l’interno della chiesa. Durante la costruzione del nuovo altare fu accertata l’antichità del muro costituente l’abside della chiesa, almeno fino alla parte mediana di esso, probabilmente perché non completamente distrutto nel crollo del 1688. In questa zona fu ritrovato un antico affresco raffigurante l’immagine della Madonna della Misericordia, che fu giudicato di stile “giottesco napoletano” e di buona fattura di pittura. In questo affresco la Vergine era raffigurata a figura intera, con le braccia allargate, nell’atto di accogliere i fedeli, forse per questo l'immagine fu chiamata "Madonna della Misericordia". 
Rileggendo la relazione di Santa Visita del Card. Pignatelli, risulta essere la stessa immagine che fu osservata dal porporato. L’affresco si presentava però in cattivo stato conservativo, con un largo e profondo squarcio nella parte mediana della figura. L’intonaco sottostante alle braccia e alle mani si presentava variamente lesionato e in parte staccato, con il disegno delle mani e delle braccia assai deteriorato e frantumato.
Si procedette al suo recupero con grande precauzione, per la parte che fu possibile distaccare (con le tecniche e i mezzi dell'epoca), limitatamente alla testa dell’affresco, che poi era l’unica parte rimasta integra. L’affresco fu fissato al di sotto della nuova nicchia del Salvatore, dove ancora oggi si ammira. Durante il lavoro di “strappo” dell’affresco si ebbe un’altra importante scoperta.
Primo saggio storico di U. Scandone, 1950
Sotto l’intonaco, infatti, fu rinvenuto un altro dipinto, giudicato di stile pompeiano, tuttavia non si riuscì a decifrare le immagini apparse, considerato l’eccessivo deterioramento, anche perché la superficie risultava picconata per applicare l’intonaco sovrastante. 
Nel corso di questi interventi di rifacimento della chiesa fu poi realizzato il ciclo pittorico che comprende: il soffitto, le due volte e i "pennacchi a unghia". Gli affreschi contengono le immagini dei quattro evangelisti e furono firmati dal maestro Luigi Russo (infatti prima della caduta dell'intonaco del soffitto si poteva leggere il nome del pittore e l'anno di realizzazione 1950).
Durante i lavori di rifacimento del pavimento della navata della chiesa, sotto alle piastrelle di argilla rossa, a pochi metri dall’ingresso centrale (dove si trova la nicchia con la statua di Sant’Anna), fu rinvenuta una piccola botola con la dicitura “Anno MDCXXXXI” (1641). Questa botola consentiva l’accesso all’ipogeo cimiteriale, che si estendeva sotto la sacrestia, dove venivano sepolti i bambini defunti . Sul marmo erano incise le figure in ginocchio di alcuni bambini in preghiera, con il rosario tra le mani. Questa lastra fu collocata sulla parete sinistra della chiesa, sotto la cappella di Sant’Antonio abate.
L’altra botola fu trovata davanti alla cappella che contiene la statua di Sant’Alfonso, e rappresentava l’accesso dell'altro ipogeo destinato ad accogliere i defunti adulti. Entrambi gli ingressi furono definitivamente chiusi. Nell’ispezione, svolta prima della loro chiusura, fu constatato che alle pareti di entrambi gli ipogei erano collocati dei piccoli altari, allo stato grezzo.

Le ulteriori modifiche avvenute degli anni ‘60


Bozzetto realizzato per la nuova facciata, metà anni '60
Negli anni 1965/1966, infine, sempre per interessamento del parroco don Angelo Ferrillo, fu necessario eseguire altri interventi di restauro e diverse modifiche.
Fu demolita l’inferriata delimitante l'ampio ballatoio di accesso alla chiesa, fu avanzato l’intero corpo della chiesa dal lato della facciata seicentesca, inglobando lo spazio che prima si trovava nella parte ad essa antistante. Nel nuovo volume di fabbrica furono realizzati alcuni locali della casa canonica. Fu anche costruita una nuova scalinata in muratura all'interno del campanile, che permetteva di accedere agevolmente ai nuovi locali, alla cantoria e al campanile stesso. La nuova facciata, che si trovava così allineata all’antico campanile, fu architettonicamente abbellita in stile neoclassico, comprendente due grandi colonne con capitelli in stile corinzio e delle lesene, oltre a due piccole balconate, due finestroni e una balaustra sommitale in marmo travertino. Al centro della facciata, sopra alla trabeazione, fu inserita la bella statua del SS. Salvatore, nell’atto di benedire l’abitato di Piscinola. 
Questa operazione ha 
però causato la scomparsa della facciata della chiesa, che doveva essere quella del XVII secolo e con essa l'affresco del Salvatore, che era collocato al centro, sopra l'ingresso principale. E' molto probabile che esso sia stato solo murato e non demolito...
All’interno della chiesa fu demolito il pulpito in legno, che era ubicato sul lato destro, nei pressi della nicchia di Sant’Alfonso; la balaustra con i cancelletti di ottone dorati, che un tempo delimitavano l’altare maggiore furono rimossi e i marmi della balaustra furono addossati alle due pareti laterali; il battistero fu rimosso e sistemato sul lato sinistro dell’altare maggiore, mentre fu realizzato il nuovo altare-mensa al centro dello spazio presbiterale.

L’organo della cantoria

Organo della chiesa, foto di M. Vitagliano, 2008
L’organo della chiesa si trova collocato sopra alla cantoria che sovrasta l’ingresso della navata. Non si conosce il nome del costruttore, ma sicuramente è di scuola napoletana, con diverse stratificazioni che partono dal XVIII secolo, fino ad arrivare al XX secolo, come è stato descritto dal maestro organaro Marco Vitagliano, al termine dell'ultimo restauro avvento nel anno 2008. Nel corso di questo restauro, è stato accertato che buona parte delle canne, la conformazione fonica e con ogni probabilità anche il "somiere maggiore" dell’organo, risalirebbero alla fine del secolo XVII. La pedaliera e la tastiera sono recenti, così come il mantice. Sulle parti interne della struttura in legno sono stati trovati delle scritte apposte durante gli interventi di riparazione o ristrutturazione avvenuti nei secoli precedenti, con indicazione degli anni degli interventi (1713, 1714, 1799, 1852, 1922 e 1950) e con i nomi dei mastri organari (Mattia Pompa, Tommaso Alvano, Favorito e Petrillo).

Sulla parete retrostante all’organo è stato rinvenuto un consistente frammento di affresco, risalente al XVII secolo, raffigurante Gesù Cristo nella scena della Trasfigurazione; l’affresco mostra sul lato sinistro alla figura del Salvatore, la testa di un vecchio, che probabilmente risulterebbe essere uno degli apostoli (Pietro o Giovanni o Giacomo), oppure uno dei profeti (Elia o Mosè).
La cassa lignea esterna, che contiene le canne, risulta essere di fattura ottocentesca ed è decorata con fregi e stucchi dorati in campo bianco. Mancano diverse decorazioni e soprattutto i putti dorati, un tempo collocati nella parte centrale dell’organo, al di sopra le cornici che sostengono le canne; purtroppo, questi sono stati sottratti nel corso dei diversi furti subiti. Alla cantoria e all’organo si accede attraverso la scala che conduce al campanile.

                                                                                                    (segue nella terza parte)
Salvatore Fioretto                                                                                                    
 

 

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