La Virtus Piscinola è "Stella d'Oro al merito sportivo"!
(continua dalla prima parte)
Il campo della Virtus di Cupa Acquarola è stato anche un "terreno fertile" che ha visto nascere e affermarsi valenti arbitri della pallacanastro napoletana e anche nazionale. Dalle affascinanti performance di famosi arbitri professionisti e non del basket che, come abbiamo detto, su questo difficile campo misuravano il loro valore, si appassionarono molti giovani e qui si formarono novelli e valenti arbitri originari di Piscinola. E' doveroso in questo post citare alcuni nomi della prima e della seconda schiera di arbitri.
(continua dalla prima parte)
Il campo della Virtus di Cupa Acquarola è stato anche un "terreno fertile" che ha visto nascere e affermarsi valenti arbitri della pallacanastro napoletana e anche nazionale. Dalle affascinanti performance di famosi arbitri professionisti e non del basket che, come abbiamo detto, su questo difficile campo misuravano il loro valore, si appassionarono molti giovani e qui si formarono novelli e valenti arbitri originari di Piscinola. E' doveroso in questo post citare alcuni nomi della prima e della seconda schiera di arbitri.
Foto celebrativa dell'anniversario di fondazione della Società Virtus Piscinola |
Cosi nel 1970 grazie al prodigio compiuto da Pierino De Lise e alcuni valorosi che lo seguirono, il mitico e storico campo di via Cupa Acquarola fu rimesso in sesto e adeguato alle normative della federazione. Curioso è la descrizione di questo campo e del sito dove esso si ergeva... Si, perché il campo si trovava in una posizione sopraelevata rispetto alla piccola e tortuosa sede stradale (via Cupa Acquarola), che lo collegava alla vicina Piazza Tafuri di Piscinola. Ecco cosa scrive in merito Luigi de Rosa nel libro "Virtus Piscinola Basket... e non solo":
"Si pretese di attrezzare un campo che desse perlomeno la parvenza di rispondere quanto meno al regolamento.
La passione di Peppino Fioretto, militare di carriera di stanza a Vitipeno, concesse d'apportare tutte le modifiche richieste dalla federazione per acquisire l'agibilità del campo di gioco e fu così che si provvide ad asfaltare il campo senza tenere conto di ben altri lavori che, da regolamento, sui sarebbero dovuti eseguire. Le trasformazioni eseguite, imposte, dell'agibilità federale, proiettarono atleti, dirigenti e tifosi direttamente in paradiso. Ciò nonostante, l'accesso al campo, di arbitri e squadre avversarie con relativo seguito di dirigenti e tifosi, presentò non pochi problemi.
[...]
E i problemi furono davvero tanti...
"L'asfalto grezzo privo di idoneo appretto e sicuramente non di prima qualità, fu steso direttamente sulla terra battuta, costituendo così un'autentica grattugia, che metteva grande timore per le conseguenze di scivolate e cadute.In molti conservano ricordo assai spiacevole di scivolate e cadute su quell'asfalto. Al campo si accedeva mediante un tortuoso percorso che, dalla piazza, conduceva in un budello di strada, la cosiddetta "Cupa Acquarone" che, intimoriva non poco le squadre avversarie che l'attraversavano timorose, non perdendosi mai di vista e cercando di stare alquanto raggruppati tra loro, in una situazione che faceva loro prevedere un "agguato". Inoltre, atleti, dirigenti e spettatori, ospiti e locali, per raggiungere il campo dovevano salire una ripida e stretta scalinata, che pareva una sorta "di forca caudina" che impressionava non poco.
Incontro di basket sul campo di via Cupa Acquarola, anni '60 |
Le partite si svolgevano in un assordante e minaccioso contatto fisico tra tifosi locali, tifosi ospiti ed avversari in campo, spesso, impauriti e terrorizzati , tanto era esigua la distanza tra i vari protagonisti in gara, poiché, ad onore del vero, la distanza regolamentare in pratica, non esisteva.
[...] Una coppia di tifosi, tali Antonio Sica e Gennaro Russo erano soliti sostare sotto il canestro, agitando due grossi campanacci che con il loro suono infernale, tramortiva l'arbitro sotto canestro e gli avversari. Furono i precursori di tanti super tifosi della Virtus e alcuni di loro, nonostante gli anni passati, tuttora fanno sentire la loro presenza con un colorito linguaggio. A ragion veduta, posso affermare che così nacquero i primi gruppi organizzati di tifosi, altrimenti definiti "ultras".
