Sfogliando le pagine della “Rivista internazionale di Igiene” del 1892 (Anno III, n.5, alla pagina 311), abbiamo trovato questo interessante articolo di cronaca che riguarda da vicino la storia degli odierni Quartieri situati a nord di Napoli:
“Municipio di Napoli - Cronaca Sanitaria
[…] Il giorno 8 (maggio 1892) il prof. Fazio insieme ai dott. Spatuzzi e Turbacco ed al sig. Bellucci, si recò a visitare i comuni (ndr.: villaggi) di Miano, Piscinola e Marianella dove era aspettato dagli egregi vice-Sindaci cav. Accardi e Mazza, dai notabili e dai Sanitarii.
Visitò i locali scolastici, il cimitero, le beccherie, le stalle dei lattiferi e degli equini, le farmacie, e le varie località che richiedevano speciale considerazione. La sua attenzione fu richiamata specialmente sulla necessità di istituire fra i suddetti comuni un macello, richiesto dai bisogni di essi e della parte alta di Capodimonte, i quali complessivamente fanno una popolazione di 20.000 ab. disseminati sopra una zona vastissima; abitanti che devono provvedersi di carni dai paesi limitrofi o dal macello di Napoli che è tanto lontano, mentre il bisogno della carne pel consumo giornaliero si fa sempre vivo in tutti i tempi, massime d’estate e d’autunno, poi quando moltissimi cittadini si portano in quegli ameni luoghi a villeggiare.
Foto aerera di Piscinola, anno 1943 |
Accade quindi che sovente o manca la carne od essa arriva alterata od entra di contrabando con discapito dell’igiene e dell’interesse del Municipio.
La località scelta per tale macello si trova in un posto salubberrimo e centrale ai vari villaggi; e il servizio veterinario riuscirebbe molto più facile di quel che non lo è ora.
L’attenzione dell’assessore fu inoltre richiamata su di alcuni locali scolastici insalubri, pei quali il nostro Comune spende abbastanza, mentre potrebbe utilizzare alcune fabbriche municipali, accomodando delle camere a tale scopo.
Gli abitanti di codesti villaggi hanno in ultimo fatto istanza perché il Municipio di Napoli dia un soccorso al servizio notturno e si addivenga come per Fuorigrotta, alla costruzione di un pubblico lavatoio senza del quale si avranno sempre a deplorare delle infezioni causate dalle acque luride che le lavandaie versano per le vie.
Il prof. Fazio ebbe anche motivo di ammirare come è eseguito lo spazzamento in questi villaggi dietro la concessione gratuita fatta ad un privato.
[…]
Il giorno 20 (maggio 1892) l’Assessore Fazio si recò a visitare il villaggio del Vomero ove fu accolto dal vice-Sindaco Santocarluccio, dai dottori Calabresi, Tisci e Marano e dai notabili. Si interessò delle condizioni di questa vasta ed amena collina, in cui il servizio sanitario si spiega per un raggio di varii chilometri facendo punte i Camaldoli, Due Porte, Petrajo ed il vecchio e nuovo rione del Vomero.
Il fatto che richiamò principalmente l’attenzione dell’Assessore fu lo stato deplorevole in cui si trovano molte strade e larghi per effetto delle acque luride che vi versano le lavandaie che sono ivi numerosissime. Colà vi è difetto d’acqua, tanto necessaria agli usi della vita e maggiormente per coloro che esercitano l’industria delle lavandaie. Inoltre manca la canalizzazione delle vie per modo che le lavandaie si avvalgono delle acque piovane raccolti in pessimi serbatoi, sciorinano i panni in angusti recipienti e riversano sulle vie le acque di lavaggio, le quali naturalmente sono ricche più o meno di sostanze organiche e di principìi infettivi d’ogni natura.
Tali acque abbandonate sul suolo, lo infiltrano e infettano la contrada, onde il Vomero è andato spessissimo soggetto a morbi infettivi.
Il prof. Fazio che percorse passo passo tutta la contrada, venne nel divisamento di far condurre lassù l’acqua del Serino, di attivare il pubblico lavatoio costruito e non funzionante e di aprirne dei nuovi per rendere saluberrima una delle più salubri colline della terra. […]”
dalla "Rivista Internazionale d'Igiene", anno VII, n.1, gennaio 1896 (Classi I,II,III - Scuola Elementare - Sezione Femminile) |
Da notare, infine, che l’amministrazione comunale di Napoli dell’epoca (fine '800), comprendeva 12 Sezioni Comunali (città storica) e cinque Villaggi annessi, ovvero: "Piscinola-Marianella", "Miano-Mianella", "Posillipo", "Vomero" e "Fuorigrotta". In ciascuno di questi villaggi era prevista la nomina della figura del “Vicesindaco aggiunto" (quindi al Sindaco di Napoli, oltre al suo Vice, erano affiancati altri cinque Vicari, per tale decentramento attuato).
Particolarmente bella e piacevole da leggere è l’entusiastica descrizione dei luoghi, fatta dal cronista dell’epoca, considerati, ciascuno alla pari, ameni, per l’interesse naturalistico, per la salubrità ambientale, per la pulizia delle strade e per l’attrazione di villeggianti…
Giusto per sapere come poi evolsero negli anni a seguire le criticità rilevate nel villaggio di Piscinola e se i propositi di soluzione promessi dall’assessore Fazio furono messi in cantiere: sappiamo che, 21 anni dopo (anno 1913), in un rapporto pubblicato dal vicesindaco, marchese G. Lucarelli ("I Villaggi del Nord (Quali erano e quali sono")), nè il lavatoio pubblico e né il macello comunale erano stati ancora realizzati…!
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