Descriviamo in questo post i brevi tratti storici di un'altra nota località del nostro territorio, situata nell'antica terra di Pulvicae (Polvica, presso Chiaiano); ci riferiamo alle origini storiche de la Toscanella. Abbiamo consultato per lo scopo il volumetto, già preso in prestito in altre circostanze, dal titolo: "Santa Croce ai Camaldoli - Napoli, 1688 - 1988, Ieri, oggi, domani". A cura di Don Camillo Degetto, dal quale riportiamo il paragrafo dedicato:
"Quando la cappella di Santa Croce fu eretta a Parrocchia, nella cura fu compresa la cappella detta di "Santa Maria a Toscanella".
Era un luogo che nel 1714 comprendeva sei nuclei familiari di contadini: Giulio Coppola, coniugato con Giuseppina De Sanctis; Giuseppe Riccio, coniugato con tale Trinchilla; Aniello Semiolo, coniugato con Vittoria Fontana, Stefano Semiolo, coniugato con Angela Riccio, Giovanni Maisto, marito di Angela Capuozzo e tale Giovanni Sollo, marito di Mattia Ligorio.
Le anime da comunione (cioé dagli otto anni in su) erano 31.
Nel 1799 la cappella era di giurispatronato dei signori Piscicelli-D'Aragona. Attualmente (anno 1988) i D'Aragona posseggono ancora dei fabbricati colonici nella via del Portone, verso il Frullone.
Essa si trovava proprio al limite del territorio della città di Napoli, in cui era compresa.
L'incrocio di Toscanella, detto poi "Fondina", aveva una certa importanza: di lì, attraverso la via del Portone, poteva raggiungersi il Frullone (da non confondersi con l'attuale ospedale Psichiatrico "Frullone", che ne porta il nome situato proprio sulla scogliera del Frullone), quindi S. Rocco e Napoli, senza dire che la via incrociava, prima di raggiungere il Frullone, la strada che portava "ai Quaranta" e l'altra che, per la masseria di Nicola Bisogni, portava a Ponte Caracciolo (queste strade esistono tuttora). Sempre all'incrocio di Toscanella partiva la strada che portava a Santa Croce; l'altra che portava alle attuali masserie dei Rusciano, al limite del fondo dei Monaci di S. Teresa della Madre di Dio, e quella che conduceva al Casale di Polvica, dove era il palazzo del Barone e quello del Governatore o Capitano del feudo.
Nel 1779, come si rileva dalla mappa di Giambattista Porpora, ingegnere della Regia Camera della Sommaria, per raggiungere Santa Croce, a Polvica, vi era un'altra strada, accosto all'edicola della Madonna della Croce, alla via Croce che passava a confine della masseria Paratina, ancora oggi visibile dal largo antistante il cimitero di Chiaiano.
Con decreto dell'Arcivescovo del 29 ottobre 1884, il Rione Toscanella fu scorporato dalla curia parrocchiale di S. Croce e annesso al beneficio della parrocchia di S. Nicola di Bari in "pago pulvicae", cioè al casale di Polvica. Lo stesso parroco di S. Croce, don Luigi Verrusio, non si oppose allo scorporo, attese le difficoltà di comunicazione fra Toscanella e S. Croce.
Verso la fine, salendo da Polvica, dalla Via antica Toscanella, vi era la masseria detta "la Caracciola" dove, nel 1646, vi era la cappella di S. Nicola che apparteneva a Anniballo (Annibale) Capace, che nella S. Visita di quell'anno fu rivenduta piena di foglie e utilizzata per deposito di vino.
Molti si domanderanno perché il ponte comunemente viene denominato "della Caracciola" e non Ponte Caracciolo. Nei secoli scorsi spesso i cognomi diventavano maschili o femminili a seconda del sesso della persona cui si riferivano; così per Caracciolo che, riferendosi a masseria, diventava masseria la Caracciola".
In merito alla via Barone, a cui si riferisce il testo, il toponimo deriva sicuramente dal Barone Salinas, che un tempo aveva la sua nobile residenza in questa parte del territorio. Di questa struttura restano solo alcune tracce architettoniche sopravvissute. Nel territorio era presente anche la masseria detta dei Teresiani, con annesso tenimento di proprietà dei padri di questo ordine, che avevano in zona anche altri appezzamenti agricoli.
Altra menzione della via Toscanella la troviamo nella
celebre guida: “Napoli e i napoletani - Guida generale pratica illustrata”, anno 1935. Ed. “La
Voce di Napoli”. A pagina 70 si legge: “Polvica
(frazione) di Chiaiano. Trovasi a termine del Corso Umberto I° (da via S. Maria
a Cubito) e comprende le seguenti vie e piazze: Nicola Romano, Barone, Toscanella,
Croce, Chiesa, Napoli e Arco di Polvica”.
Mentre a pagina 91, si legge: “Toscanella (via) Chiaiano. In continuazione
delle vie: Corso Umberto I° e Barone – va alla località Ponte Caracciolo,
incontro via Margherita.” Infine, a pag. 34 si legge: "Cupa
Capuozzi: In continuazione di via
Toscanella. Si perde nelle campagne”.
Come si deduce dalla lettura, la maggior parte delle notizie sono state prese dai registri parrocchiali delle chiese del luogo, che sono preziose testimonianze storiche dei territori trattati, a volte uniche fonti disponibili da consultare. In merito all'etimologia del termine "Toscanella" ancora nulla sappiamo di certo. Secondo le fonti consultate, doveva essere il nome di una masseria esistente in antico tempo nel territorio, ma non si conosce l'origine del termine; tuttavia diverse località dell'Italia centrale presentano il toponimo di "Toscanella", come nel Lazio. Infine, alcune mappe antiche del territorio mostrano il percorso del corso d'acqua che scorreva sottostante al ponte "della Caracciola".
Salvatore Fioretto
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