Ritorniamo alla storia del basket a Piscinola. Quindi quel 1970 rappresentò il nastro di partenza di un nuovo corso per la storia della pallacanestro a Piscinola...
L'inizio di questa nuova era fu però macchiata da un tragico lutto, per la prematura scomparsa di uno dei più grandi atleti della Virtus, la scomparsa di Pasquale Cuozzo. Cuozzo lasciò un vuoto incolmabile nella squadra e nei tifosi. Alla sua memoria la dirigenza volle organizzare e dedicare diversi tornei e manifestazioni sportive.
Considerato che nel 1970 la Federazione FIP non esisteva più, la squadra fu rifondata con il nome di "Basket Club Piscinola"; i trascorsi meriti sportivi ne consentirono l'iscrizione direttamente al Campionato di Promozione, bay-passando fortunatamente l'inutile Campionato di Prima Divisione.
Torneo "Pasquale Cuozzo", tra gli atleti: Miles Aiken e Luigi De Rosa |
Ma il vero propulsore della nuova squadra restava Pierino De Lise, che per attrarre i giovani alla passione della pallacanestro, offriva loro focacce e panini presso la trattoria Sarnacchiaro, coinvolgendoli poi in interminabili e accese discussioni sportive sulle partite di basket. Tra essi Luigi De Rosa menziona: "G. Lanzuise, R. Iannicelli, P. Cascella, V. Cangiano, L. De Rosa e tanti altri."
Per la neo formazione ci furono per fortuna molti ex cestisti della Virtus (costretti nel triennio a emigrare in altre compagini), che ritornarono a Piscinola, coronando il loro sogno, mai sopito.
Per "rodare" la squadra con le nuove sconosciute compagini, che nel frattempo si erano distinte nel panorama del basket provinciale e regionale ("Sporting Torre del Greco", Torre Annunziata, Portici, Afragola. Castellammare...), la società decise di organizzare un torneo sportivo, dedicato alla memoria di Pasquale Cuozzo.
Furono invitati le compagini del Benevento (serie B), dell'Avellino e dell'Italsider (serie C) e per essere all'altezza di queste formazioni collaudate, a qualcuno brillò l'idea di invitare a giocare a Piscinola il secondo straniero della squadra Partenope, il grande Miles Aiken. L'auspicio si avverò, grazie all'intercessione di Manfredo Fucile, presidente del Comitato Regionale FIP ed ex giocatore di interesse nazionale.
La squadra piscinolese fece una gran bella figura, vincendo il "Torneo P. Cuozzo", su un campo stracolmo di tifosi. A fine torneo, Miles fu contento per aver dato il suo contributo ai tifosi piscinolesi, mostratisi così accaniti per la pallacanestro...
Man mano che i successi arrivavano si vide aumentare il numero dei tifosi che sostenevano la squadra e, poi,... si aggiunsero anche tante ragazze tra le loro fila, cosa mai successo prima...! Nacquero così diversi fidanzamenti e anche dei matrimoni...!
Curioso anche la storia dei due ragazzi americani arrivati a Piscinola per aver preso erroneamente l'autobus "22", giunti al capolinea della piazza B. Tafuri, chiesero informazioni ad Agostino Crisciuolo, il quale intuendo le "prestanze sportive" dei due ragazzi, riuscì a "dirottarli" al campo di Cupa Acquarola... Qui, come per incanto, questi subito dimostrarono il loro valore atletico e furono contenti di giocare una partita nella squadra del Piscinola. Ma solo uno di essi accettò l'ingaggio nella società, e continuò a giocare per un certo tempo, dando molte soddisfazioni ai tifosi: si chiamava Daniel Neal (nome che tutti storpiavano in "'O Neil". Purtroppo, poco tempo dopo, Neal dovette far ritorno in patria, per degli impegni già presi.
La tendostruttura dedicata a Don Domenico Severino, in via Nuova Dietro La Vigna |
Il nuovo campo fu destinato alla B.C. Piscinola per lo svolgimento delle attività giovanili, per gli allenamenti e per gli incontri di campionato della squadra titolare.
Ecco la descrizione che si trova nel libro di Luigi De Rosa:
"Pur essendo tracciato ed eseguito a regola d'arte, dotato di pavimento in tartan di prima qualità, canestri professionali, gli spogliatoi di ampia quadratura, panche, attaccapanni, e, udite, udite, sei docce per ogni ambiente, servizi igienici, tale da considerarlo un autentico fiore all'occhiello per la realtà sportiva del borgo, restava comunque un campo "open" ovvero scoperto."
A Piscinola non si era mai visto tanto ben di Dio...[...]
