L'altro giorno abbiamo ricevuto questa bella testimonianza scritta dal sig. Coppoletta di Catanzaro, che pubblichiamo oggi in Piscinolablog, con molto piacere.
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Il soldato Coppoletta Francesco (a dx) con il fratello |
Per questo venne chiamato spesso ad intervenire per prestare soccorso, insieme ai suoi commilitoni alle vittime dei continui bombardamenti, che le forze aeree Anglo-americane effettuavano sulla città di Napoli e zone limitrofe.
La nave era ormeggiata nel porto della città, ed era in attesa si salpare verso il nord Africa, carica di armamenti e carburante.
Cartolina: Edificio Tasso trasformato in Caserma (collez. famiglia Barbero-TO) |
Dopo pochi giorni pensò di tornare al suo paese in Calabria, avviandosi a piedi e usando mezzi di fortuna, evitando le strade più battute.
Nel mese di novembre dello stesso anno, quando ormai Napoli era stata liberata, si ripresentò al "555 Deposito di Napoli" dove rimase fino al 31 dicembre.
Prova ne fu che anche dopo la fine della guerra, continuarono a vedersi e a volersi bene, scambiandosi visite reciproche. Ciò a testimonianza che anche la guerra può generare affetti e sentimenti forti e duraturi. Dopo la morte di mio padre sono andato a Piscinola due volte, per vedere alcuni di quei luoghi e quella caserma che ospito' mio padre, allora giovane e pieno di tante speranze e di tanta forza e coraggio.
Da essa tornò con l'animo e la mente trasformati, ma mise su famiglia vivendo una vita semplice ma piena sempre di tanta dignità.
Forse non basta!!!! ma è sempre nel mio cuore."
Nicola Coppoletta
Pubblicare questa commovente testimonianza pervenutaci dal sig. Nicola, che ricorda un pezzo della vita del suo papà militare a Piscinola, nel corso della seconda Guerra mondiale, è stato per me motivo di orgoglio, perchè ricorda diversi episodi che mi raccontava anche mio padre.
Mi ha colpito la sua sensibilità e soprattutto il fatto che a distanza di oltre 80 anni da quelle vicende, egli cerca ancora di ritrovarsi in quei luoghi vissuti dal padre, oltre per il ricordo, anche in segno di riconoscenza e di ringraziamento verso le persone che hanno aiutato e fatto sentite a casa propria il suo caro papà.
Spero che le pensone che leggeranno questo articolo e soprattutto i giovani di oggi, si sentano orgogliosi dei loro nonni e antenati, che oggi non ci sono più, i quali, come si è dimostrato, hanno dato esempio di grande umanità, soprattutto nei momenti di grande sofferenza e di privazioni, quali sono stati il periodo bellico e postbellico.
Il mio grazie va al carissimo sig. Nicola, per la sua bella e sentita testimonianza!
S. F.
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