(segue dalla prima parte)
Funzione civica della chiesa del Salvatore
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Affresco della Trasfigurazione (XVII sec.), rinvenuto |
Sappiamo che nei secoli passati gli
ambienti della chiesa del Salvatore sono stati utilizzati per lo svolgimento
delle assemblee dei rappresentanti delle famiglie che gestivano gli affari
dell’antico Casale di Piscinola, così fu anche nel seguito, quando si ebbe la nascita dell'"Università",
ossia i primordi del "Comune". Successivamente, prima il Decurionato Francese e, poi, il Comune di Piscinola ebbero una sede propria, costruita davanti al largo che si affaccia alla
Chiesa; sede che accolse nei vari periodi storici, il Sindaco e il Consiglio comunale, fino alla soppressione dello stesso Comune, avvenuta nell'anno 1865.
Come avveniva
anche per gli altri Casali, lo spazio antistante alla chiesa fu utilizzato per
lo svolgimento delle assemblee pubbliche, a cui i cittadini erano chiamati a partecipare, attraverso le campane della chiesa suonate "a distesa". Le assemblee venivano indette per dirimere le faccende rilevanti della comunità e per prendere delle decisioni di
estrema importanza.
Le Confraternite ospitate nella chiesa antica
Con la nascita delle Confraternite,
avvenuto nel XVI secolo, anche Piscinola divenne la sede di questi sodalizi
composti da laici impegnati. Nella chiesa del SS. Salvatore di Piscinola furono
ospitate almeno tre di esse. la Confraternita che aveva il titolo del “SS.
Sacramento”, la Confraternita del SS. Rosario e la Confraternita chiamata del “SS. Salvatore”. La
Confraternita del SS. Sacramento fu istituita nell’anno 1598 ed era governata
da maestri laici e da alcuni padri gesuiti. Non si conosce invece la data di
fondazione di quella del SS. Salvatore, ma si conosce che essa fu abolita a
seguito di contrasti avvenuti con la Curia, e che i confratelli di questo sodalizio furono invitati ad iscriversi alla Confraternita del SS. Sacramento.
Quest’ultima Confraternita realizzò, dapprima un oratorio, nel 1609 e, successivamente, una propria chiesa,
rendendosi indipendente dalla Parrocchia del SS. Salvatore ed è quella che
è arrivata fino ai nostri giorni. La Confraternita del SS. Sacramento fu poi
sciolta nel 1751, con reale dispaccio del re Ferdinando IV, a causa di
incomprensioni sorte tra il Re e i padri Gesuiti. Nel libro del dott. F. B. Sica, si descrive che il motivo della chiusura sia da attribuire ai contrasti ("ripicche") sorti tra i Maestri della Arciconfraternita e il parroco di Piscinola, senza conoscere le cause con precisione.
Il giorno 18 maggio 1777, la Confraternita del
SS. Sacramento fu rifondata con nuove regole, che ebbero il Real assenso da
parte del Re dell’epoca e fu dichiarata dalla Curia di Napoli, “Real
Arciconfraternita”, ovvero con i privilegi della corona reale.
La terza Confraternita che conosciamo aveva il titolo del SS. Rosario; di essa sappiamo solo che si riuniva nella cappella della chiesa, antica, dove era conservato il dipinto della Madonna del Rosario.
La chiesa del SS. Salvatore prima del 1688
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La sistemazione della chiesa del SS. Salvatore, come si presentava alcuni mesi prima al catastrofico terremoto del 1688, è dettagliatamente descritta dal Cardinale Antonio Pignatelli, nel resoconto della “Santa Visita”, svolta nel Casale di Piscinola (Archivio Storico Diocesano di Napoli, “Fondo Sante Visite”, Santa Visita del Cardinale Antonio Pignatelli, anno 1688 - Rep. 60. Vol. II pagine da 177 a 194). In questo diario si legge: “La chiesa parrocchiale del Casale di Piscinola sotto il titolo del SS. Salvatore, siccome mi viene riferito, sta situata nel mezzo del Casale… con otto finestre e vitriate… stanno detta chiesa tre porte… La porta della mano di mezzo vi è la figura del SS. Salvatore pittata a muro et dirimpetto di detta porta vi è la figura di S. Cristofano pittata sopra à tela, e dentre di essa chiesa vi sono l’…altari. Sopra l’altare maggiore nel quale vi sta la custodia co’ il SS. Sacramento riposso in due pisside, una grande tutta d’argento ed un’altra co’ la coppa d’argento e il piede di ottone indorato co’cappitelle di broccato. Sopra di esso vi è una zona co’ diverse figure et immagine dei