Su questo campo ci fu solo il tempo di fare una gara inaugurale nel mese di giugno, ma a settembre già iniziarono i problemi di affidamento dei servizi di custodia, di guardiania e di pulizia... La struttura finì per essere miserevolmente abbandonata e poi lentamente vandalizzata ...
Il percorso sportivo della squadra proseguiva negli anni che seguirono... Registriamo la formazione allenata da Luigi Sica (soprannominato "Fich fich") con i totem dei componenti (che ci fornisce sempre il libro di De Rosa): "E. Marciano, A. Abate, A. Bianco, L. Piccolo, N. Della Corte, P. Montesano, S. Montesano, C. Fioretto, D. Palladino, D. Manna, G. Sever, G. Riccio, E. Varvella, F. De Lise".
Alcuni di questi ragazzi, che erano nati nel biennio 1958-60, crearono anche un giornalino settimanale, intitolato "Le marmotte del basket": un simpatico ciclostilato contenente molte notizie e aneddoti sportivi accaduti nel trascorrere della settimana. Le copie del giornalino venivano distribuite agli spettatori, durante gli incontri della squadra nel campo di casa.
Foto dell'attuale gruppo dirigente della "Polisportiva Virtus Piscinola" |
Quel periodo segnò anche un'altra importante prematura perdita nella famiglia della storica Virtus Piscinola, quella di Luigi Russo.
Nel biennio 1974-75 la squadra tentò il gran salto di categoria. La nostra compagine era composta da F. Ercolano, L. De Rosa, A. Mele, F. Crisciuolo, M. Cascella, S. Mele, P. Cascella.
La partita clou si presentò con lo squadrone sponsorizzato da una banca famosa, che era allenata dal conosciuto G. Monti. Contro ogni pronostico sfavorevole, i ragazzi del B.C. Piscinola seppero tirare fuori tutto l'orgoglio e la volontà, doti che hanno sempre contraddistinto le prestazioni della squadra sul mitico e temuto campo di casa "dell'Acquarone"...
"[...] Il campo volle evocare per l'occasione, tutti coloro che avevano edificato la storia cestistica piscinolese, a bordo campo erano schierati attenti e fiduciosi gli eroi dei tempi passati, da don Mimì a Cuozzo, a Mele, a Biagio Manna, ed a meno che non si dica, quell'ambiziosa e tracotante corazzata fu colpita e affondata, costringendola alla partita di ritorno, umiliata nella sua presuntuosa saccenza, ad un timore ed al più decoroso rispetto verso quei nuovi eroici piscinolesi. Il pubblico non credendo ai propri occhi, visse interminabili momenti di delirio collettivo ed aspettò con ansia, senza più timore, la partita di ritorno" (cit. libro di L. De Rosa).
Purtroppo la partita di ritorno, disputata nel campo di Fuorigrotta, non andò bene per i nostri colori, a causa del solito arbitraggio, giudicato dai tifosi poco sportivo e di parte; verso il termine dell'incontro l'esasperazione dei tifosi piscinolesi sfociò con l'invasione del campo; ne scaturì una pesante squalifica per la quadra del Piscinola, che vide l'addio alla agognata qualificazione!
Intanto un nuovo gruppo, detto "Gruppo del '62", con Uccello, Lanzuise, Della Corte, Manna, Rubino, Di Vaio, Silvestro, Longobardo, Russo, Faro, Cuozzo, Improta, Riccio, si faceva onore, arrivando a giocare la finale al torneo interregionale, disputato a Frosinone...
Altri lutti segnarono la storia della squadra: nel 1976 moriva a seguito di un incidente stradale sull'autostrada Salerno-RC, il conosciuto e apprezzato arbitro nazionale, formatosi nella Virtus, Mariano Giordano. Mentre Mario Quinterno non riuscì a superare un intervento chirurgico.
Il campionato 1978-79 vide la squadra, allenata dal tandem Ciro Barrese e Luigi De Rosa, raggiungere l'ambito traguardo della "serie D". La squadra era formata da: Tartaglione (reduce dalla Juve Caserta) Abbate, Marciano, Piccolo, Bianco, Della Corte N., Chianese e Sever. Si giunge a fine campionato con uno spareggio a tre squadre. Lo scontro finale tra il B.C. Piscinola e il Maddaloni vide il trionfo della squadra del B.C. Piscinola, che rappresentava i colori napoletani.
"Fu così che approdammo alla serie D ed il rientro a casa, dopo la partita nel casertano, fu un'autentica apoteosi perché, ancora una volta, la squadra era stata seguita da un centinaio di tifosi." (cit. libro di L. De Rosa).
