In tutti gli eventi storici accaduti, la storiografia classica concentra la sua attenzione e l'analisi solamente sulla città di Napoli e ben poco spazio concede al coivolgimento del suo hinterland. Questo spaccato di storia medioevale dimostra come il nostro territorio e tutta la piana napoletana e anche quella aversana hanno visto lo svolgersi di quegli eventi, belli o meno belli che furono, in quel periodo buio chiamato Medioevo, ma che appartengono in toto alla storia napoletana e campana.
Durante le alterne vicende storiche e il
susseguirsi delle dominazioni straniere nella città di Napoli, il territorio ubicato
a settentrione, denominato “Liburia”, subì frequenti invasioni, deportazioni,
saccheggi e devastazioni.
Già i longobardi, con a capo Sicone,
principe di Benevento, per ben tre volte tentarono di espugnare la Città partenopea
e non riuscendovi, a causa della presenza di poderose mura difensive, devastarono
il territorio dell’immediata periferia, saccheggiando infine le catacombe di
Capodimonte e rubando le ossa di San Gennaro, già Patrono della città (anno 831).
Seguirono poi le incursioni saracene, che dalla Sicilia avanzarono lungo le
coste e nell’entroterra della città di Napoli.
Nel 661, con il duca Basilio, ha inizio il
Ducato Autonomo Napoletano, anche se governato ancora sotto la diretta influenza
dell’impero di Bisanzio.
Presto la situazione divenne più drammatica
per il territorio a nord di Napoli, perché Ludovico II di Germania, non
apprezzando l’alleanza fatta dal duca di Napoli, Sergio I con i Saraceni, mandò
un suo esercito e ricambiò l’offesa subita, devastando il territorio: “[…] spezzando alberi, bruciando il raccolto
e colmando di sassi i pozzi”.
Altre invasioni si ebbero sotto il governo
del duca Attanasio II, che anche lui si alleò con i musulmani. Atenolfo, duca
di Capua, in contrasto con Attanasio II, percorse la “Liburia” e bruciò i
campi.
Alla morte del duca Attanasio II, seguì un
breve periodo di tranquillità; ma dopo alcuni anni, di nuovo si dovette far
fronte a scorribande di vandali ed eserciti sbandati, come gli Ungari, che
invasero ancora la “Liburia” e devastarono ogni cosa incontrata.
In qusto periodo storico, come già si è
fatto cenno, la regione della Liburia fu divisa tra i Napoletani e i Longobardi
di Arechi II e Piscinola divenne un Casale appartenente al Ducato Autonomo di
Napoli; ma non per questo essa fu risparmiata nei secoli che seguirono dalle
scorrerie e dai saccheggi che si perpetuarono nella Liburia e in tutta la
regione circostante la città di Napoli.
L’imperatore di Germania, Ottone, in lotta
con l’imperatore di Costantinopoli per la supremazia dell’Italia, entrò in
contrasto con Marino II duca di Napoli e per tale motivo, nell’anno 970,
saccheggiò le campagne attorno Napoli e avanzò col suo esercito fino alle mura
della città.
Il nuovo duca di Napoli, Sergio IV, diede sua
sorella in sposa al principe normanno Rainulfo Drengot e concesse, come dote di nozze, la
borgata di Aversa e un territorio di grande estensione della fertilissima “Liburia”,
cosparso di molti Casali. Qualche anno dopo gli fu riconosciuto il titolo di primo Conte di Aversa. Si ebbe da
allora un lungo periodo di guerre e di contese, con al centro il territorio
napoletano, durante il quale i Casali a nord di Napoli, e non solo quelli,
furono continuamente saccheggiati e devastati.
Ma il normanno Rainulfo aveva altre mire, e alleatosi
con Capua, staccò dal Ducato di Napoli il territorio di Aversa.
Dopo un breve periodo di pace, Ruggero II,
proclamandosi a Reggio duca di Puglia e di Calabria, avanzò l’occupazione del Ducato.
Il duca di Napoli in carica, per evitare danni incalcolabili, si dichiarò
vassallo del re e per la circostanza molte terre del Ducato passarono sotto
il dominio normanno, come il castello di Cocoli (Panicocoli, ossia l’odierna Villaricca), la stessa Piscinola ed altri Casali a nord di Napoli. Ma i nemici
di Ruggero, insieme al duca di Napoli, si coalizzarono per combattere il
sovrano germanico.
Per tale motivo, Ruggero, dopo aver dato alle fiamme Aversa,
che si era nel frattempo ribellata, si spostò tra Cocoli e Lago Patria, facendo
distruggere tutti i campi.
Napoli seppe resistere ai reiterati
tentativi dell’esercito di Ruggero per espugnarla. Questi si ritirò poi in
Sicilia, lasciando il suo esercito che poneva l’assedio a tutto il territorio
compreso tra Napoli, Cocoli, Aversa e Somma. La città di Napoli si arrese solo
per fame e molti cittadini perirono in quella circostanza.
Dopo qualche tempo, la deputazione di
Napoli consegnò a Benevento, nelle mani di Ruggero, le chiavi della città. Nel
settembre del 1140 Ruggero II fu accolto trionfalmente a Napoli dall’arcivescovo
Marino, dal clero e dalla nobiltà. Finiva il Ducato autonomo e aveva inizio la
monarchia Normanno-Sveva (1140-1266).
Salvatore Fioretto
L'argomento storico è stato trattato riportanto i fatti essenziali specifici oggetto del post, tralasciando tutti i dettagli di battaglie, alleanze, conquiste e tradimenti che in quel periodo i Normanni effettuarono nel Meridione dell'Italia e in Sicilia.
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