lunedì 11 novembre 2013

I gigli di Piscinola... una gioventù calpestata dalla guerra!

Oggi pochi ricordano, ma il quartiere di Piscinola ha pagato un tributo salato in termini di perdite di giovani vite, a causa e in dipendenza dell'ultima guerra mondiale. Direttamente o indirettamente decine di ragazzi hanno perso la vita o hanno subito gravi ferite, a causa di ordigni bellici esplosi accidentalmente, ma anche per errore o per volontà umana! 
Purtroppo, per la maggior parte di questi racconti, si tratta di episodi appurati solo attraverso alcune testimonianze orali, raccolte dagli anziani del territorio, che devono essere confermate con fonti e testimonianze documentate.
In via Vecchia Miano, poco dopo l'8 del settembre del 1943, tre ragazzini giocavano spensierati nel cortile antistante la strada comunale, quando qualcuno trovò delle bombe a mano tedesche, che divennero oggetto dei loro giochi innocenti e spensierati.... Purtroppo un bimbo strappò a sua insaputa la spoletta di un ordigno e saltarono tutti in aria, a causa del grande scoppio. Un bambino morì sul colpo, mentre un altro, gravemente ferito, morì poco dopo il ricovero in ospedale. Un terzo bambino sopravvisse perdendo un occhio.
Altro episodio analogo, ben più grave, avvenne nei pressi di Via Plebiscito, e qui, secondo le testimonianze, non poco contraddittorie, i bambini morti furono almeno una decina, di cui una bambina che si stava preparando per ricevere la prima comunione. La camera ardente fu allestita nella scuola T. Tasso, la bimba fu vestita col suo vestitino bianco. L'episodio cruento sarebbe avvenuto il 14 gennaio 1944.
Un fratello appena trentenne del sacerdote don Gennarino Musella fu ucciso in piazza B. Tafuri da una raffica di mitraglia tedesca, perchè pare che la sua permanenza indisturbata in piazza, allo sfilare di una pattuglia di perlustrazione, sarebbe stata considerata dai gendarmi tedeschi sospetta e, così, preferirono falciarlo, senza nemmeno fermarlo ed interrogarlo.
In prossimità della località Cancello, vicino ai binari della ferrovia Napoli-Piedimonte d'Alife, un ragazzino sarebbe stato fucilato per errore, perché scambiato per una spia.

Nella località di via Cupa Perillo (detta 'o Saglio e scinno"), la giovane e innocente Giuseppina Bianco, abitante in una masseria di Piscinola, divenne purtroppo oggetto di attrazione morbosa per un soldato di colore (forse marocchino delle truppe di liberazione), il quale con la forza delle armi tentò di abusare della ragazza, mentre era intenta a raccogliere il grano nei campi, assieme alla madre e il fratellino. La giovane tentò di scappare, ma il soldato, irritato e forse ubriaco, non esitò a spararle alla schiena, mortalmente. Giuseppina spirò tra le braccia della madre, nella cappellina della masseria vicina; perdonò il suo assassino... raccomandandosi alla Vergine di Pompei! 
L'episodio destò sconcerto tra gli abitanti di Piscinola e dintorni, tanto che le cronache raccontano dell'imponente funerale celebrato nella chiesa del SS. Salvatore, con grande partecipazione popolare e la messa funebre officiata dall'arcivescovo di Napoli, card. Alessio Ascalesi. Non è dato di sapere se il soldato assassino fu arrestato e processato. In ricordo di questa ragazzina, che oggi riposa tra i giardini del cimitero di Miano, è stata eretta una stele monumentale e dedicata una stradina, in prossimità di Via Aldo Moro (strada che si sviluppa a confine, tra l'attuale quartiere di Scampia e il  comune di Mugnano) ed è stato avviato il processo di beatificazione.
Abbiamo più volte sollecitato gli amministratori preposti, anche se verbalmente, di intitolare un giardino di Piscinola in memoria di tutti questi ragazzi vittime di una guerra non loro; come ad esempio l'area verde che si trova in Via Vecchia Miano, luogo dove avvenne il primo incidente raccontato, che non risulta avere ancora una denominazione nella toponomastica cittadina. Sarebbe bello che d'ora in avanti fosse intitolato: "Giardini dei Gigli di Piscinola", in memoria di questi sfortunati bambini, vittime della guerra. 
Uno spazio del quartiere andrebbe dedicato anche alla sua martire: Giuseppina Bianco.
Non disperiamo!
Chiediamo a quei lettori a conoscenza e in possesso di altre testimonianze fondate su questi episodi e su altri casi analoghi, ma dimenticati, di farcene trasmissione, affinché si possa approfondire lo studio e si possa trasmettere la loro memoria in futuro.
Salvatore Fioretto
(Tutti i diritti per la pubblicazione dei testi del blog sono riservati all'autore, ai sensi della legislazione vigente)

Ringraziamo l'amico Pasquale di Fenzo per la gentile collaborazione.

1 commento:

  1. faccio mio l'appello dell'autore per sollecitare gli amici piscinolesi che abbiano ricordi e/o testimonianze dirette degli episodi descritti, onde arricchire il già encomiamile lavoro svolto da Salvatore Fioretto.
    P.Di Fenzo

    RispondiElimina