Tra i miei ricordi di adolescente, nel periodo vissuto a Piscinola tra gli anni '70 e '80, oltre al cinema
Selis, al circolo di Curzietto, agli incontri di basket della Virtus Piscinola e all'Oratorio parrocchiale, non posso dimenticare le famose Muntagnelle, ovvero quel luogo che noi ragazzi dell'epoca consideravamo magico per i nostri giochi, per dar sfogo alla nostra creatività e alle nostre esuberanti energie...
Il luogo che chiamavamo 'e Muntagnelle non era altro che un lembo di terreno, poco pianeggiante, che si estendeva
alle spalle della terza e della quarta traversa di via Napoli a Piscinola ed
arrivava fino a via Janfolla a Miano, dove c'era l'Istituto Tecnico per il Commercio. Nel confine piscinolese c'era l'imponente edificio del calzaturificio D'Alessandro, uno dei pochissimi fiori all'occhiello
dell'economia Piscinolese di allora. Spesso dalle grandi finestre della moderna fabbrica si poteva scorgere da lontano gli imponenti macchinari in lavorazione per la produzione di scarpe e borse; ma questa è un'altra storia...!
Poco lontano della fabbrica c'era, poi, un altro ampio piazzale occupato all'inzio degli anni '70 da una serie di giostre, che noi frequentavamo da bambini; giostre veramente semplici, ma che ci facevano divertire un mondo... C'erano le classiche "barchetelle", "il colpo del chiodo col martello", "il pugno del pugile", "la roulette" e quello che noi chiamavamo bonariamente "il calcinculo", perchè quando la giostra era in movimento, si doveva raccogliere al volo una specie di fiocco colorato che stava appeso a un sostegno e, per aiutare a chi stava seduto avanti a elevarsi nel salto, si dava una spinta con le gambe, realizzando per lui una sorta di catapulta...! Il fiocco raccolto dava diritto a ripetere gratis un altro giro nella giostra. C'erano altri giochi, ma sempre così semplici e innocenti...
Ma torniamo al nostro racconto....
Per fortuna per noi che i nostri combattimenti finivano sempre senza feriti... Ricordo che terminammo la nostra disputa in maniera civile e pacifica, realizzando un accordo di pace con il nemico, con la spartizione del nostro territorio, proprio come avveniva tra i grandi, nelle guerre che studiavamo a scuola sui libri di storia...!
Certo che oggi, a distanza di tanto tempo, riconosco che allora avevamo una grande fantasia e, forse, dopo che si leggerà questo mio racconto, qualcuno stenterà a credermi... ma vi assicuro che è stato tutto vero!
Poco lontano della fabbrica c'era, poi, un altro ampio piazzale occupato all'inzio degli anni '70 da una serie di giostre, che noi frequentavamo da bambini; giostre veramente semplici, ma che ci facevano divertire un mondo... C'erano le classiche "barchetelle", "il colpo del chiodo col martello", "il pugno del pugile", "la roulette" e quello che noi chiamavamo bonariamente "il calcinculo", perchè quando la giostra era in movimento, si doveva raccogliere al volo una specie di fiocco colorato che stava appeso a un sostegno e, per aiutare a chi stava seduto avanti a elevarsi nel salto, si dava una spinta con le gambe, realizzando per lui una sorta di catapulta...! Il fiocco raccolto dava diritto a ripetere gratis un altro giro nella giostra. C'erano altri giochi, ma sempre così semplici e innocenti...
Ma torniamo al nostro racconto....
Quel pezzo di terra delle Muntagnelle, che io personalmente non ho mai saputo a chi
appartenesse, diventava, dopo la scuola e i vari compiti a casa, il nostro posto magico... il nostro nascondiglio, la nostra ludoteca...! Noi lo consideravamo come un nostro possedimento, insomma era nostro...!
Lì si giocava, si
costruivano piccole strutture e si realizzavano capanni. Ma dovevamo anche difenderlo da chi voleva estrometterci...! Diverse volte dovemmo confrontarci seriamente con alcuni ragazzi delle
palazzine di Miano, che volevano utilizzarlo per i loro giochi, escludendo però la nostra presenza. Non vi nascondo che con questi ragazzi avemmo dei veri e propri combattimenti, compiuti a colpi di pietre, sfide che qui tutti chiamavamo 'a Guainella; poi sapemmo che era stato praticato da piccoli anche dai nostri genitori... Per fortuna per noi che i nostri combattimenti finivano sempre senza feriti... Ricordo che terminammo la nostra disputa in maniera civile e pacifica, realizzando un accordo di pace con il nemico, con la spartizione del nostro territorio, proprio come avveniva tra i grandi, nelle guerre che studiavamo a scuola sui libri di storia...!
Certo che oggi, a distanza di tanto tempo, riconosco che allora avevamo una grande fantasia e, forse, dopo che si leggerà questo mio racconto, qualcuno stenterà a credermi... ma vi assicuro che è stato tutto vero!
Che momenti belli ho trascorso su quel lembo di terra di Piscinola con i miei cari
amici! Amici di una vita che ancora oggi frequento. Tra i tanti, ricordo: Pagnulotto (S. Marano), Mutandone (D.
De Lise), Ustiggio (L. Sorano), Alfredino (A. Maiorano), mi fermo perchè la
lista dei nomi è lunga per riportarla interamente... Quante risate che ci facevamo sulle giostre di via Napoli...!
Ricordi d'infanzia, come dicevo all'inizio, per me indelebili, che appartengono ad una Piscinola scomparsa, perché oggi quegli spazi sono stati purtroppo coperti dal cemento dei palazzoni realizzati tra gli anni '70 e '80!
Bei ricordi Massimo. Sulle muntagnelle ricordo anche interminabili partite di pallone
RispondiEliminaed erano il nostro rifugio lontano dagli occhi delle famiglie quando facevamo filone a scuola.
P.le Di Fenzo
Grazie Pasquale infondo le muntagnelle erano di tutti i ragazzi Piscinolesi
EliminaVicino alle montagnelle c'era la terra di zi vicnzin, dove andavano a rubare la frutta direttamente dall'albero. M. Giaccio
RispondiEliminaAlle muntagnelle andavo agiocare a pallone ... abitavo a poche centinaia di metri, su via janfolla ancor prima via agnano miano. Di fronte alla "filosa" ... quanti ricordi!!
RispondiEliminaGrazie Massimo!!