santi, nel mezzo di essa vi è l’immagine della B. V. della Misericordia pittata a muro, e dall’uno e dall’altro lato di detto altare vi sono due quadri delli gloriosi apostoli Pietro e Paolo e sopra di esso vi è il baldacchino, e avanti a detto altare vi è la balaustra sopra della quale vi è un panno verde e una tovagliola bianca a uso e decenza quando vi si comunicano le genti, ed al lato destro di detto altare vi è una finestrella di noce co’ chiave e mascatura e dentro di essa vi sta riposto l’oglio della Santa Estrema Unzione, et a lato destro e sinistro di detto altare vi sono due crate di confessioni. Dal lato destro di detto altare maggiore vi è la cappella del SS. Sacramento, sopra della quale vi è una zona co’ immagini del SS.mo e delli Santi… della chiesa e sotto di essa una statua indorata del SS. Salvatore titolo di detta chiesa, e sopra di esso altare vi è una custodietta piccola e dal lato destro vi è una statua del Crocifisso co’ altre pitture intorno, et sopra di essa cappella vi è la cupola et a latere di ess cappella vi è una finestra con ferriate e vitrate.”. Da questa descrizione si apprendono almeno quattro cose interessanti; la prima, è quella che sull'altare maggiore vi era ancora elementi della chiesa medioevale, come l'affresco della Madonna della Misericordia, la seconda, che nel lato destro della chiesa vi era una cappella con una cupola, dove era esposto un Crocefisso; la quarta, che si possedevano due statue del SS. Salvatore "dorate", poste una sopra e una sotto la chiesa; la prima di esse era riposta in una cappella interna alla chiesa. Da una fonte storica attendibile risulta che nel 1582 l'altare con il dipinto di Maria SS. Annunziata era sotto il patronato della famiglia Sarnetano (forse antenati dei "Sarnataro")
La chiesa Tardo Barocca, dopo il 1688
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| Vista della chiesa prima dell'avanzamento della facciata, 1956 |
La sistemazione dopo il 1881
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| Interno della chiesa prima dei lavori degli anni '60 |
Fino al 1881 il pavimento della chiesa
era realizzato in battuto di lapillo e sulle pareti del tempio, dove oggi
troviamo gli altari, non c’erano le nicchie dei santi, ma le tele dipinte
risalenti al 1600/1700, raffiguranti: la B. V. del Rosario, la Madonna del
Carmine, l’Annunziata, S. Michele, la Sacra Famiglia e forse qualche altra
immagine, mentre sulla parete dell’altare maggiore c’era una grande tela
raffigurante la Sacra Famiglia.
Evidentemente esse andarono distrutte nel crollo della chiesa e furono quindi
sostituite, nella chiesa ricostruita alcuni anni dopo, e sono quelle ancora
esistenti al tempo del parroco Russo, e da questo menzionate nel diario
parrocchiale come si dirà nel seguito.
Nell’anno 1881, il parroco don Luigi Russo fece ripavimentare la chiesa con
mattonelle di argilla rossa. La notizia è riportata nel libro dei matrimoni
della chiesa di Piscinola (Libro II del 1865): infatti si trova scritto: “Addì
18 marzo 1881 fu terminato il nuovo pavimento della chiesa “.
Altra distruzione del soffitto della chiesa avvenne nel 1882. Infatti, dallo stesso libro dei matrimoni
del 1865, si legge: “Addì 20 marzo 1882 se ne cadde l’intero soffitto di
questa chiesa…”; tale notizia si riferirebbe probabilmente solo alla volta del
soffitto sovrastante la navata, realizzata in “incannucciato”. Dell’evento si
riporta anche l’ora: le 12,30…. E si trova poi aggiunto questo commento: “…e
nel dolore e nella ruina della catastrofe fu opera della Divina Provvidenza,
che non si ebbe a deplorare alcuna vittima; alcuni scarabattoli, il pergamo, a
cattedra, i banchi tutti, e tutte le sedie furono ridotti in frantumi”.
Il nuovo soffitto fu terminato nell’anno 1883: l’organo rovinato per la caduta
del soffitto fu rinnovato nel 1884 ed è quello attuale.
Le modifiche avvenute dopo il 1890/1900
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| Partic. della mappa del littorale di Napoli, di A. R. Zannoni, 1793 |
Negli anni intorno al 1890/1900 furono
rimosse dalle due pareti laterali della chiesa (ed opportunamente conservate…),
le tele pittoriche, peraltro alquanto deteriorate e al loro poste furono ricavate le
attuali nicchie per accogliere le statue dei Santi.
