"Siamo andati frugando tra le opere degli scrittori che prima di noi hanno fatto almeno cenno della storia del nostro Villaggio, ed abbiano trovato materia, se non esaudiente, almeno bastante per farci conoscere qualcosa sulla esistenza di Miano in quei secoli che dall'insipienza di molti sono chiamati ancora oggi i giorni oscuri del Medio Evo."
Tavola Peutingenaria (XII- XIII secolo) |
Cosi iniziava il "Capitolo III" lo scrittore don Gabriele Monaco, nel suo saggio storico "Miano nella Campania Felice" (anno 1977, ed. Laurenzana Napoli), per introdurre le antiche origini storiche del Casale di Miano, ossia del quartiere di Miano che oggi ne eredita il toponimo. Il capitolo s'intitola: "Miano dai tempi del Ducato a quello degli angioini".
Abbiamo pensato, per onorare la storia del territorio, così importante ed a noi vicino, di riprendere un po' il tracciato della sua secolare origine, alla pari dei tanti casali del circondario: Piscinola, Marianella, Secondigliano, Chiaiano e tanti altri, prendendo in prestito il testo menzionato. Ecco il continuo dell'interessante libro scritto da Gabriele Monaco:
Imperatore Federico II di Svevia |
"A cavallo del primo e del secondo millennio dell'era cristiana Miano ormai occupava uno dei posti non insignificanti nella storia del territorio napoletano. Ora vedremo qualche pagina della sua storia dai primi decenni del secolo X all'epoca degli Angioini.
Dall'anno 921 all'anno 1034 abbiamo almeno 18 documenti - tutti atti notarili - che ci parlano con indiscutibile sicurezza dell'esistenza di Miano, in un primo momento come di una piccola località, poi come una vera "Pagus" ossia villaggio, abitato ormai come tanti altri "pagi" dello stesso territorio.
Data la mole della materia contenuta in tutti i documenti, noi separeremo, per così dire, gli argomenti in essi trattati. Diremo, cioè, in breve quanto serve ad ubicare Miano; in un secondo momento riporteremo i nomi dei personaggi in ciascuno di essi nominati, per poter dare ai lettori uno specchio delle singole persone e specialmente dei primi nuclei familiari che abitarono a Miano in quei lontani tempi, ossia, ben oltre mille anni or sono.
Ricostruzione di un casale dell'epoca in terra di Aversa |
Mappa dela città di Napoli, Antonio Lafreri, 1566 |
Carlo I d'Angiò. Palazzo Reale di Napoli |
Si parla di un tal Bonito come di abitatore di Miana, che vende una terra sita appunto in "campo de Miana" in una "chartula venditionis" dell'8 febbraio 957.
Il 10 gennaio del 958 una "chartula venditionis" parla chiaramente di "abitatoribus in nominato loco miana" e tra questi è Pietro Manco, certamente uno degli antenati (se non addirittura il capostipite) dei nobili Manco viventi ai nostri tempi. Si parla di questo luogo Miana in ben tre documenti degli anni 965, in altri del 970 (in cui è indicato un posto chiamato "anglone") del 971, del 973, del 981, del 994, del 997.
Tavola coronografica della Campania in periodo ducale (secolo XI) |
All'inizio del secondo millennio, e precisamente il 15 dicembre del 1001, troviamo indicato il "campo de miana". In un accordo tra il monastero dei Santi Severino e Sossio (strettamente parlando, si deve scrivere Sosso), e le figlie di un tal Giovanni nominato dischipulo si parla di una "terra que vocatur centula in loco qui dicitur miana".
Importantissima per la storia delle nobili famiglie di Miano, è una "chartula permutationis" del 15 febbraio del 1021, perchè essa, parlando di persone che dicono "...abitate videmur in loco qui nominatur miana" accenna chiaramente ad un tale Stefano detto scarola, figlio del fu pietro scarola.
Carlo D'Angiò, che non era mai sazio di denaro - oltre che di sangue umano -, appena preso possesso del regno, ordinò di accelerare la raccolta di quanto era dovuto ai tempi di Federico imperatore, aggiungendo altre imposizioni".
Quanto abbiamo letto, dalla preziosa testimonianza di questo scrittore, è l'ennesima prova che il territorio a nord di Napoli, un tempo popolato da nobilissimi Casali, è pregno di storia e ha origini antichissime. Per questa sua antichità, esso merita rispetto e considerazione, alla stregua delle membra del "corpo" che è la città di Napoli, con la sua antica storia millenaria.
Salvatore Fioretto
PS: Abbiamo riportato in testo integralmente, così come scritto, compreso i nomi dei luoghi e delle persone, che sono riportati in minuscolo.
Veduta della città di Napoli a volo d'uccello (Tavola Strozzi, fine XV sec.) |
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