Gli anni che accompagneranno la fine del secolo scorso e il nuovo millennio segneranno per la Polisportiva Virtus Piscinola l'alternarsi di vittorie, di belle illusioni con amare delusioni..., eventi che peraltro hanno contraddistinto, fino a oggi, la bella storia della squadra piscinolese.
Anche gli allievi delle varie compagini delle "Under" hanno spesso brillato per essersi affermati con onore, spesso qualificandosi nei vari campionati di divisione.
Intanto in quegli anni la presidenza della società, che era stata affidata a Zazzaro, passò nelle mani del dott. Carmine Montesano, il quale, in due mandati, nell'arco di due lustri, lascerà un'impronta considerevole nell'organizzazione della società e una testimonianza significativa nella storia della squadra piscinolese. E ancora sulla scia di quella stagione fortunata, il presidente Gennaro Esposito ha continuato l'opera meritoria di Montesano.
Con Montesano registriamo due importanti iniziative: il recupero della denominazione sociale Virtus Piscinola, e la realizzazione della moderna tendostruttura di Via Nuova Dietro la Vigna.
Inaugurazione dell'impianto di Via N. D. La Vigna, Don Mazzi e D. F. Bianco |
Con gli anni rimase solo lo scheletro di acciaio, che svettava in mezzo al terreno circostante, coperto di una impenetrabile vegetazione infestante di rovi. Oltre il danno la beffa, perché in quegli anni, a seguito delle disposizioni della Federazione che prescriveva di giocare i tornei, dalla "serie D" in su, in campi coperti, la squadra di Piscinola fu costretta a giocare sempre in trasferta, approfittando della ospitalità del campo della palestra CONI di Cavalli di Bronzo o di alcuni campi del circondario (campo di Cupa Spinelli). Ma nonostante le difficoltà logistiche, la squadra riuscì a giocare i play-off di qualificazione, in due diverse occasioni.
La svolta si ebbe con il finanziamento ricevuto dalla "Partita del Cuore" che fu organizzata dal sacerdote Don Mazzi allo stadio San Paolo di Napoli, il cui ricavato sarebbe stato destinato in beneficenza per finanziate qualche opera sportiva sul territorio indirizzata ai giovani...
Ed ecco che il presidente Montesano, grazie all'intervento del presidente del CONI, riuscì a farsi assegnare quei fondi, che furono poi utilizzati in gran parte per l'acquisto della avveneristica tendostruttura e per i contestuali lavori edili di adeguamento.
Fu ancora una volta il contributo generoso di tanti piscinolesi e la forza di braccia di tanti volontari che trasformarono quel luogo di abbandono in "fucina" moderna e attrezzata per "forgiare" tante generazione di atleti del territorio, in nome dello sport senza divisioni geografiche e di classe. Ricordiamo tra questi volontari due persone che non ci sono più: Giuseppe Murolo e Raffaele Zazzaro.
"Per lunghe settimane si lavorò dimenticando la propria professione e il proprio mestiere, in una estenuante battaglia contro il tempo, una ulteriore sfida da affrontare ..." (cit. libro di L. De Rosa). L'impianto di Via Nuova Dietro La Vigna è stato dedicato al fondatore della Virtus Piscinola, a Don Domenico Severino.
In questi anni ci ha lasciato un altro storico baluardo della Virtus, che fu tra i fondatori e anche allenatore nei primi anni della società, il prof. Gerardo Della Corte.
Il resto è storia dei nostri tempi, la Polisportiva Virtus Piscinola continua, con l'infaticabile opera del suo gruppo dirigente, con i sostegno dei soci e dei tifosi, la sua missione sportiva nel tessuto sociale di Piscinola e nel territorio a Nord di Napoli, attraverso l'amore per il basket, al servizio delle attuali e future generazioni.
Per queste motivazioni di valore sociale e sportivo e per la sua ultra settantennale storia, costellata di onorate imprese sportive, il CONI ha conferito alla società "Polisportiva Virtus Piscinola", la "Stella d'oro al merito sportivo", nell'anno 2015.
... Lunga vita alla Virtus Piscinola...!
Salvatore Fioretto
La fonte di ispirazione di questo seconda parte della storia della Virtus Piscinola, dalla quale sono stati tratti aneddoti, nomi e anche diversi piccoli brani inseriti in corsivo, è stato il bel libro: "Virtus Piscinola Basket... e non solo", di Giuseppe De Rosa, al quale auguriamo tanti altri successi e soddisfazioni sportive e letterarie.