Queste tele sono quelle che furono ricollocate nel periodo successivo alla caduta del tetto
del 1688, ma non sappiamo se alcune di esse fossero antecedenti, appartenute alla
vecchia chiesa. La statua del Salvatore era all’epoca collocata nella nicchia
presente nella terza cappella di sinistra, quella che oggi contiene la statua
dell’Addolorata, mentre nella parete frontale della chiesa, sopra l’altare
maggiore, fu lasciata la grande tela raffigurante la "Sacra Famiglia", com’era
collocata nei tempi antichi.
Il rifacimento degli anni ‘50
Negli anni 1949/1950, fu reso necessario, per motivi vari, una più vasta ristrutturazione della chiesa e proprio a causa
di questi lavori ci furono delle importantissime scoperte, che confermarono le
antiche origini della chiesa di Piscinola.
Questi lavori furono fatti eseguire dal parroco dell’epoca, don Angelo
Ferrillo, il quale fu coadiuvato da un gruppo di laici piscinolesi,
costituitosi in “Comitato per i restauri”. L’elenco dei nomi delle persone
partecipanti a questo comitato e quelli di tutti i benefattori che fornirono le
risorse economiche necessarie al restauro, furono trascritti sulle tre lastre
marmoree, che si trovano ancora oggi collocate sulla parete destra, in
corrispondenza dell’ingresso della chiesa.
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| Cartolina postale, con parziale veduta della chiesa antica, anni '50 |
Si procedette al suo recupero con grande precauzione, per la parte che fu possibile distaccare (con le tecniche e i mezzi dell'epoca), limitatamente alla testa dell’affresco, che poi era l’unica parte rimasta integra. L’affresco fu fissato al di sotto della nuova nicchia del Salvatore, dove ancora oggi si ammira. Durante il lavoro di “strappo” dell’affresco si ebbe un’altra importante scoperta.
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| Primo saggio storico di U. Scandone, 1950 |
Durante i lavori di rifacimento del pavimento della navata della chiesa, sotto alle piastrelle di argilla rossa, a pochi metri dall’ingresso centrale (dove si trova la nicchia con la statua di Sant’Anna), fu rinvenuta una piccola botola con la dicitura “Anno MDCXXXXI” (1641). Questa botola consentiva l’accesso all’ipogeo cimiteriale, che si estendeva sotto la sacrestia, dove venivano sepolti i bambini defunti . Sul marmo erano incise le figure in ginocchio di alcuni bambini in preghiera, con il rosario tra le mani. Questa lastra fu collocata sulla parete sinistra della chiesa, sotto la cappella di Sant’Antonio abate.
Le ulteriori modifiche avvenute degli anni ‘60
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| Bozzetto realizzato per la nuova facciata, metà anni '60 |
Fu demolita l’inferriata delimitante l'ampio ballatoio di accesso alla chiesa, fu avanzato l’intero corpo della chiesa dal lato della facciata seicentesca, inglobando lo spazio che prima si trovava nella parte ad essa antistante. Nel nuovo volume di fabbrica furono realizzati alcuni locali della casa canonica. Fu anche costruita una nuova scalinata in muratura all'interno del campanile, che permetteva di accedere agevolmente ai nuovi locali, alla cantoria e al campanile stesso. La nuova facciata, che si trovava così allineata all’antico campanile, fu architettonicamente abbellita in stile neoclassico, comprendente due grandi colonne con capitelli in stile corinzio e delle lesene, oltre a due piccole balconate, due finestroni e una balaustra sommitale in marmo travertino. Al centro della facciata, sopra alla trabeazione, fu inserita la bella statua del SS. Salvatore, nell’atto di benedire l’abitato di Piscinola.
Questa operazione ha però causato la scomparsa della facciata della chiesa, che doveva essere quella del XVII secolo e con essa l'affresco del Salvatore, che era collocato al centro, sopra l'ingresso principale. E' molto probabile che esso sia stato solo murato e non demolito...
L’organo della cantoria
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| Organo della chiesa, foto di M. Vitagliano, 2008 |
Sulla parete retrostante all’organo è stato rinvenuto un consistente frammento di affresco, risalente al XVII secolo, raffigurante Gesù Cristo nella scena della Trasfigurazione; l’affresco mostra sul lato sinistro alla figura del Salvatore, la testa di un vecchio, che probabilmente risulterebbe essere uno degli apostoli (Pietro o Giovanni o Giacomo), oppure uno dei profeti (Elia o Mosè).
La cassa lignea esterna, che contiene le canne, risulta essere di fattura ottocentesca ed è decorata con fregi e stucchi dorati in campo bianco. Mancano diverse decorazioni e soprattutto i putti dorati, un tempo collocati nella parte centrale dell’organo, al di sopra le cornici che sostengono le canne; purtroppo, questi sono stati sottratti nel corso dei diversi furti subiti. Alla cantoria e all’organo si accede attraverso la scala che conduce al campanile.










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